Manovra, vertice maggioranza: “Mandato a Giorgetti per verifiche su modifiche”

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Al vertice hanno preso parte la premier Meloni, i vicepremier Tajani e Salvini, il leader di Nm Maurizio Lupi e il ministro dell'Economia Giorgetti. L'invito emerso è quello a concentrarsi su poche modifiche da segnalare al Tesoro che ne valuterà poi la fattibilità. Gli unici spiragli riguardano in particolare misure "relative alle forze dell'ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi"

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È terminato il vertice di maggioranza sulla Manovra. Inizialmente la riunione era stata prevista per domani, 25 novembre, a ridosso del Cdm. L’incontro è avvenuto in una sede tenuta riservata. Vi hanno partecipato la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il leader dei Moderati Maurizio Lupi. Nella nota di palazzo Chigi al termine del vertice si legge che è stato dato "mandato al Ministro Giorgetti di valutare, alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, in particolare relative alle forze dell'ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi”. Inoltre “è intenzione del Governo ascoltare con attenzione le proposte migliorative che giungeranno dal Parlamento, sempre nel rispetto di una legge di bilancio seria e con la dovuta attenzione ai conti pubblici". Insomma l’nvito emerso dal vertice è quello a concentrarsi su poche modifiche da segnalare al Tesoro che ne valuterà poi la fattibilità. Quindi poche modifiche concordate in maggioranza e solo con l'ok del Mef sulle coperture. 

Chigi: ascolteremo con attenzione proposte migliorative Camere

"Si è svolto oggi un vertice di maggioranza sulla legge di bilancio, cui hanno partecipato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vice presidenti, Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Il proficuo incontro ha riscontrato la piena condivisione di vedute a sostegno di una manovra che, in continuità con le due precedenti, guarda alle esigenze del sistema sanitario, di famiglie, lavoratori e tessuto produttivo. È intenzione del Governo ascoltare con attenzione le proposte migliorative che giungeranno dal Parlamento, sempre nel rispetto di una legge di bilancio seria e con la dovuta attenzione ai conti pubblici, che devono ancora affrontare i gravissimi danni causati dal super bonus, che nel 2025 graverà sulle casse dello Stato più dell'intera manovra”, si legge in una nota di palazzo Chigi al termine del vertice di maggioranza. Alla riunione, i leader hanno dato mandato al Ministro Giorgetti di valutare, alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, in particolare relative alle forze dell'ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi".

I nodi sulla Manovra

Sulla Manovra l’esecutivo sta provando a ridurre le richieste che, nel loro complesso, potrebbero stravolgerne l'impianto. Un punto su tutti resta quello del canone Rai sul quale da giorni spinge la Lega: l'abbassamento a 70 euro, ha ripetuto il partito di Salvini, "fa parte del programma di governo". Intanto, sulla Legge di bilancio, tra le pieghe del fascicolo degli oltre 200 emendamenti super-segnalati dai gruppi, spunta qualche novità. Fratelli d'Italia, ad esempio, in chiave di accelerazione dell'attuazione del Pnrr, ha firmato una proposta che chiede di non applicare alle assunzioni nella p.a. legate al Piano il limite del 20% di contratti a tempo e somministrati rispetto al numero complessivo dei contratti a tempo indeterminato.   La proposta è però "tecnicamente una follia" per il capogruppo Dem in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto che ha accusato il centrodestra di voler "rendere nei fatti 'eterno' il precariato". Sempre dal partito della premier è arrivata, poi, una proposta sul fronte della contestata norma sui controllori del Mef nei collegi sindacali delle società che ricevono contributi pubblici. Se FI propone di cancellarla in toto, il partito della premier eleva la soglia di fondi statali oltre la quale sono previsti componenti del Mef nei collegi da 100mila a 1 milione di euro. Tra le indicazioni della maggioranza, poi, sembrerebbe avere buone chance la proroga del bonus verde. La detrazione al 36% fino a 5mila euro per la sistemazione di aree verdi e giardini è, infatti, prevista in tre emendamenti della maggioranza dei quali uno segnalato da FdI. Ma tra i super-segnalati arrivano anche le richieste dei ministeri che andranno, anch'esse, scremate.

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