Fringe benefit, tassazione auto aziendali a uso promiscuo: cosa dice il Fisco

Economia
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Introduzione

La circolare n.10 pubblicata dall’ente di riscossione il 3 luglio scorso fornisce spiegazioni interpretative sulla tassazione dei redditi da lavoro dipendente per la concessione a uso promiscuo di autoveicoli, motocicli e ciclomotori, parte dei fringe benefit dei lavoratori dipendenti (quando previsti). Ecco cosa sapere.

Quello che devi sapere

Cosa sono i fringe benefit

Per trovare una definizione di fringe benefit si può fare riferimento all’articolo 2099 del codice civile: vengono infatti citati come parte della retribuzione "con partecipazione agli utili o ai prodotti, con provvigione o con prestazioni in natura”. Sono perciò beni e servizi aggiuntivi o integrativi (assegnati senza vincoli, oppure concordati dai contratti) con cui il datore di lavoro punta a incentivare e fidelizzare i dipendenti. In genere, questi premi vengono abbastanza apprezzati dai dipendenti e dai datori di lavoro rispetto ad altre soluzioni, come l’aumento retributivo o le gratifiche occasionali, soggetti a maggiore tassazione.

 

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Cosa sono i fringe benefit

Gli esempi più comuni

Fra gli esempi più comuni di fringe benefit rientrano l’alloggio e il vitto in famiglia, i buoni pasto o l’accesso alla mensa aziendale. O ancora, la possibilità di soggiornare in appartamenti o alberghi a spese dell'azienda. A questi si aggiunge la concessione all’uso di beni di proprietà dell’azienda, come per esempio: telefono aziendale; pc, tablet, stampanti o altri dispositivi elettronici aziendali. Ci poi i servizi come il trasporto collettivo, gli asili aziendali, le polizze assicurative e i prestiti aziendali.

La disciplina sulle auto aziendali

Della categoria fanno parte, come detto, anche i veicoli aziendali. Tutte le spese relative all’auto, incluso l’acquisto, restano a carico della ditta che offre questo benefit, ottenendo in cambio significative agevolazioni fiscali: i costi riducono la base imponibile su cui l’azienda calcola le tasse al lavoratore.

Cosa si intende per uso promiscuo

I veicoli a uso promiscuo sono quelli che l’azienda mette a disposizione di un dipendente per essere utilizzato sia per scopi lavorativi, come ad esempio le trasferte, sia personali.

Come avviene il calcolo del fringe benefit

Il calcolo del fringe benefit sull'auto aziendale concessa in uso promiscuo ai dipendenti si basa su una percentuale del costo annuo, determinato tramite le tabelle di Automobile Club Italia (Aci) e comprende: il costo chilometrico del mezzo moltiplicato per una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri. Dal totale viene poi applicata una percentuale differente in base al tipo di tassazione.

Come è cambiata la tassazione sulle auto aziendali

Negli ultimi anni, la tassazione sulle auto aziendali è cambiata più volte per incentivare l’utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale. Prima del 2020, per il calcolo del fringe benefit si applicava un’imposizione standard del 30% sul costo chilometrico a prescindere dal tipo di emissioni prodotte. Successivamente è stato stabilito che il fringe benefit concorre alla formazione del reddito del lavoratore ed è soggetto a tassazione fiscale dal 25 al 50% a seconda dell’inquinamento prodotto.

La nuova tassazione

L’ultima Legge di bilancio ha ulteriormente modificato la tassazione introducendo nuove percentuali, differenti in base alle emissioni di Co2 dei veicoli. Per le vetture tradizionali, a benzina o a diesel, l’imposizione è cresciuta fino al 50%, quota che scende al 20% per le ibride plug-in e cala al 10% per le elettriche.

Quando si applica la nuova disciplina

Come ricorda la circolare delle Entrate, le nuove percentuali di tassazione per i veicoli si applicano per le immatricolazioni finalizzate dopo il 1° gennaio 2025. A partire da questa data poi il mezzo viene assegnato in uso promiscuo al dipendente. Deve essere poi dimostrato che l'atto non è unilaterale del datore ma si basa su un'accettazione consapevole del dipendente tramite la sottoscrizione dell’atto di assegnazione.

Cosa succede ai vecchi contratti

Per i veicoli immatricolati nel 2024 o prima restano valide le regoli precedenti basate sui vari livelli di emissioni di Co2 anche se l’assegnazione al dipendente si è concretizzata dopo il 1° gennaio di quest’anno.

Ordinazioni tra 2024 e 2025

Un ulteriore chiarimento riguarda l’ipotesi di un veicolo ordinato entro il 31 dicembre 2024 e che, secondo la legge di bilancio 2025, rientra nella tipologia dei veicoli che godono delle percentuali di agevolazione più elevate. In questo caso, la circolare delle Entrate chiarisce che trova applicazione la disciplina “più favorevole” introdotta dal comma 48, in considerazione del fatto che i requisiti previsti per accedere alla nuova disciplina si sono comunque tutti verificati nel corso di quest’anno.

 

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