Lavoro, liberi professionisti over 50 guadagnano in media 4 volte gli under 30

Economia
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Introduzione

Cambia il panorama dei lavoratori professionisti in Italia. Il numero complessivo di iscritti a qualche Ordine nel 2023 ha toccato quota 1.609.158, come evidenzia il report annuale sulla previdenza privata di AdEPP, l’Associazione degli Enti Previdenziali Privati. Nell’ultimo anno la categoria che è aumentata di più rispetto alle altre è quella dei pensionati attivi, cioè chi è già in pensione ma continua a esercitare la professione: + 7,98%, per un totale di 119.228 individui.

 

Dal 2005 a oggi la crescita è stata del 183%, mentre per gli iscritti attivi ci si è fermati a un +19%. L’AdEPP parla di un fenomeno che “è una chiara manifestazione della Silver Economy” e che “sottolinea il prolungamento della vita lavorativa”.  A questo dato se ne affianca un altro: i professionisti con più di 60 anni sono quasi raddoppiati negli ultimi 19 anni. E i giovani guadagnano molto meno di loro.

Quello che devi sapere

Enorme scarto di reddito tra giovani e anziani

  • Va sottolineato come sotto i 30 anni il reddito medio sia di 14.622 euro, mentre nella fascia 50-60 anni si viaggia intorno ai 55mila. Significa che i primi, scrive lo stesso AdEPP, guadagnano “meno di un quarto rispetto ai secondi”. Per l’Associazione sarebbe sintomo delle “difficoltà iniziali dei giovani professionisti nell’affermarsi”.

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Si perde il potere d’acquisto

  • Più in generale, dal 2005 a oggi, per effetto dell’inflazione i redditi reali dei liberi professionisti hanno perso l’8,3%. Al Nord la situazione è comunque migliore che altrove: nel 2023 i redditi medi dei professionisti del Sud erano inferiori del 46% rispetto al Settentrione, mentre la differenza tra Centro e Nord si assestava su una media del 19%.

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Crescono le donne libere professioniste

  • Si evidenzia come sia invece cresciuto il numero di donne libere professioniste, dal 30% del 2007 al 41% nel 2023. Scendendo nello specifico, costituiscono il 54% degli iscritti sotto i 40 anni e il 36% nella fascia 50-60 anni. Si va a diminuire ulteriormente con l’aumentare dell’età. L’AdEPP parla quindi di “un tema annoso che riporta in auge quanto ormai viene sottolineato da tempo: è ancora la donna ad occuparsi della famiglia, sia di origine sia propria”

Giovani e IA

  • Tornando ai giovani, una parte specifica del report è dedicato proprio a loro e alle sfide del mondo del lavoro. I partecipanti all’indagine, si legge, non sembrerebbero temere “i progressi tecnologici”, con “la percentuale di coloro che non avvertono la minaccia e/o un’eventuale sostituzione” che “oscilla tra il 40 e il 70%”.
  • Chi teme di meno l’intelligenza artificiale sono soprattutto i professionisti che operano nell’ambito sanitario, con “più del 60% dei giovani medici e veterinari” che “mostra la propria sicurezza rispetto alla possibilità – di fatto – che il proprio ruolo possa essere sostituito o demandato ad altre figure”.
  • Meno positivi sono notai, ragionieri e giornalisti. Circa il 40% di chi fa parte di queste categorie sembra essere più preoccupato 

Giovani e famiglia: vorrei ma non posso?

  • Il 70% degli intervistati più giovani dichiara che in futuro vorrebbe costruire la propria famiglia. Gli stessi dicono però di rinviare questo momento “deliberatamente” per motivi economici, occupazionali e per la mancanza di reti di supporto familiare o di comunità. Altri, pur volendo una famiglia, si spingono a dire di escluderlo comunque per le difficoltà che hanno davanti

Chi sceglie di avere solo un figlio

  • C’è poi chi sceglie di avere soltanto un figlio perché l’ipotesi di una famiglia più allargata si accompagna al timore “che si possano verificare limitazioni alla carriera” oppure “un restringimento del tempo personale”

Le donne più incerte sull’avere figli

  • AdEPP sottolinea che - “seppure vi è una complessiva uniformità delle risposte da parte dei due generi” – sono le donne a mostrarsi “meno ottimiste nel poter costruire una famiglia con figli nel prossimo futuro, indicando (in misura superiore agli uomini), la difficoltà economica quale motivo principale”

Autonomia e indipendenza

  • Perché i giovani professionisti scelgono la libera professione? Per molti (40-50%) sarebbe “il loro desiderio di autonomia e indipendenza” a convincerli. Determinate categorie, come i commercialisti, parlano invece in termini di guadagno. I giornalisti segnalano di aver intrapreso la libera professione perché “spinti dal contesto sociale e/o dalle conoscenze personali”

Lupi solitari

  • Ulteriore dato che emerge è come i liberi professionisti siano in linea di massima ancora propensi a esercitare il proprio lavoro in modo solitario e individuale: “La cultura dell’aggregazione e della multidisciplinarietà non è ancora diffusa tra loro”, evidenzia AdEPP. Lo scarso interesse per le aggregazioni professionali risalta specie farmacisti (più del 70%), giornalisti (quasi il 70%), veterinari e notai (circa il 60%).

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