Introduzione
Il decreto legislativo Irpef-Ires, approvato lo scorso 3 dicembre, e alcune disposizioni della nuova legge di Bilancio introducono una (piccola) rivoluzione per le trasferte di lavoro: ai fini della deducibilità fiscale di alcune tipologie di spese, dal 2025 scatta l'obbligo di utilizzo di sistemi di pagamento elettronico.
La Manovra prevede infatti che i rimborsi spese per vitto, alloggio, viaggio e trasporto mediante autoservizi pubblici non di linea (taxi e noleggio) non concorrono a formare il reddito se i pagamenti sono effettuati tramite versamento bancario o postale, o mediante altri sistemi di pagamento tracciabili (come bancomat, carte di credito o prepagate).
Per le trasferte dentro il Comune, ai fini dell'esenzione del rimborso delle spese di trasporto, non sarà più richiesto di fornire la documentazione dettagliata proveniente dal vettore. Tali spese, come previsto dal recente decreto Ires-Irpef, "potranno essere comprovate e documentate dal dipendente in altro modo".
Quello che devi sapere
Una (piccola) rivoluzione
- Piccola rivoluzione nel regime fiscale e contributivo per le trasferte dei lavoratori dipendenti per effetto delle ultime novità contenute nel decreto legislativo Irpef-Ires e nella Manovra. Come spiega il Sole 24 Ore, alcune disposizioni prevedono, ai fini della deducibilità fiscale di alcune tipologie di spese, l'obbligo di utilizzo di sistemi di pagamento elettronico.
Per approfondire: Fisco, novità per imprese e professionisti. Come cambiano Irpef e Ires
Il decreto Ires-Irpef
- Partiamo dall'inizio. Cos’è il decreto Ires-Irpef? Approvato in via definitiva lo scorso 3 dicembre, si tratta di un decreto legislativo della riforma fiscale che interviene nella determinazione del reddito, sia delle persone fisiche che di quelle giuridiche, con modifiche che interessano le diverse categorie reddituali. L’obiettivo è quello di costruire un fisco "più moderno ed efficiente, con una riforma strutturale in linea con le esigenze del Paese e delle imprese”, come da parole del viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Il decreto Ires-Irpef è stato il quattordicesimo decreto legislativo approvato in via definitiva, a cui si sono aggiunti tre Testi unici.
Per approfondire: Le ultime novità contenute in Manovra
Trasferte fuori o dentro il Comune
- Ma, nel dettaglio, che impatto ha il decreto Ires-Irpef nei viaggi dei lavoratori dipendenti? A spiegarlo è proprio il Sole 24 Ore. Il comma 5 dell’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi (ossia il Dpr 917/1986) distingue, ai fini degli effetti fiscali, tra trasferte fuori dal Comune della sede di lavoro del lavoratore dipendente e quelle dentro il Comune. Come distinguerle? Bisogna considerare la sede di lavoro che compare nel contratto o in un altro documento consegnato al momento dell’assunzione. E per quanto riguarda la valutazione del perimetro comunale, non conta ovviamente la ripartizione del territorio in unità più piccole, come le frazioni
Niente documentazione del vettore
- Il decreto Ires-Irpef agisce sulle trasferte dentro il Comune. Come prevede il comma 5 dell’articolo 51 del Testo unico, le indennità o i rimborsi di spese per le trasferte nell'ambito del territorio comunale, tranne i rimborsi di spese di trasporto comprovate da documenti provenienti dal vettore, concorrono a formare il reddito. Con il decreto Ires-Irpef cambiano appunto le carte in tavola. Ai fini dell’esenzione del rimborso delle spese di trasporto, dal 2025 "non sarà più richiesto fornire una documentazione dettagliata proveniente dal vettore". Tali spese, insomma, "potranno essere comprovate e documentate dal dipendente in altro modo"
I rimborsi chilometrici
- Le novità contenute nel decreto Ires-Irpef porterebbero - secondo il quotidiano economico - alla "non imponibilità anche dei rimborsi chilometrici effettuati nelle trasferte comunali". Per gli autoservizi pubblici non di linea (ossia il servizio di taxi e il servizio di noleggio con conducente effettuati con autovettura, natante o altri veicoli) i pagamenti devono essere tracciabili
Rimborsi spese
- Come spiega il Sole 24 Ore, per le trasferte fuori dal Comune la defiscalizzazione degli importi avviene in due modi: con indennità forfettarie o rimborsi analitici delle spese. Le prime sono imponibili per la parte eccedente determinati importi; i secondi, relativi a viaggio (anche sotto forma di indennità chilometrica) e trasporto, sono sempre esenti quando a comprovare le spese c’è un’idonea documentazione. Bene: come scrive il quotidiano economico, la Manovra prevede che "i rimborsi delle spese per vitto, alloggio, viaggio e trasporto, effettuati mediante autoservizi pubblici non di linea" (taxi e servizio di noleggio, come dicevamo prima) "non concorrono a formare il reddito se i pagamenti sono effettuati con versamento bancario o postale, ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili", ossia tramite bancomat, carte di credito o carte prepagate.
Per approfondire: Flat tax, le ultime misure allo studio
Redditi d'impresa
- Questa disposizione contenuta in Manovra ha rilevanza anche ai fini della deducibilità dei costi per i redditi d’impresa. E non è l’unico cambiamento in tema. Come spiegato dal viceministro dell’Economia Leo, "si riduce anche il doppio binario civile-fiscale e si rivoluziona il sistema di riporto delle perdite infragruppo, allineandolo agli standard europei. Viene inoltre disciplinata la scissione per scorporo e riviste le operazioni di conferimento e liquidazione".
Per approfondire: Contrasto all'evasione, sconti fiscali se si paga con carta di credito: cosa sapere