Fisco, per tasse e multe non pagate sprint sulle rateizzazioni: cosa cambia
EconomiaIntroduzione
Nel 2025 il Fisco punta sulle rateizzazioni per tasse e multe non pagate. A novembre 2024, il carico di cartelle a rate toccava i 33,3 miliardi di euro, anche se è solamente una goccia nel mare magnum dei miliardi (1.267,6 per la precisione) che affollano il magazzino della riscossione. Si tratta, secondo lo Stato, dello strumento più efficace per convincere i contribuenti a versare i debiti (anche in tempi molto lunghi) e per non perdere troppo gettito con le rottamazioni.
Quello che devi sapere
I due obiettivi del Fisco
- Sono due gli obiettivi del Fisco per il 2025: convincere i contribuenti a versare i debiti e non perdere troppo gettito tramite le rottamazioni. Da quest’ultime sono arrivati 7,2 miliardi nel 2023 (dei più ampi 14,8 miliardi recuperati dall’Agenzia delle entrate Riscossione), con la sola rottamazione quater che ha fruttato 6,8 miliardi dalle prime due rate, con 3 milioni di contribuenti interessati e 3,8 miliardi di domande di adesione presentate. Nel 2024, la somma invece è scesa a 4,6 miliardi. Ma con la rinuncia alle sanzioni e agli interessi, lo Stato non ha incassato oltre un miliardo di euro
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Le rateizzazioni per tasse e multe
- Per questo il Fisco punta sulle rateizzazioni per tasse e multe non pagate. Come ricorda il Sole 24 Ore, si tratta di una strategia già presente da anni, che nel corso del tempo ha preso sempre più piede: basti pensare che il carico di cartelle a rate a fine novembre 2024 ammontava a 33,3 miliardi di euro. I tassi di riscossione attraverso rateazione, sottolinea ancora il quotidiano economico, sono aumentati l’anno scorso rispetto al 2023 e al 2022: al 30 novembre, 4,3 miliardi sono stati incassati dallo Stato tramite pagamenti scaglionati (su un totale di 9,7 miliardi ottenuti tramite ruoli e cartelle)
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Una goccia nel mare
- Tuttavia, evidenzia il Sole, questi 33,3 miliardi da raccogliere sono solo una goccia nel mare magnum dei miliardi (1.267,6 per la precisione) che affollano il magazzino della riscossione. Una cifra molto piccola dunque (pari al 2,6% del totale). Ma, appunto, le rateizzazioni sono lo strumento più efficace secondo lo Stato per recuperare questi soldi e permettere ai contribuenti di chiudere i contenziosi con il Fisco, anche sul lungo periodo
Il decreto ministeriale
- Com’è noto, a dicembre scorso c’è stata la pubblicazione del decreto ministeriale che disciplina le rateazioni con l'agente della riscossione. Il percorso per arrivare a tale provvedimento ha vissuto diverse tappe: prima c’è stata una legge delega, poi è arrivato il decreto delegato e infine il Dm firmato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo il 27 dicembre. Una norma che, ha spiegato il Mef, mette in risalto il cambiamento di un Fisco che vuole “tendere la mano” al contribuente che vuole pagare, ma per una serie di difficoltà non può farlo
Da 84 rate mensili a 120
- “A partire dal 1° gennaio 2025, i contribuenti potranno dilazionare i debiti iscritti a ruolo con il fisco fino a 84 rate mensili, superando l'attuale limite di 72”, aveva spiegato Leo. “Si tratta del primo passo di un percorso che punta ad arrivare, gradualmente, nei prossimi anni, fino a 120 rate, permettendo a cittadini e imprese di gestire al meglio le pendenze pregresse con il fisco”, aveva aggiunto. “Siamo di fronte a un cambiamento radicale di visione rispetto al passato. Il nostro obiettivo è rendere il sistema fiscale più vicino ai contribuenti. È lo Stato che tende la mano a quei cittadini che, nonostante le difficoltà, vogliono tornare a essere in regola. Un aspetto, questo, del quale dobbiamo tenere conto”, aveva evidenziato Leo
La Comissione tecnica
- “Per garantire una riforma efficace, abbiamo istituito una Commissione tecnica, guidata dal presidente Roberto Benedetti, incaricata di analizzare il magazzino della riscossione”, aveva riferito Leo. Si tratta, in buona sostanza, di un organo che ha il compito di proporre soluzioni legislative che evitino l’accumulo di crediti fiscali non riscossi. “Queste novità segnano un passaggio fondamentale verso un sistema fiscale e tributario più equo, efficiente e moderno. È un altro passo verso la costruzione di un fisco amico, non più ostacolo, ma sostenitore e parte attiva del processo di sviluppo della Nazione”, aveva concluso Leo
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Lo scoglio dei 120mila euro
- Come ricorda il Sole, nel caso di debiti non superiori a 120mila euro, basta una richiesta in cui dichiarare “una temporanea situazione di obiettiva difficoltà” e il pagamento potrà essere dilazionato fino a un massimo di 84 rate mensili (cioè 7 anni). Nel caso in cui, oltre alla dichiarazione, si documenta lo stato di difficoltà (tramite Isee per le persone fisiche e per i titolari di ditte individuali in regime fiscale semplificato; tramite indice di liquidità e Alfa per gli altri soggetti; l’indice Beta per i condomini) il piano di rientro può variare da 85 rate mensili a 120 (cioè 10 anni). Oltre i 120mila euro, conclude il quotidiano economico, la documentazione della “temporanea situazione di obiettiva difficoltà” fa accedere il contribuente a un piano di rientro in massimo 120 rate mensili
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