Lavoro femminile, incentivi per l’assunzione di donne nei settori carenti. Ecco quali sono
EconomiaIntroduzione
Un decreto del Ministero del Lavoro pubblicato lo scorso 30 dicembre ha individuato per l'anno in corso i comparti dove il tasso di disparità uomo-donna supera del 25% la soglia media registrata in tutti i settori. La mappatura mira a circoscrivere l’applicazione dello sgravio contributivo introdotto dalla Legge Fornero n.92 del 2012.
Quello che devi sapere
A cosa serve la mappatura
- Redatta annualmente dal Ministero del Lavoro di concerto con il dicastero dell’Economia, la mappatura è condizione necessaria per l’applicazione dell’incentivo rivolto alle donne considerate svantaggiate. Secondo il regolamento Ue n.651/2014, “l’essere occupate in professioni caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna superiore al 25% rispetto al valore medio” comporta per la lavoratrice una situazione di svantaggio
Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: "Cosa aspettarsi dall'economia mondiale nel 2025"
Cosa prevede la legge Fornero
- Per spingere l’occupazione femminile nei settori che patiscono maggiore carenza, la Legge Fornero aveva stabilito uno sgravio del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro fino a un massimo di 18 mesi. Oltre alla disparità di genere, l’incentivo viene riconosciuto anche per le donne - di qualsiasi età - che risiedono in aree svantaggiate e sono prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi. Nel caso l’assenza di retribuzione raggiunga i 24 mesi lo sgravio spetta alle donne che risiedono in qualsiasi area del Paese, ma scatta anche per l'assunzione di uomini e donne con almeno 50 anni di età e in stato di disoccupazione da più di 12 mesi
Per approfondire:
Ocse, in Italia le donne laureate guadagnano il 58% in meno dei colleghi uomini: i dati
Quanto dura l’incentivo
- Come detto, l’incentivo può contare un orizzonte temporale di 18 mesi ma solo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato e le stabilizzazioni. Mentre scende a 12 mesi nel caso di contratti a tempo determinato, inclusa la somministrazione
I dati
- Secondo i dati Istat, nel 2023 il tasso di disparità medio si attesta al 9,6%. Di conseguenza l’asticella per accedere al contributo Fornero è pari al 12%. Nei settori inclusi nella “black list” il valore del gender gap raggiunge livelli più elevati, fino al 95%
I settori più carenti
- La penuria di lavoratrici si registra soprattutto tra artigiani, operai metalmeccanici specializzati e installatori di attrezzature elettriche dove la quota di donne supera di poco il 2% degli occupati totali. Non va meglio nell’industria estrattiva e nella conduzione di veicoli pesanti – macchinari mobili e di sollevamento – dove la percentuale di addette oscilla intorno al 2,5%
Forze armate
- Il gender gap investe in misura analoga le forze armate dove la pattuglia femminile di sergenti, sovraintendenti e marescialli si ferma al 3,7% mentre è leggermente più alta tra gli ufficiali e le truppe, rispettivamente il 4,8% e il 6,1%. In quest’ultimo caso il tasso di disparità raggiunge l’87,9%
Servizi di sicurezza
- Secondo la mappatura del Ministero, tra le professioni qualificate nei servizi relativi alla sicurezza la presenza femminile tocca il 14,5% con un tasso di disparità in calo al 71%
Ingegneri e Ict
- Altre professioni registrano una platea di lavoratrici leggermente più folta come ingegneri, architetti e professioni assimilate dove la quota sale al 20,2% degli occupati totali e rileva un tasso di disparità al 59,6%. Dati analoghi si evidenziano tra gli specialisti nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) dove le donne si attestano al 19,2% con un tasso di disparità al 61,5%
Esonero al 100%
- A partire dal biennio 2021-23, l’assunzione di donne svantaggiate poteva contare su uno sgravio totale dei contributi datoriali. Come previsto dal Decreto Coesione (articolo 23 del dl 60/2024) la misura ha ottenuto una proroga per il periodo 1° settembre 2024 – 31 dicembre 2025
Sgravio, manca il decreto attuativo
- Per quanto riguarda la conferma della decontribuzione totale, tuttavia, si attende ancora la pubblicazione del decreto attuativo da parte del Ministero del Lavoro. In assenza del via libera, lo sgravio riconosciuto scende al 50% come previsto originariamente dalla Legge Fornero
Gender gap nelle retribuzioni
- Secondo l'ultimo Rendiconto Inps, il gender gap domina anche sul fronte degli stipendi con le retribuzioni medie settimanali lorde degli uomini che nel 2023 sono state in media pari a 643 euro, il 28,34% in più rispetto ai 501 euro medi percepiti dalle donne. Il Rendiconto sottolinea come per i dipendenti privati la retribuzione media giornaliera sia 77,6 euro per le donne e 104,4 euro per gli uomini (+34,54%) con una differenza significativa soprattutto per le attività immobiliari con 75,1 euro per le lavoratrici e 126,2 per i colleghi (+68,04). L'unico settore nel lavoro dipendente con la retribuzione più alta per le donne è quello dell'estrazione dalle miniere con 169,4 euro medi per le donne e 165,5 per gli uomini
Per approfondire: Lavoro, gli uomini guadagnano il 28% in più rispetto alle donne: i dati Istat