Riscatto laurea per anticipare la pensione, quando e a chi conviene: cosa sapere
EconomiaIntroduzione
Il riscatto della laurea è uno degli strumenti che permette di anticipare l'uscita dal mondo del lavoro. Ma conviene davvero? In realtà ci sono diverse variabili da tenere in considerazione come l’età, quando si è iniziato a lavorare, la continuità di carriera. Per esempio, per chi ha iniziato a lavorare a partire dal 1996 può anche dipendere dall’importo dell’assegno pensionistico, a causa delle soglie previste per poter accedere alla rendita anticipata contributiva che attualmente è pari a 64 anni di età, con 20 anni di contribuzione. Il Corriere della Sera ha elencato la variabilità degli effetti di un riscatto di laurea quinquennale per capire quando il riscatto conviene e quando no.
Quello che devi sapere
Quali sono tutte le possibilità del riscatto della laurea
Dalle valutazioni fatte dal Corriere della Sera è emerso che, in alcuni casi, il riscatto della laurea permette di anticipare la pensione di più di 5 anni e altri in cui si possono guadagnare tra i due e i tre anni. Il problema è che è anche possibile che il riscatto non cambi nulla o addirittura rischi di far lasciare il lavoro più tardi.
Per approfondire: Scuola, proposta di legge per riscatto agevolato della laurea. Ecco cosa prevede
La pensione anticipata contributiva
La riforma Monti-Fornero ha introdotto un requisito che consente di andare in pensione tre anni prima, ossia a 64 anni, rispetto al normale limite di vecchiaia di 67 anni, a patto che la pensione superi una certa soglia, oggi pari a 3 volte l’assegno sociale, che salirà a 3,2 volte dal 2030. L’ultima Manovra ha poi introdotto il cosiddetto “ponte tra la previdenza pubblica e complementare”, quindi oltre ai contributi Inps vengono considerati anche i risparmi accumulati in un fondo pensione.
Per approfondire: Riscatto della laurea, come utilizzare gli anni di studio per la pensione
Chi può beneficiare della pensione anticipata contributiva
La pensione anticipata contributiva è riservata a chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi. Per chi ha iniziato a lavorare a 24 anni c’è la possibilità di avere un anticipo sul momento della pensione. Per chi ha iniziato a 27 anni gli effetti sono invece minimi, per poi diventare nulli per chi ha iniziato a contribuire a 30 anni
L’età in cui ci si è laureati
Tenuto conto di queste indicazioni, per valutare se il riscatto della laurea convenga o meno bisogna considerare l’età in cui ci si è laureati e quanto tempo è passato prima di iniziare un’attività lavorativa. In sintesi, per chi inizia a lavorare a 24 anni, in termini di contribuzione, il riscatto della laurea potrebbe servire
A chi non conviene il riscatto della laurea
Per chi invece inizia a lavorare “tardi”, ovvero dopo i 30 anni, è probabile che l’operazione non serva per anticipare il momento della pensione. C’è poi da considerare anche la possibilità che le soglie necessarie per poter beneficiare della pensione anticipata contributiva non vengano soddisfatte
Lo strumento Inps sul riscatto della laurea
Nel groviglio di casi e variabili da tenere in considerazione per capire se il riscatto della laurea convenga o meno, l’Inps offre un simulatore sul proprio sito, oltre alla possibilità di rivolgersi agli sportelli sul territorio. C’è poi la possibilità di rivolgersi a consulenti previdenziali, patronati o sindacati
I rischi del riscatto della laurea
Come detto ci sono anche casi in cui il riscatto della laurea genera un paradosso, si paga per restare di più al lavoro. Questa situazione riguarda solo chi ha iniziato a contribuire a partire dal 1996 e il motivo risiede nel requisito di pensione anticipata contributiva che potrà essere usato da chi avrà una pensione almeno pari a 3,2 volte l’assegno sociale a partire dal 2030
L’esempio
Se una persona che ha diritto alla pensione anticipata contributiva ha almeno un mese di studi entro il 1995, con il riscatto della laurea rientrerebbe tra i lavoratori “pre 1996”, facendo perdere il requisito di 64 anni di età. In questo caso si rischierebbe dunque di andare in pensione due o tre anni dopo
L’opzione della pace contributiva
Per i lavoratori che hanno contributi versati esclusivamente a partire dal 1996 in poi, inclusi gli anni di studi universitari, c’è anche l’opzione della pace contributiva che, salvo proroghe, potrà essere richiesta esclusivamente entro il 31 dicembre 2025. La pace contributiva consente di “tappare” dei buchi di carriera, che intercorrono per esempio tra un cambio di lavoro e l’altro, pagando in proporzione al proprio reddito e alla propria aliquota contributiva, godendo del beneficio della rateizzazione in dieci anni e della deducibilità.
Per approfondire: Pensioni, come funziona la pace contributiva? Ecco chi può fare domanda