Telemarketing, perché le truffe al telefono continuano e cosa sta facendo il governo
EconomiaIntroduzione
Telemarketing e telefonate insistenti, in alcuni casi con il rischio di truffe per chi le riceve, sono sempre più frequenti nel quotidiano, per chiunque abbia una scheda sim. Il registro delle opposizioni, lanciato nel 2022, avrebbe dovuto dare la risposta a un problema che già ai tempi era molto diffuso. Tre anni dopo, se ne può decretare il fallimento: chi sta dietro al telefono e fa quelle chiamate ha completamente bypassato il sistema.
La politica sta dunque provando di nuovo a risolvere la questione, con nuove proposte arrivate da partiti di maggioranza e di opposizione. Intanto, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’inchiesta, affidata ai pm Silvia Santucci e Fabio Santoni, a seguito di una denuncia presentata dal Codacons. Giovedì 3 aprile verrà sentito in questo ambito il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi.
Quello che devi sapere
I numeri sul telemarketing
- Secondo i dati che il Garante della Privacy ha condiviso con Repubblica, il numero di chiamate sarebbe in diminuzione: nel secondo semestre del 2024 ci sono state poco più di 30mila segnalazioni, a fronte delle 57mila nei primi sei mesi del 2023. In realtà i numeri sono, per forza di cose, incompleti: si tratta appunto di segnalazioni e non tutti i cittadini si rivolgono al Garante per lamentarsi.
- Sul punto non c’è infatti totale chiarezza. I capigruppo Pd in Commissione Ambiente e Attività Produttive, Marco Simiani e Vinicio Peluffo, in una nota congiunta di fine marzo scrivevano che in Italia i 110 milioni di schede sim attive “ricevono in media quasi due chiamate al giorno dai call center”.
Per approfondire: Call center, perché arrivano telefonate mute e cos’è il “comfort noise”
Il codice di condotta del Garante
- Dovrebbe venire in soccorso il codice di condotta del Garante, già in vigore da tempo, ma anche questa soluzione per ora non si è rivelata particolarmente d'aiuto. È uno strumento su base volontaria, con cui – in sintesi - le aziende che aderiscono al progetto si impegnano ad auto-limitarsi e ad assicurare la trasparenza del sistema. Sono previste sanzioni economiche per i contratti poco chiari che vengono sottoscritti sulla base di contatti senza esplicito consenso e per violazione della privacy. Molte le aziende colpite con multe anche da centinaia di migliaia di euro, tra cui Wind-Tre ed E.On Energia
L’organismo di monitoraggio
- Nell’ambito del codice è anche stato istituito un organismo di monitoraggio. Siccome però le aziende devono appunto aderire al Codice e solo negli ultimi tempi hanno lentamente iniziato a farlo, il suo controllo per forza di cose finora non è stato così stretto. Manca ancora ad esempio la partecipazione della maggioranza delle società che lavorano nell’energia
Stop ai consensi “omnibus”
- Di recente il Garante ha espresso il principio per cui il consenso alla cessione dei dati personali a terzi per finalità di marketing può considerarsi realmente libero soltanto se all’interessato sono garantiti una scelta effettiva e il controllo sui propri dati. L’uso di formule generiche (che ad esempio non permettono di selezionare la singola categoria merceologica delle offerte commerciali desiderate - non è quindi in linea con la normativa e non può far venir meno gli effetti della opposizione manifestata con l’iscrizione al registro delle opposizioni.
- Lo stesso principio vale per i form e le informative che ostacolano l’esercizio dei diritti riconosciuti all’interessato nella scelta degli strumenti attraverso cui ricevere le comunicazioni promozionali
Il codice dell’Agcom
- In parallelo a quello del Garante è stato istituito un codice dell’Agcom, che prevede una serie di misure da recepire nei contratti stipulati tra gli operatori di comunicazioni elettroniche e i soggetti che svolgono le attività di call center in qualità di partner commerciali.
- In primo luogo, gli operatori e i call center sono tenuti a implementare misure che assicurino il rispetto della non modificabilità del numero chiamante, al fine di impedire lo “spoofing del CLI” (Calling Line Identificator) e lo “spoofing dell’ID” (Identificativo). Il fenomeno fraudolento ha luogo quando il chiamante (di solito un truffatore) maschera il proprio ID in modo tale che la chiamata in entrata, ricevuta dal chiamato, sembri provenire da un altro ID chiamante. In questi casi nel display del telefono del chiamato appare un numero diverso da quello del telefono da cui è stata effettuata la chiamata.
- Il Codice di condotta regola anche il ricorso alla sub-contrattualizzazione da parte dei partner commerciali, la gestione dei subappalti all’estero, nonché l’obbligo rafforzato di richiamabilità dei call center, al fine di disincentivare l’utilizzo fraudolento di numerazioni non contattabili o anonimizzate
Le proposte della politica
- La scorsa settimana nelle Commissioni riunite Trasporti e Attività Produttive è stata approvato un ddl, su proposta della deputata di FdI Eliana Longi, che punta a rafforzare le tutele per gli utenti e che propone misure premiali per le aziende che sottoscrivono i codici di Agcom e del Garante, come una corsia preferenziale negli appalti pubblici. Un emendamento al testo vorrebbe poi dare poteri diretti all’Antitrust, che si muoverebbe in automatico sulla base di un meccanismo di iscrizione delle telefonate nel Registro delle pratiche commerciali scorrette.
- Il Carroccio vorrebbe potenziare ancora di più la protezione nei confronti di persone fragili e anziani, vietando la possibilità di sottoscrivere contratti per luce e gas.
- Il Pd chiede agli operatori e alle imprese di evidenziare nel display del telefono che l'utente sta per ricevere una chiamata di natura commerciale e punta ad associare un unico prefisso riconoscibile a tutte le chiamate di telemarketing
L’esposto del Codacons sulle telefonate mute
- Parallelamente, come detto, si muove l’inchiesta a Roma per l’esposto del Codacons. L'associazione dei consumatori aveva denunciato numerosi casi di telefonate mute ricevute in un breve arco di tempo sul numero di utenza mobile del presidente Rienzi. Rispondendo, la comunicazione veniva avviata ma dall'altro capo del telefono non si sentiva alcuna voce o suono.
- Alla base di questo meccanismo, denuncia il Codacons, c’è il fatto che molti call center, per ottimizzare i tempi e incrementare il numero di utenti contattati, utilizzano software che programmano più telefonate di quante gli operatori fisici riescano a gestirne. In tal modo le chiamate partono in modo automatico, gli utenti rispondono ma i dipendenti dei call center sono impegnati in altre conversazioni, e le telefonate rimangono quindi mute. Si ipotizza il reato di molestia.
Per approfondire: Truffe online e telefoniche, dalle bollette luce e gas alla Rc auto come evitare le frodi