Sugar tax, rinviata l'entrata in vigore a gennaio 2026: le conseguenze per i consumatori
EconomiaIntroduzione
Venerdì 20 giugno il Consiglio dei ministri ha rinviato l'entrata in vigore della sugar tax al primo gennaio 2026. Confermata, dunque, la volontà del governo di ritardare l’imposizione della tassa sulle bibite zuccherate, che in assenza di un provvedimento avrebbe preso il via tra pochi giorni, a luglio 2025. L’imposta era stata introdotta dal secondo governo Conte nel 2020 per contrastare l’obesità e le altre problematiche legate al consumo eccessivo di zuccheri.
Quello che devi sapere
Cos'è la sugar tax
Come accennato, la sugar tax è una tassa che mira a promuovere abitudini alimentari più sane, riducendo il consumo di zuccheri in linea con quanto fatto da altri Paesi europei (come Francia, Spagna, Ungheria e Regno Unito) e mondiali (Messico, Colombia e alcune città degli Stati Uniti). La misura, che grava su produttori e importatori di bevande analcoliche zuccherate, consiste in un’imposta di 10 euro per ettolitro sulle bibite che contengono edulcoranti e di 25 centesimi di euro per chilogrammo in caso di prodotti predisposti a essere usati solo dopo essere stati diluiti. Nello specifico, i prodotti a essere colpiti sono cole, aranciate, limonate, cedrate, succhi di frutta, the e soft drink.
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Quando si applica l'imposta
Secondo le regole stabilite finora, l'imposta è esigibile al momento della cessione, anche a titolo gratuito, di bevande edulcorate (da parte del produttore nazionale, da parte del soggetto nazionale che provvede al condizionamento, nonché da parte del soggetto residente o non residente nel territorio nazionale, per conto del quale le bevande sono ottenute dal fabbricante o dall’esercente l’impianto di condizionamento), a consumatori nel territorio dello Stato oppure a rivenditori. L’imposta è esigibile anche al momento della ricezione delle bevande edulcorate da parte dell’acquirente nazionale, per i prodotti provenienti da Paesi Ue, e al momento dell’importazione definitiva in Italia per le bevande edulcorate importate da Paesi extra Ue.
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Le mancate entrate per lo Stato
La proroga dell'avvio della sugar tax voluta dal governo Meloni ha un impatto sul bilancio dello Stato. Con il rinvio di sei mesi dell’entrata in vigore della misura, l’Erario rinuncia di fatto a circa 60 milioni di euro di entrate, stando ai conti della Ragioneria generale dello Stato realizzati in occasione della conversione in legge del decreto Superbonus (decreto legge n. 39/2024). La tassa sulle bibite zuccherate, dunque, non è solo una questione di salute, ma anche economica.
La tassa è cancellabile?
La misura è giunta addirittura all'ottavo rinvio. "Prendiamo atto con soddisfazione che la nostra proposta di rinviare ulteriormente questo inutile balzello è stata accolta dal Consiglio dei ministri", hanno dichiarato in una nota i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. "Ora lavoriamo affinché questa imposta sia abolita del tutto poiché dannosa per famiglie e imprese. Forza Italia continuerà a battersi contro tasse inutili nell’interesse dell’economia e dei cittadini. È il momento di sostenere la crescita, non di ostacolarla con tasse ereditate dalla sinistra e dai grillini", hanno aggiunto. Ma perché è difficile cancellare del tutto l’imposta?
Mancano coperture stabili
Il governo non è ancora riuscito a eliminare la sugar tax perché dovrebbe trovare coperture stabili per rinunciare al gettito stimato. "Stiamo studiando la possibilità dell'eliminazione definitiva, anche se sappiamo che non è facile e ci vogliono le risorse", ha detto il portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi. "Se si vuole far slittare l'entrata in vigore o cancellarla del tutto, bisogna trovare le coperture. Vale circa 300 milioni di euro l'anno. Trovare le coperture è compito del ministero dell’Economia e delle Finanze. Da parte di Forza Italia c'è l'impegno e la richiesta fortissimi che la riduzione delle tasse e della burocrazia sia un mantra fondamentale per gli ultimi due anni di legislatura", ha concluso Nevi.
Il commento di Assobibe
Assobibe, l'associazione di Confindustria che raggruppa i produttori di bevande analcoliche in Italia, plaude al rinvio della sugar tax, di cui chiede però la "definitiva cancellazione". Il presidente Giangiacomo Pierini auspica infatti che il Parlamento "consideri uno slittamento di almeno un anno o la definitiva cancellazione di questa imposta contro il made in Italy, così da evitare alle imprese di ritornare in uno stato di incertezza nel giro di pochissimi mesi". E ancora: "Il nostro è l'unico comparto su cui pendono due nuove tasse come la sugar e la plastic tax, non sostenibili per chi fa impresa nel Paese". Poi una puntualizzazione: "Al di là del nome, la sugar tax colpisce il 100% della produzione nazionale perché non si applica sullo zucchero, ma sulla dolcezza", in quanto "i prodotti con o senza zucchero, quindi con o senza calorie, sono tassati allo stesso modo". E conclude: "In Italia non è necessario contenere i consumi di bevande analcoliche, che sono stabili da anni e registrano un calo costante delle versioni zuccherate e rappresentano appena lo 0,9% del totale delle calorie quotidiane".
Niente rincari dei prezzi
Ma con l'ennesimo rinvio della sugar tax, quali sono gli effetti per i consumatori? Secondo le imprese del settore, con l’ulteriore proroga della tassa è stato scongiurato un incremento del 28% sulla fiscalità gravante sui prodotti colpiti. Un ricarico che verrebbe in buona parte scaricato sui consumatori, che dovrebbero così farsi carico di un aumento nell’ordine del 25% dei prezzi delle bevande.
Posti di lavoro a rischio?
Secondo le imprese del settore, i benefici per i cittadini si traducono anche nella mancata perdita di posti di lavoro. L’eventuale entrata in vigore della sugar tax potrebbe infatti condurre a una frenata degli investimenti per oltre 46 milioni di euro, con un calo degli acquisti di materia prima di almeno 400 milioni di euro e in un taglio del 10% del fatturato. Così, riducendo attività e investimenti in Italia (-12%), sarebbero a rischio 5mila posti di lavoro.
Gli effetti sulla salute
Quali sono invece gli impatti sulla salute dei cittadini? La Fondazione Umberto Veronesi, sul proprio sito, cita uno studio pubblicato a fine gennaio 2025 su Plos Medicine e condotto dai ricercatori della University of Cambridge School of Clinical Medicine. Secondo l'analisi, la tassazione sulle bevande analcoliche introdotta nel Regno Unito nel 2018 avrebbe portato a una riduzione dell'obesità dell'8% nelle bambine di età compresa tra 10 e 11 anni, ossia 5.200 casi di obesità in meno ogni anno nel Regno Unito tra le ragazzine. Non sono invece stati evidenziati gli stessi progressi nella popolazione maschile e fra i bambini più piccoli della fascia sopracitata.
La misura funziona?
In Spagna, che nel 2021 ha alzato l'Iva dal 10% al 21% sulle bevande zuccherate ed edulcorate, è stata pubblicata una ricerca condotta dal Centro de Políticas Económicas EsadeEcPol, che ha sì accertato una riduzione del consumo del 13% di queste bibite, ma solamente nel 33% delle famiglie più povere. Variazioni non significative per le restanti fasce della popolazione. Sull’efficacia della sugar tax, Assobibe sottolinea che "dopo la Commissione europea, recentemente anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiarito che non è tra le opzioni principali da adottare nei Paesi ai fini di migliorare la salute dei cittadini".
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