
Una maggiore flessibilità nell'utilizzo dei contratti a tempo determinato, ovvero quelli che hanno durata tra i 12 e i 24 mesi, comprese proroghe e rinnovi. È questo uno dei punti focali introdotti a proposito dei rapporti di lavoro a termine, inseriti nel decreto lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 1° maggio
All'interno del decreto lavoro approvato durante il Consiglio dei Ministri del 1° Maggio (in foto), il governo della premier Giorgia Meloni ha varato nuove regole in merito ai contratti a tempo. Scopriamo quali sono le novità introdotte per i rapporti di lavoro a termine

Nel decreto è specificato come i rapporti di lavoro a termine fino a 12 mesi, continuano a non necessitare della richiesta di indicazioni di causali, ovvero dei motivi per cui si ricorre a questa tipologia contrattuale (in questo caso si parla di contratto a termine acausale)
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Rimane inoltre il limite, come già previsto dal precedente decreto Dignità, dei contratti da 24 mesi ma con la necessità di indicare le causali, altrimenti scatta l'assunzione a tempo indeterminato
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Ora, con il decreto lavoro, si interviene variando le casuali che possono essere inserite: si affidano alla contrattazione collettiva o, in mancanza, si demandano alle parti ma in questo caso solo fino al 31 dicembre 2024

Nel decreto Dignità approvato nel 2018 infatti, le casuali erano previste per esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività, esigenze di sostituzione di altri lavoratori, esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell'attività ordinaria

"Un provvedimento che elimina le causali di difficile applicazione e che potevano generare contenzioso", spiega la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, respingendo le polemiche che parlano di un rischio di aumento della precarietà

Con l'introduzione del nuovo provvedimento quindi, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non oltre i 24 mesi (sia a livello nazionale sia aziendale)

Questa tipologia di contratti sarà prevista se inserita nei contratti collettivi, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 30 aprile 2024, oppure per sostituire altri lavoratori

Secondo il governo: "Si consente così un uso più flessibile dei contratti a termine, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi"
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