Referendum, niente quorum: lavoro e cittadinanza non cambiano

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Con la bassa affluenza al voto resta tutto com’è per le cinque regole che si volevano abrogare. Dal Jobs Act ai contratti a termine, passando per la cittadinanza, vediamo di cosa si tratta

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Resiste la colonna portante del Jobs Act dopo il referendum. Resta in piedi, infatti, il cosiddetto contratto di lavoro a tutele crescenti. Quindi: il dipendente assunto dopo il 7 marzo del 2015 a tempo indeterminato, in un’impresa con più di quindici lavoratori, continuerà a non poter essere reintegrato se licenziato illegittimamente ma – in casi del genere - avrà diritto a un indennizzo di massimo 36 mensilità di stipendio.

Tutele crescenti: regge il pilastro del Jobs Act

Trattamento diverso per chi è invece entrato in azienda prima del marzo 2015, che ha la possibilità di tornare al suo posto se il giudice dichiara infondato e ingiusto il licenziamento. Da ricordare che la rigidità iniziale delle tutele crescenti è stata ammorbidita da Parlamento e tribunali, per cui in diversi casi chi ha un contratto di quel tipo può essere reintegrato.

Piccole imprese: non cambia l'indennizzo per i licenziati

Non cambia nemmeno la norma per chi è licenziato in modo ingiustificato in un’impresa con meno di 16 dipendenti. Resta il limite di sei mesi di risarcimento per chi perde il lavoro in ditte con poco personale come – per esempio - un’officina o un negozio.

Contratti a termine: resta l'assenza di causali

Confermate anche le regole che permettono di assumere a termine per i primi dodici mesi senza dover giustificare il motivo. Per cui: le imprese avranno la possibilità di continuare a far firmare contratti d’impiego privi di causali anche per periodi molto brevi.

Infortuni sul lavoro, no all'indennizzo dalla ditta committente 

Resiste, poi, l’attuale disciplina sugli infortuni e i subappalti. Il lavoratore, quindi, potrà ottenere il risarcimento solo da chi l’aveva direttamente ingaggiato e non anche dal committente a cui fanno capo complessivamente i lavori. Se, per esempio, un operaio cade da un ponteggio e ha un infortunio continuerà a poter chiedere l’indennizzo solo all’impresa da cui è assunto e non a quella titolare del cantiere.

Cittadinanza, per la richiesta servono sempre dieci anni di residenza

Infine, la cittadinanza. Per richiederla, un cittadino non europeo potrà farlo dopo dieci anni di residenza continuativa (col referendum si voleva scendere a cinque), oltre a un’altra serie di requisiti (reddito adeguato e conoscenza dell’italiano) per i quali col voto non si chiedevano modifiche.

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