Bonus mamme 2025, aumenta la platea ma scatta il limite di reddito: cosa cambia
EconomiaIntroduzione
Ci sono importanti novità sulla decontribuzione per le mamme lavoratrici nel 2025. La misura, confermata dall'ultima legge di Bilancio anche per quest'anno, vede un esonero (stavolta parziale) dal versamento della quota di contributi previdenziali a carico delle madri lavoratrici (dipendenti o autonome, ma non in regime forfettario) aventi due o più figli. Ma attenzione: per il 2025, il governo ha introdotto il limite di reddito di 40mila euro per accedere alla misura. Dunque, si allarga la platea ma con paletti più stringenti
Quello che devi sapere
Bonus esteso (ma non a tutte)
- La Manovra ha previsto alcune novità importanti per la decontribuzione per le mamme lavoratrici, più nota come “bonus mamme”. Dopo essere stata varata nella legge di Bilancio 2024 per le sole lavoratrici dipendenti, la misura nel 2025 è stata estesa anche alle lavoratrici a tempo determinato e autonome (che non abbiano scelto il regime forfettario) alla presenza di determinati requisiti. Ma attenzione: è stato anche introdotto un limite di reddito, ossia 40mila euro annui. Un paletto che nella versione 2024 del bonus non era previsto
Per approfondire: Cosa aspettarci dall'economia mondiale nel 2025? L'analisi
Di cosa si tratta
- Facciamo un passo indietro. Cos’è il bonus mamme? Si tratta di un esonero (quest'anno solamente parziale) dal versamento della quota di contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo. Nel caso in cui la lavoratrice sia madre di tre o più figli, a decorrere dal 2027 l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo
Per approfondire: Tutte le misure della nuova legge di Bilancio
I nuovi paletti
- Il bonus viene riconosciuto alle lavoratrici dipendenti e da quest’anno anche alle autonome, a patto che non siano in regime forfettario. Ma, come accennato, c’è un paletto di natura economica che limita in maniera sostanziale l’accesso alla misura: la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non deve superare i 40mila euro l’anno. Non solo: per il 2025 non si parla di esonero totale, ma parziale, da stabilire con un apposito decreto
A chi non spetta il bonus
- Semplificando, chi non potrà ricevere il bonus? Sono escluse dall’accesso alla decontribuzione le lavoratrici madri che hanno un solo figlio, anche se disabile, nonché le lavoratrici domestiche (colf e badanti), le madri disoccupate, pensionate, e le lavoratrici (come già specificato) che hanno aderito al regime forfettario
Altre esclusioni
- L’ultima Manovra ha inoltre stabilito che per gli anni 2025 e 2026 l’esonero parziale dal versamento della quota di contributi previdenziali “non spetta alle lavoratrici beneficiarie di quanto disposto dall’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2023, n. 213”. Cosa vuol dire? La norma in questione è la legge di Bilancio 2023. Quell’articolo prevedeva, fino alla fine del 2026, “l’esonero dal versamento della quota di contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti” pari al 100% “a carico delle lavoratrici madri di almeno tre figli, titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo” nel limite massimo annuo di 3mila euro, riparametrato su base mensile
Il limite di spesa previsto
- Dal testo della legge di Bilancio, si legge che le modalità attuative del bonus e, in particolare, “la misura dell’esonero contributivo, le modalità per il riconoscimento dello stesso e le procedure per il rispetto delle risorse stanziate”, verranno stabilite “con decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottarsi entro 30 giorni dall’entrata in vigore” della Manovra. Il governo ha previsto un limite di spesa di 300 milioni l’anno per la decontribuzione delle madri lavoratrici
Per approfondire: Tutte le novità per le famiglie nel 2025
Le regole del 2024
- Per quanto riguarda il 2024, come stabilito da una circolare Inps del 31 gennaio dell’anno scorso, le lavoratrici dei settori pubblico e privato interessate dall’esonero potevano comunicare al datore di lavoro la volontà di beneficiare del bonus e informarlo del numero e dei codici fiscali dei figli. Ed era possibile, inoltre, trasmettere direttamente all’Istituto le informazioni relative ai codici fiscali e ai dati anagrafici dei propri figli tramite l’applicazione dedicata “Utility esonero lavoratrici madri”, disponibile sul Portale delle Agevolazioni. Per le lavoratrici della scuola, il bonus mamme poteva essere richiesto tramite l’assistenza di Caf e patronati, oppure direttamente sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito
Per approfondire: Bonus nascite 2025, come fare domanda e a chi spetta