Pensioni, stretta su Quota 103 e Opzione Donna affossa le anticipate nel 2024. I dati Inps
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Pensioni, Itinerari previdenziali: spesa al 12,5% del pil
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Introduzione
Come evidenziano recenti dati dell’Osservatorio Inps, lo scorso anno è calato il numero di lavoratori che si è avvalso di strumenti per uscire prima dall’attività professionale. Nel 2024 gli assegni erogati sono stati 215.058, il 15,7% in meno rispetto al 2023 quando le pensioni anticipate avevano toccato quota 255.119
Quello che devi sapere
Come è cambiata Quota 103
- A pesare sulla diminuzione delle pensioni anticipate sono soprattutto gli effetti della stretta sui requisiti per accedere a Quota 103 e Opzione Donna. Per quanto riguarda la prima misura, l'ultima Legge di bilancio ha dato il via libera alla proroga per tutto il 2025 confermando i requisiti stringenti introdotti l'anno precedente. Il meccanismo per raggiungere i 41 anni di contributi poggia ora interamente sul sistema di calcolo contributivo a differenza del passato dove era misto. Scende inoltre il tetto dell’importo che passa da cinque a quattro volte il trattamento minimo, pari a 2.395 euro lordi al mese sino al compimento dei 67 anni d’età. I lavoratori che maturano tali requisiti conseguono il diritto al trattamento pensionistico il primo giorno successivo dopo 7 mesi di finestra mobile (9 per il pubblico impiego), 3 in più rispetto a quanto previsto fino al 2023
Per approfondire:
![Come è cambiata Quota 103](https://static.sky.it/editorialimages/4d1aa4c56d9154d913edb83ae20e8147b2bf8662/skytg24/it/economia/2024/12/20/lavoro-liberi-professionisti-guadagni/calcolatrice_ipa.jpeg?im=Resize,width=375)
A cosa è dovuta la scarsa adesione
- Già lo scorso agosto l'Inps stimava una bassa adesione a Quota 103 con appena 7mila domande pervenute. Ad affossare il ricorso allo strumento è soprattutto la penalizzazione economica che si avrebbe con il ricalcolo contributivo così come la scarsa convenienza in termine di anticipo rispetto all'uscita con 42 anni e 10 mesi indipendentemente dall'età (41 anni e 10 mesi per le donne)
Opzione Donna
- Crolla anche la quota di lavoratrici che nel 2024 hanno lasciato l’attività tramite Opzione Donna, strumento che consente di accedere alla pensione con almeno 61 anni d’età, 35 di contributi ed è riservato a chi assolve al ruolo di caregiver, mostra un’invalidità superiore al 74% oppure è dipendente di un’azienda che versa in stato di crisi. Lo scorso anno appena 3.489 donne hanno raggiunto la pensione tramite questo meccanismo, il 71% in meno rispetto al 2023 quando Opzione Donna aveva interessato 11.996 lavoratrici
Il confronto sul 2023
- L’Istituto di previdenza calcola che le pensioni liquidate lo scorso anno ammontano a 830.452 mentre quelle con decorrenza 2023 erano state 907.066. Differenze si registrano inoltre per quanto riguarda gli importi medi mensili degli assegni che nel 2024 risultano leggermente più pesanti: 1.246 euro contro i 1.231 dell’anno precedente
Pensioni di reversibilità e invalidità
- Oltre ai trattamenti anticipati a calare sono anche le pensioni di invalidità e di reversibilità che l’anno scorso si sono fermate rispettivamente a 52.261 e 213.680
Pensioni di vecchiaia
- Secondo l’Osservatorio Inps, l’erogazione di pensioni di vecchiaia mostra una sostanziale stabilità negli ultimi 2 anni. Nel 2024 gli assegni erogati ai lavoratori con almeno 67 anni di età e 20 di contributi risultavano 254.213, poco sotto il dato del 2023 (256.342)
Gap di genere
- I dati indicano come la diminuzione delle varie tipologie di pensione corrisponda invece ad un allargamento della differenza di importi tra assegno di uomini e donne. A fronte di un importo medio che, come detto, nel 2024 è stato di 1.246 euro, gli assegni salgono a 1.475 euro per i maschi, 427 euro in più rispetto a quelli percepiti dalle femmine (1.048 euro)
Dove sono le differenze maggiori
- Cresce la forbice tra i generi che investe le principali tipologie di pensione. Per gli assegni di vecchiaia, per esempio, Inps calcola un importo medio per gli uomini pari a 1.351 euro mentre per le donne non arriva alla soglia dei mille euro (978). Non va meglio per le pensioni anticipate dove i lavoratori percepiscono in media 2.231 euro contro i 1.887 delle lavoratrici così come per quelle di invalidità, rispettivamente 908 e 679 euro
Pensione di reversibilità
- Il “gender gap” pensionistico si azzera solo nel caso degli assegni di reversibilità dove le donne beneficiano di importi maggiori perché mutuati dai trattamenti dei mariti che risultano mediamente più alti: 981 euro rispetto ai 573 euro percepiti nel caso il superstite sia uomo
Assegni sociali
- Secondo l’Osservatorio Inps, differenze di importi tra uomini e donne risultano più lievi per gli assegni sociali. Nel 2024 i maschi hanno ottenuto in media 526 euro mentre il trattamento è stato di 469 per le femmine
Le cause
- Differenze nel peso degli importi sono causate soprattutto dai minori anni di attività che investono le lavoratrici insieme al maggior ricorso a contratti part-time. A questi si aggiungono salari mediamente più bassi che fanno sentire i propri effetti sui contributi necessari per costituire la pensione futura
Per approfondire:
Quota 103, le domande sono sotto le stime: 7mila in tutto, erano previste 17mila