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Statali, aumenti nello stipendio di giugno: taglio del cuneo e arretrati, tutte le novità

Economia
©IPA/Fotogramma
Zangrillo: serve formazione, lavoro a stipendi più alti
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Zangrillo: serve formazione, lavoro a stipendi più alti
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Introduzione

A giugno è previsto l'agognato aumento in busta paga per i dipendenti statali: verrà infatti applicato il taglio del cuneo fiscale come voluto dal governo Meloni nell'ultima Manovra e verranno corrisposti gli arretrati dei cinque mesi precedenti, pari a circa 400 euro netti in media. Una buona notizia per coloro che si aspettavano i soldi già ad aprile, ma che sono rimasti a bocca asciutta complici i lavori di aggiornamento dei software di NoiPa

Quello che devi sapere

A giugno l'agognato aumento

  • Ad aprile, mese corrente, i dipendenti pubblici devono fare i conti con un’amara sorpresa: la busta paga non tiene ancora conto del taglio del cuneo fiscale deciso dal governo Meloni con l’ultima Manovra di bilancio. Ci sarà quindi da aspettare altri due mesi: solo a giugno, infatti, questa categoria di lavoratori potrà finalmente godere del beneficio. Non solo: tra 60 giorni dovrebbero essere pagati gli arretrati dei primi cinque mesi dell’anno, pari a 400 euro netti (in media). Ma come mai si è dovuto attendere così tanto tempo?

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L'aggiornamento dei software

  • La ragione è legata a NoiPa, l’articolazione del ministero dell’Economia che elabora i cedolini dei dipendenti pubblici. I software per tenere conto del taglio del cuneo fiscale non sono stati ancora aggiornati. Ma, come riporta il Messaggero, alla fine della primavera i lavori informatici dovrebbero essere completati, con anche la consegna di un’interfaccia con nuove funzionalità che permetterà ai dipendenti pubblici di scegliere in autonomia se farsi conteggiare il beneficio in busta paga oppure no. Il motivo è semplice: chi sa di essere vicino al limite di reddito che dà diritto al beneficio (pari a 40mila euro) potrebbe poi essere costretto a restituire la somma qualora superi tale soglia

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Il taglio del cuneo fiscale

  • Ma cos'è il taglio del cuneo fiscale? Si tratta di una misura che mira a sostenere i redditi medio-bassi e che ha sostituito la decontribuzione dal primo gennaio 2025. Nel concreto, consiste in una riduzione dei contributi a carico del lavoratore per aumentare il reddito netto in busta paga. A essere interessati sono tutti i dipendenti pubblici, dai professori ai dipendenti dei ministeri. Il mancato conteggio del taglio del cuneo in busta paga può alleggerire gli stipendi fino a un’ottantina di euro netti al mese: solo i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici sono riusciti in maniera temporanea a tamponare questa perdita grazie al recente rinnovo dei contratti

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Le due fasce di reddito

  • Il meccanismo del taglio del cuneo fiscale avviene in due modalità diverse a seconda della fascia di reddito. Partiamo dalla prima categoria, ossi chi ha un reddito complessivo sotto i 20mila euro lordi. In questo caso è prevista un'indennità inserita direttamente in busta paga che vale una percentuale del reddito: il 7,1% fino a 8.500 euro di reddito; il 5,3% nella fascia tra 8.500 e 15mila euro di reddito; il 4,8% dai 15mila ai 20mila euro. Veniamo ora alla seconda categoria, ossia chi supera i 20mila euro di reddito. In questo caso, si tratta di una detrazione Irpef con due scaglioni diversi: chi resta entro i 32mila euro annui, ha diritto a una detrazione aggiuntiva di 1.000 euro; chi invece supera la soglia, ha diritto a una detrazione che si abbassa in via graduale, fino a sparire del tutto sopra i 40mila euro

Le trattative per i rinnovi

  • Come spiega il Messaggero, parte dei dipendenti pubblici, ossia quelli che hanno reddito fino a 40mila euro, ha di fatto subìto una decurtazione dello stipendio nei primi cinque mesi dell’anno. Adesso, terminate le elezioni delle Rsu dove la questione è stato ampiamente dibattuta, potrebbero ripartire le trattative per il rinnovo del contratto per i comparti ancora in attesa. Come accennato, solo i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici sono riusciti a far fronte in qualche modo al mancato taglio grazie al rinnovo, che vede aumenti da 165 euro medi lordi mensili con anche un adeguamento delle indennità di amministrazione

La convocazione dei tavoli

  • Si aspetta dunque la convocazione del tavolo per il settore della scuola (1,3 milioni di dipendenti tra professori e personale Ata) e per gli enti locali (i dipendenti dei Comuni senza le stellette dirigenziali sono 382mila), con l’Aran che deve decidere sulle date. L’Aran, lo ricordiamo, è l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni: dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa, gestionale e contabile, essa rappresenta le Pubbliche amministrazioni nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro. L’Agenzia svolge infatti ogni attività relativa alla negoziazione e definizione dei contratti collettivi nazionali del personale dei vari comparti di contrattazione, compresa l’interpretazione autentica delle clausole contrattuali e la disciplina delle relazioni sindacali nelle amministrazioni pubbliche. Il tavolo per il settore della sanità (581 mila persone tra infermieri e personale amministrativo) è stato convocato il 29 aprile

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Le nuove assunzioni

  • Ma la questione del taglio del cuneo fiscale non è l’unica criticità per la Pubblica amministrazione. Da tre anni, infatti, è in corso un maxi reclutamento di personale, dato che nei ministeri manca un dipendente su tre. Certo, ci sono state già molte assunzioni, che però servivano a coprire le uscite dei pensionamenti. Restano, dunque, problemi di organico a tal punto che, in alcuni casi, i posti da coprire sono pari al 50% di quelli totali. Per cercare di coprire le mancanze, sono state autorizzate quest'anno più di 4.000 assunzioni nelle amministrazioni centrali dello Stato, come stabilito da un Dpcm preparato dal ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale a marzo

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I ministeri che cercano personale

  • In questo scenario, quello della Giustizia è il ministero con la quota maggiore di assunzioni autorizzate: deve reclutare 1.734 unità di personale, tra cui 369 funzionari, da assegnare al dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria, per una spesa complessiva superiore ai 55 milioni di euro. Il ministero dell'Interno è stato autorizzato ad assumere 957 unità di personale: prevista una spesa vicina ai 32 milioni di euro. Quello degli Affari esteri deve reclutare invece 70 unità. Al ministero dell'Economia sono attese circa 300 assunzioni: in arrivo 100 funzionari, 120 assistenti, una dozzina di dirigenti e 60 elevate professionalità. Più di 40 assunzioni sono state poi autorizzate al ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove però si riscontra l'assenza di 266 unità di personale nell'area dei funzionari, di 525 unità in quella degli assistenti e di 14 unità nell'area degli operatori. Le assunzioni autorizzate al ministero della Salute, invece, sono un centinaio. Al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, infine, via libera al reclutamento di 30 unità di personale

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