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Manovra 2025, verso stop riduzione canone Rai e dubbi su taglio Irpef. Le novità

Economia
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Il vertice di maggioranza di domenica ha stabilito la linea per la prossima Legge di Bilancio: poche modifiche, condivise da tutti i partiti di governo, e solo se approvate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha il compito di valutare le coperture. Niente stretta invece su turn over delle forze dell'ordine, Ires premiale e misure destinate alle famiglie

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La linea emersa dal vertice di maggioranza di domenica sulla Manovra è chiara: ci saranno poche modifiche concordate e solo con l'ok del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulle coperture. Uno stop, di fatto, a proposte non condivise da tutte le forze di governo, come quella della riduzione del canone Rai chiesta dalla Lega e l'ulteriore taglio dell'Irpef sul quale insiste da tempo Forza Italia. L'invito, dunque, è quello a concentrarsi su poche modifiche da segnalare al Tesoro che ne valuterà poi la fattibilità.

Canone Rai e taglio dell’Irpef

Potrebbe quindi non vedere la luce la proposta del Carroccio di ridurre il canone Rai da 90 a 70 euro, nonostante due giorni fa il segretario e vicepremier Matteo Salvini avesse ribadito che "fa parte del programma di governo". Fra i contrari alla modifica c’è proprio il collega e leader di Forza Italia Antonio Tajani, che l’ha definita "una scelta assolutamente non condivisibile. È una cosa ridicola. Tagliare il canone Rai e poi trovare i soldi, sempre dei contribuenti, per rifinanziare la Rai mi pare un gioco che non ha alcun senso, non dà nessun beneficio perché il cittadino crede di avere meno cose da pagare, in realtà le paga non sapendo che le paga. Quindi, è priva di qualsiasi significato". Anche il leader azzurro potrebbe però dover rinunciare a una sua proposta, quella della riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dell’Irpef dal 35% al 33%: costerebbe 2,5 miliardi, anche senza l’aumento della platea dei beneficiari a chi ha un reddito fino a 60mila euro.

Un momento dell'incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi per presentare lo schema di Piano strutturale di bilancio (Psb) di medio termine, Roma, 25 settembre 2024. Sono presenti il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e i leader e rappresentanti di Cgil, Maurizio Landini; Cisl, Luigi Sbarra; Uil, Pierpaolo Bombardieri; Ugl, Luigi Ulgiati; Usb, Cristiano Fiorentini; Confsal, Rocco Freda; Cisal, Massimo Blasi; Confintesa, Francesco Prudenzano.
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Gli unici spiragli riguardano in particolare misure "relative alle forze dell'ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi". E dunque niente stretta sul turn over delle forze dell'ordine (un punto sul quale lo stesso Giorgetti ha fatto in passato delle aperture) ma anche Ires premiale (una misura chiesta dagli imprenditori alla quale il ministro Adolfo Urso starebbe lavorando) e ok a misure come il "bonus" per le attività extra-scolastiche caldeggiato da Fratelli d’Italia o ulteriori detrazioni per i figli (Noi moderati e FI chiedono di innalzarne l'attuale tetto di 800 euro).

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Giorgetti valuterà le proposte

"Il proficuo incontro - si legge nel testo diramato da palazzo Chigi - ha riscontrato la piena condivisione di vedute a sostegno di una Manovra che guarda alle esigenze del sistema sanitario, di famiglie, lavoratori e tessuto produttivo". Modifiche migliorative proposte a livello parlamentare saranno "valutate con attenzione dal governo" ma con un occhio ai conti pubblici. Inoltre "i leader hanno dato mandato al ministro Giorgetti di valutare, alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutti".

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