Taxi, in arrivo una stretta sulle app: oscurata la destinazione delle corse. Le novità
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Corse comunicate da Uber al tassista solo con il luogo di prelievo e non con quello di destinazione. È questa la mossa del ministero dei Trasporti per evitare la pratica degli autisti di selezionare le corse più remunerative rifiutando le altre. Il decreto contenente questo giro di vite è già stato inviato al Ministero delle Imprese per il via libera di concerto, aspettando quello finale da parte delle autorità di controllo.
Quello che devi sapere
Un sequel del Capodanno a Roma?
- Emergono dettagli dallo schema del Dpcm sulle piattaforme di intermediazione. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta lavorando per evitare un sequel di quanto accaduto a Roma nella notte di Capodanno: come racconta Il Messaggero, dopo mezzanotte c’erano pochissimi taxi, tante auto di Uber e Noleggio con conducente (Ncc). E tutto questo limitato peraltro ad alcune zone della Capitale e a prezzi parecchio alti.
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Più strumenti di controllo
- In sostanza, spiega il quotidiano romano, il ministero vorrebbe introdurre più strumenti di controllo per gli enti locali per monitorare le prenotazioni dei taxi, evitando che gli autisti selezionino i clienti con corse più redditizie. Una pratica che di fatto finisce col privilegiare i turisti e crea una pressione sui prezzi. Lo schema del decreto è stato inviato dal dicastero dei Trasporti a quello delle Imprese per il via libera. Ma si deve comunque attendere il parere finale delle autorità di controllo, previsto entro la fine del mese di gennaio 2025.
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La novità per i taxi
- Ma in buona sostanza, qual è la novità contenuta nel decreto? Le corse comunicate da Uber al tassista indicheranno ora solo il luogo di partenza e non più quello di destinazione. Un modo per ridurre la possibilità che l’autista selezioni volontariamente quali corse accettare e quali no, in base a quanto riesce a guadagnare. Ma secondo gli esperti ciò non basta: per garantire che questo non avvenga più, è necessario aumentare le licenze. Con un’offerta ampia, infatti, selezionare le corse diventa sconveniente, se non impossibile. Un problema che ha contribuito a creare la situazione di disagio a Capodanno nella Capitale e che potrebbe portare a conseguenze anche nel periodo del Giubileo. E non è tutto: gli esperti chiedono la possibilità di aumentare i controlli dei Comuni.
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I rifiuti delle corse tramite app
- Come spiegato dal Messaggero, grazie a un accordo con la piattaforma del 3570, a Roma ad esempio poco più del 50% dei taxi presta servizio ufficiale anche con Uber. Ma con l’app i conducenti possono rifiutare alcune richieste ritenute non redditizie: al cliente compare dunque la scritta “Spiacenti, non è possibile trovare auto” o ancora “Causa intenso traffico, la corsa è stata cancellata”. Esattamente il contrario di diversi radiotaxi, che non danno possibilità di scelta e che sanzionano il tassista qualora rifiuti una corsa
Il giro di vite sulle app
- Già ad aprile 2024, quando il ministro dei Trasporti Matteo Salvini aveva illustrato alle associazioni degli autisti le bozze dei tre decreti sul trasporto pubblico non di linea, si parlava di un giro di vite sulle app. Allora era stata infatti presentata la possibilità di consentire agli autisti di conoscere la destinazione dell'utente solo al momento del prelievo, e mai prima. Un modo, appunto, per evitare la spiacevole situazione in cui un conducente decide di rifiutare una corsa perché il tragitto non è considerato remunerativo.
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Il bando a Roma
- Il problema dei taxi è noto soprattutto a Roma, dove si chiede da tempo di aumentare le licenze. In tal senso, va avanti il bando del Campidoglio per mille nuove autorizzazioni. Un bando confermato anche a novembre 2024 dal Tar del Lazio, che ha respinto la prima richiesta di sospensione di tale concorso. Il ricorso era stato proposto da alcuni tassisti per chiedere anche la sospensione, e il successivo annullamento in sede di giudizio di merito, della determina di approvazione del bando e di tutto il bando di concorso pubblico straordinario per il rilascio delle mille nuove licenze.
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La pronuncia del Tar del Lazio
- Il Tar aveva ritenuto che dal bando impugnato non potesse "derivare ai ricorrenti almeno nell'immediato nessun danno grave e irreparabile, riferito in ricorso alla grave compromissione della loro attività lavorativa in relazione a una non provata 'sproporzione dell'offerta in rapporto con l'utenza'". E poi: "Impregiudicata ogni diversa valutazione sulla fondatezza del gravame da effettuarsi in sede di merito", il ricorso "non risulta prima facie assistito dal requisito del periculum in mora" e dunque "la domanda di sospensione non sia meritevole di positiva valutazione".
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