Nike, dalle scarpe all’abbigliamento: in arrivo aumento dei prezzi su molti prodotti

Economia
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Introduzione

Nike aumenterà i prezzi di alcune scarpe da ginnastica e abbigliamento a partire dal 1° giugno, poche settimane dopo che la rivale Adidas ha avvertito che avrebbe dovuto aumentare il costo dei prodotti a causa dei dazi statunitensi.

La notizia è riportata da diversi media internazionali, tra cui la Bbc che scrive di aver  appreso che la decisione di Nike è stata presa a causa di una serie di fattori interni ed esterni

 

I dazi statunitensi non sono stati indicati esplicitamente dall’azienda come motivo dell'aumento, ma va tenuto presente che quasi tutti i prodotti Nike sono realizzati in Asia, una regione presa di mira dalle tariffe del presidente americano Donald Trump. Gli Stati Uniti hanno sospeso i cosiddetti dazi "reciproci" più elevati fino a luglio, ma un'imposta "base" del 10% rimane in vigore nei confronti di una lunga lista di Paesi

Quello che devi sapere

Su che prodotti ci saranno gli aumenti? E di quanto?

La Bbc ricorda che i dazi doganali sono quasi sempre pagati dall'azienda che importa la merce in un Paese, piuttosto che dall'azienda che la produce. Sebbene gli importatori possano decidere di assorbire l'imposta aggiuntiva, possono anche scegliere di scaricarla sul consumatore. Così, da domenica 1° giugno, la maggior parte delle scarpe Nike che costano più di 100 dollari subirà un aumento di prezzo fino a 10 dollari. Anche i prezzi di abbigliamento e attrezzature subiranno un aumento compreso tra 2 e 10 dollari. Nike ha dichiarato: "Valutiamo regolarmente la nostra attività e apportiamo modifiche ai prezzi nell'ambito della nostra pianificazione stagionale".

 

 

Per approfondire:

Su Insider, la rubrica di Carlo Cottarelli: Cresceremo nonostante i dazi? Cosa dicono le previsioni Ue

I prodotti esentati dagli aumenti

Le Air Force 1 di Nike, così come le scarpe che costano meno di 100 dollari, saranno esentate dagli aumenti di prezzo. Saranno esclusi anche i prodotti per bambini e l'abbigliamento e gli accessori a marchio Jordan.

La decisione di Adidas

Ma Nike non è l’unica azienda a muoversi in questa direzione. Il mese scorso Adidas ha affermato che le tariffe imposte da Trump avrebbero portato a un aumento dei prezzi negli Stati Uniti per le scarpe da ginnastica più popolari, tra cui le Gazelle e le Samba. E mercoledì, il rivenditore britannico di abbigliamento sportivo JD Sports ha affermato che l'aumento dei prezzi nel suo mercato chiave, gli Stati Uniti, a causa dei dazi potrebbe incidere sulla domanda dei clienti.

Le motivazioni dietro la scelta di Adidas

"Dazi più elevati finiranno per causare costi più elevati per tutti i nostri prodotti destinati al mercato statunitense", aveva dichiarato Adidas in un comunicato a fine aprile. L'azienda aveva poi affermato di essere "in qualche modo esposta" ai dazi imposti dalla Casa Bianca su Pechino, ma di aver già ridotto al minimo le esportazioni dei suoi prodotti cinesi verso gli Stati Uniti. Tuttavia, ha affermato che l'impatto maggiore deriva dall'aumento generale dei dazi statunitensi su tutti gli altri Paesi.

Adidas ha poi dichiarato di non essere attualmente in grado di produrre quasi nessuno dei suoi prodotti negli Stati Uniti. L'azienda - come del resto anche Nike - utilizza fabbriche in Paesi come Vietnam e Cambogia, che sono finite nel mirino dell'amministrazione Trump sul fronte dazi.

I dazi e gli scenari futuri

In generale, le aziende di tutto il mondo stanno facendo i conti con l'incertezza delle politiche commerciali che l’amministrazione Trump sta mettendo in atto. Una serie di ingenti dazi "reciproci", annunciati il ​​2 aprile, sono stati sospesi mentre i Paesi di tutto il mondo negoziano con Washington. Le merci provenienti da Vietnam, Indonesia, Thailandia e Cina – Paesi che producono scarpe per le aziende statunitensi – sono destinate ad affrontare alcune delle più pesanti tasse di importazione statunitensi, comprese tra il 32% e il 54%. La sospensione di 90 giorni dovrebbe scadere all'inizio di luglio, ma il dazio base del 10% rimane in vigore.

La maggior parte delle aziende Usa dovrà aumentare i prezzi

Secondo Nbc News, gli aumenti dei prezzi legati ai dazi statunitensi non stanno però colpendo solo il mercato dell'abbigliamento sportivo. Aumenti si registrano infatti anche per gli accessori per bambini, per animali domestici e nel mondo tech. Inoltre, come scrive il The Guardian, la maggior parte delle aziende statunitensi afferma che dovrà aumentare i prezzi per far fronte ai dazi. Più della metà (54%) delle aziende statunitensi intervistate dalla compagnia assicurativa Allianz ha dichiarato che dovrà aumentare i prezzi per far fronte al costo delle nuove tariffe. Delle 4.500 aziende di nove Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Cina, intervistate da Allianz, solo il 22% ha dichiarato di poter assorbire l'aumento dei costi.

 

Non solo: quasi otto aziende americane su 10 hanno dichiarato di aver anticipato le spedizioni in Cina prima che Trump annunciasse i dazi, mentre il 25% ha dichiarato di aver iniziato ad anticipare le spedizioni prima delle elezioni del novembre 2024.

 

L'imprevedibilità della politica commerciale statunitense ha minato la fiducia degli esportatori. L'indagine ha rilevato che il 42% delle aziende esportatrici prevede ora un calo del fatturato compreso tra il -2% e il -10% nei prossimi 12 mesi, rispetto a meno del 5% registrato prima del "Giorno della Liberazione" del 2 aprile, quando Trump ha presentato la sua politica tariffaria.

 

Per approfondire:

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