Dazi Usa, l'Italia rischia di perdere oltre 6 miliardi di export
EconomiaE' quanto si ricava dalle stime del ministero delle Imprese nel caso di tariffe americane del 20 per cento su tutti i prodotti. Queste tasse alla dogana sono sospese fino a luglio e sono in corso negoziati fra Europa e Usa. Timori per le esportazioni anche per l'annuncio di Trump di voler abbassare i prezzi dei farmaci
Calcolatrice alla mano, l'Italia rischia di perdere il 10 per cento delle sue esportazioni negli Stati Uniti se la minaccia di Donald Trump diventerà realtà. E cioè se i dazi al 20 per cento su tutti i prodotti europei (e quindi anche sui nostri) saranno applicati. In soldoni di tratterebbe di 6,5 miliardi di euro in meno, se consideriamo che l'anno scorso il Made in Italy negli Usa ha raggiunto la cifra di 65 miliardi.

Bomba da disinnescare
Al momento si può sperare che tutto questo non accada, perché sono in corso negoziati fra Bruxelles e Washington per disinnescare questa bomba commerciale. Nell'attesa - come è noto - l'ondata di tariffe è stata congelata e c'è tempo fino a luglio per trovare un'intesa fra le due sponde dell'Atlantico. Meno di due mesi per raggiungere un accordo, sul quale confida il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che nel prevedere l'impatto delle tariffe precisa che se i nuovi balzelli fossero al 10 per cento le esportazioni subirebbero un calo del 6,5 per cento (cioé oltre quattro miliardi).

I dazi Usa già in vigore
Nel suo intervento in Parlamento, Urso ricorda che la tregua non riguarda le tasse scattate a marzo che pesano su tutti i beni al 10 per cento e al 25 su acciaio, alluminio e auto. Gli effetti di questi balzelli su un settore in crisi come quello delle quattroruote ancora non si conoscono, ma il ministro teme un impatto significativo sull’industria italiana di componentistica, cioé quella che rifornisce molte case automobilistiche europee.

La corsa alle scorte fa salire l'export
Non si prevedono conseguenze significative per gli altri settori interessati dai dazi già in vigore, dice Urso, che sottolinea come nei primi tre mesi del 2025 le nostre esportazioni negli Stati Uniti siano aumentate (dell’11,8 per cento annuo), probabilmente perché si sono fatte scorte in vista di tempi peggiori.

Aiuti alle imprese?
In ogni caso, visto che la situazione è molto incerta, non ci sono all'ordine del giorno aiuti alle imprese. "Misure compensative andranno eventualmente predisposte quando avremo un quadro certo a oggi difficilmente ipotizzabile", spiega ministro, secondo il quale i sostegni, per essere efficaci, dovranno essere decisi a livello europeo e non solo nazionale.
Le incognite sull'industria dei farmaci
Oltre ai dazi, preoccupa, intanto, l’annuncio del presidente Usa di voler tagliare in patria i prezzi dei farmaci (più alti rispetto all’Europa). Molti medicinali vengono realizzati da aziende americane nel nostro Paese e da qui esportate. Le conseguenze potrebbero essere pesanti per l’industria farmaceutica, sulla quale per ora non incombono dazi, che grazie alle vendite Oltreoceano nel 2024 ha incassato più di 10 miliardi, risultando uno dei comparti che più si affida agli Stati Uniti.
