Settimana bianca sempre più cara, meno italiani in vacanza. I dati

Economia
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Introduzione

La "settimana bianca" di vacanza in località dove regna la neve è sempre più costosa: a sostenerlo è Assoutenti, che anche quest'anno ha realizzato un report per analizzare i costi dei servizi sciistici e le spese che attendono le famiglie. E da cui emerge che si sono registrati una notevole quantità di rincari, abbattutisi su tutto il comparto della montagna negli ultimi anni.

Inoltre, in base a quanto affermato dal Codacons commentando lo studio di Federalberghi sulle vacanze di fine anno, diminuisce il numero degli italiani in vacanza nel periodo delle festività di Natale e Capodanno, e chi si concederà un viaggio taglierà il numero di notti fuori casa. Ecco qual è la situazione.

Quello che devi sapere

Gli aumenti dello skipass

  • Secondo Assoutenti "ad alimentare il business della neve è soprattutto il caro-prezzi", in quanto "le tariffe degli skipass, anche in assenza del caro-energia, continuano a salire senza sosta, registrando in alcuni casi rincari che sfiorano il +30% in tre anni: ad esempio per il Dolomiti Superski il biglietto giornaliero sale del +3,8% rispetto allo scorso anno e del +23,9% rispetto al 2021; a La Thuile il giornaliero rincara del 19,1% sul 2021 mentre a Courmayeur del 19,6% (+3,1% rispetto allo scorso anno). A Cervinia Valtournenche si spende il 3,4% in più sul 2023, +15,1% in tre anni"
     

Per approfondireDa Livigno a Cortina, la mappa dei costi nelle località sciistiche italiane (e non solo)

La situazione da Bormio a Livigno

  • L’associazione sottolinea come ci siano stati "incrementi più pesanti a Bormio, dove la tariffa giornaliera dello skipass sale del 5,4% rispetto alla passata stagione e addirittura del 28,3% sul 2021, e Livigno (+4,7% sul 2023, +27,9% sul 2021). Non va meglio a chi opta per gli abbonamenti stagionali: in Valle d'Aosta i rincari sono del +6,6% rispetto allo scorso anno, +23,7% sul 2021; a Livigno salgono del +4,9% in un anno e del +21,3% in tre anni; a Bormio del +4,6% su anno, +17,4% nel triennio"

Gli aumenti delle strutture ricettive

  • Assoutenti ha poi preso in esame anche i costi delle strutture ricettive per un soggiorno di una settimana nelle più rinomate località sciistiche italiane. In linea generale, sottolinea l’associazione, gli aumenti per la voce "servizi di alloggio" nelle regioni monitorate sono nell'ordine del +20% rispetto al 2021: "Con il caro-energia oramai alle spalle da oltre un anno e una inflazione sotto controllo, gli aumenti applicati dagli operatori turistici appaiono del tutto ingiustificati e inaccettabili", ha detto il presidente Gabriele Melluso. Per lui si tratta di "un'arma a doppio taglio per il comparto del turismo perché, come abbiamo assistito questa estate, gli italiani reagiscono all'aumento delle tariffe modificando le proprie abitudini e tagliando il numero di notti fuori casa"

"Turisti stranieri puniscono speculazioni"

  • Per Melluso però "quest'anno saranno anche i turisti stranieri a punire le speculazioni sul turismo praticate in Italia: gli ultimi dati Demoskopika prevedono infatti flussi turistici al ribasso per la stagione invernale, con un forte calo per gli stranieri i cui arrivi scenderanno del -3,6% e i pernottamenti del -5,2%". Secondo il presidente di Assoutenti questo starebbe "a dimostrazione di come non solo gli italiani, ma anche gli stranieri abbiano deciso di difendersi dal caro-prezzi che investe le località turistiche della Penisola"

Diminuiscono gli italiani in vacanza

  • Stando a quanto sottolineato da Assoutenti si aggiungono poi le parole del Codacons, che commentano lo studio di Federalberghi sulle vacanze di fine anno: secondo l’associazione dei consumatori diminuisce il numero degli italiani in vacanza nel periodo delle festività di Natale e Capodanno, e chi si concederà un viaggio taglierà il numero di notti fuori casa

-16,4% notti fuori casa a Natale

  • Il numero di italiani in vacanza passa dai 19,1 milioni del 2023 ai 18,3 milioni del 2024, con circa 800mila cittadini che, rispetto allo scorso anno, rinunciano a partire. Secondo il Codacons a subire un drastico taglio è anche la durata delle vacanze, con le notti fuori casa che a Natale passano da una media di 7,3 notti del 2023 alle 6,1 notti del 2024 (-16,4%). Nonostante il forte calo nelle partenze degli italiani, la crescita incontrollata di prezzi e tariffe nel settore turistico porta il giro d'affari delle vacanze di fine anno a rimanere ai valori dello scorso anno: 14,7 miliardi di euro contro i 15 miliardi di euro del 2023.

Pesa il caro-prezzi per i viaggi

  • Infine, secondo il Codacons, a incidere sulle mancate partenze degli italiani è anche il caro-prezzi che attanaglia il comparto dei viaggi. In base ai dati Istat, nell'ultimo mese i voli europei sono rincarati dell'8,5% su base annua, i traghetti dell'8,8%, i treni del 3,9%, i pacchetti vacanza hanno registrato aumenti medi del 13,4%, gli alberghi del 6,1%. "I continui rincari nel settore turistico da un lato impediscono ad una fetta di popolazione di concedersi una vacanza durante le feste, dall'altro costringono chi parte a ridurre il numero di giorni di vacanza allo scopo di contenere la spesa e rientrare nei budget”, ha detto il presidente Carlo Rienzi

 

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