Pensioni minime, ipotesi 623 euro con rivalutazione al 2,7%. L’emendamento alla Manovra
EconomiaIntroduzione
Prosegue il lavoro sulle modifiche alla Legge di Bilancio 2025, con i partiti che affinano le proprie richieste alla luce di un fondo per le modifiche del Parlamento che resta fermo a 120 milioni di euro. Intanto i gruppi procedono con gli emendamenti segnalati, che andranno poi scremati nei "super-segnalati" con un tetto intorno alle 250 proposte. Al momento, però, già con i primi segnalati il previsto limite di 600 ritocchi da portare eventualmente al voto è stato superato con oltre 800 proposte, fra cui quella di Forza Italia per l'incremento del 2,7% delle pensioni minime nel 2025 (anziché del 2,2% previsto nel disegno di legge di bilancio).
Quello che devi sapere
L’emendamento sulle pensioni minime
- La proposta - a firma dei deputati di Forza Italia Pella, Cannizzaro, Barelli e Nevi - ha l’obiettivo di ripristinare l’aumento del 2,7% previsto per il 2024 e portare l’assegno delle pensioni minime a 623 euro. Con l’incremento del 2,2% del ddl bilancio la somma si fermerebbe a 617,89 euro. Le coperture finanziarie, pari a 100 milioni, sarebbero ricavate dal Fondo per le esigenze indifferibili
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Il silenzio assenso per il Tfr nei fondi pensione
- In tema di previdenza, fra gli 800 emendamenti segnalati c’è anche quello di Fratelli d’Italia - a prima firma Rizzetto - sul rafforzamento dei fondi pensione, che propone di far scattare dal primo gennaio il nuovo semestre per la scelta da parte del lavoratore di spostare il trattamento di fine rapporto (Tfr) dall'azienda alla previdenza complementare con la regola del silenzio-assenso. In assenza di un'indicazione da parte del lavoratore, passati i 6 mesi, il datore - prevede la proposta - trasferisce il Tfr ai fondi pensione. Va ricordato che nelle aziende con organico che supera i 50 dipendenti il Tfr, se non viene versato in un fondo complementare, viene già dirottato a un fondo dell’Inps
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Le proposte della Lega a tema pensioni
- In materia di pensioni la Lega ha segnalato, invece, due emendamenti: uno a firma di Tiziana Nisini propone che dal prossimo anno i datori di lavoro possano usare anche premi aziendali per agevolare l'uscita, e uno che prevede che il valore delle rendite complementari possa essere computato, su richiesta, per raggiungere l'importo minimo per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata. Sempre dal Carroccio arriva la proposta di modificare le limitazioni per l'accesso alla flat tax per pensionati e dipendenti
Le richieste dei ministeri
- Alle richieste dei partiti sulla Manovra, nel frattempo, si aggiungono, quelle dei ministeri. Le proposte che stanno arrivando sul tavolo sono numerose e sarebbe dunque scattata la richiesta di fare una sintesi. L'obiettivo - secondo quanto viene spiegato da fonti di maggioranza - sarebbe quello di non superare una ventina di emendamenti. Tra le richieste ci sarebbe anche quella di fondi alla Difesa - incluse le forze Nato - e per le missioni internazionali, così come dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy si punta sull'Ires premiale. Il Mur, per volere della ministra Anna Maria Bernini, starebbe chiedendo l'esclusione degli atenei dalla norma che impone agli enti pubblici di restituire allo Stato i risparmi dovuti al mancato turn over
Le novità sull’Irpef
- Nella giornata degli oltre 800 emendamenti segnalati si è discusso anche del taglio dell'Irpef per sostenere i ceti medi. L’obiettivo resta, ma non è detto che le risorse che arriveranno dal concordato bis vadano direttamente in Manovra per un intervento su questo fronte. A venti giorni dal termine ultimo per l'adesione alla misura il governo, infatti, già ragiona sul possibile gettito. "Noi - ricorda il viceministro Maurizio Leo - abbiamo spostato l'asticella in avanti, perché abbiamo riaperto i termini per il concordato, fissati al 12 dicembre: ci auguriamo che ci sia un gettito aggiuntivo che verrà messo a servizio della riduzione dell'aliquota del ceto medio". Tuttavia se le risorse non dovessero essere sufficienti l'idea che si affaccia è quella di mettere mano a un decreto ad hoc nei primi giorni dell'anno. Da capire se un'ipotesi di questo tipo possa soddisfare i partiti di maggioranza, Forza Italia in primis che ha tra l'altro presentato e segnalato un emendamento per il taglio del secondo scaglione al 33% e l'estensione della platea fino a 60mila euro
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