Tfr in azienda o in un fondo pensione? La proposta del silenzio assenso e cosa cambia

Economia
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Introduzione

Tra gli emendamenti riammessi alla Legge di Bilancio ci sono anche quelli, di Lega e Fratelli d’Italia, che puntano al rafforzamento dei fondi pensione. Le due forze di governo propongono l'apertura di un nuovo semestre per la scelta da parte del lavoratore dipendente di spostare il Tfr - trattamento di fine rapporto - dall'azienda alla previdenza complementare, con la regola del silenzio-assenso.

 

In pratica, in assenza di un'indicazione da parte del lavoratore, passati i 6 mesi, il datore di lavoro dovrebbe dunque trasferire il Tfr ai fondi pensione. Anche l'emendamento di Noi Moderati sullo stesso tema è stato riammesso: gli interventi previsti sono "coerenti rispetto alle misure in materia di previdenza complementare" contenute in Manovra. Ma come funzionerebbe la novità, se venisse definitivamente approvata? E quale sarebbe l’obiettivo del governo?

Quello che devi sapere

Potenziare i fondi previdenziali complementari

  • L’esecutivo di Giorgia Meloni con gli emendamenti presentati punta a potenziare i fondi previdenziali complementari, strumenti di risparmio privati per i lavoratori che vanno a integrare la pensione (obbligatoria, dovuta di diritto) del sistema pubblico, quindi dell’Inps. Significa che spostando una parte dei propri risparmi, nel caso in esame del Tfr, ai fondi complementari si va a mettere da parte una forma di rendita che, al momento dell’uscita dal mondo del lavoro, si aggiungerà all’importo percepito mensilmente come pensione.

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I diversi tipi di fondi previdenziali complementari

  • Tutti i fondi previdenziali complementari non sono obbligatori: l’adesione del lavoratore è esclusivamente su base volontaria. Gestiti da società specializzate che operano negli investimenti di capitale in strumenti finanziari, possono essere chiusi (quindi accessibili solamente ad alcune categorie di lavoratori, solitamente dietro accordo tra le loro rappresentanze sindacali e quelle dei datori di lavoro) oppure aperti (senza distinzione tra professioni, gestiti da soggetti come banche e assicurazioni). A questi si aggiungono i Piani individuali pensionistici, i cosiddetti Pip, spesso legati a polizze vita o comunque attivi in ambito assicurativo

Come funzionerebbe il meccanismo del semestre di silenzio-assenso

  • Se l’esame parlamentare del testo della Manovra andasse ad approvare gli emendamenti della maggioranza (anche solo uno) i dipendenti avranno sei mesi per decidere se lasciare il Tfr maturato dentro la loro azienda oppure trasferirlo direttamente ai fondi pensione. Trascorso il semestre senza aver preso una posizione, si andrebbe in automatico verso il trasferimento ai fondi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro o in alternativa a quelli di categoria (nel caso dei fondi chiusi) più quotati. Bisogna comunque tener presente che in realtà nelle aziende con organico che supera i 50 dipendenti il Tfr, se non viene versato in un fondo complementare, va già a un fondo dell’Inps

A quanto ammonta il Tfr?

  • Il Trattamento di fine rapporto non è una cifra fissa, perché – trattandosi di parte integrante della retribuzione del dipendente, fruibile però in forma differita – viene messa da parte dal datore di lavoro di anno in anno (corrisponde alla retribuzione lorda annuale, diviso 13,5)

La tassazione sul Tfr accantonato in azienda

  • Il Tfr non è sottoposto alla stessa tassazione degli altri redditi da lavoro dipendente. Fino al momento della sua liquidazione, se resta accantonato in azienda, viene solamente rivalutato, su base annua, a un tasso dell’1,5% a cui si aggiunge il 75% dell’indice dei prezzi al consumo (cioè dell’inflazione). Solo una volta che finisce il rapporto di lavoro scatta la tassazione: si calcola l’aliquota media dell’Irpef degli ultimi cinque anni di lavoro, ottenendo così un’aliquota più bassa di quella ordinaria, e poi si applica il 17% sulla parte spettante dalla rivalutazione

La tassazione sul Tfr nei fondi integrativi

  • Nel caso in cui si decida di trasferire il proprio Tfr ai fondi complementari, è come se lo si andasse a investire. Verrà tassato al momento in cui dovrà essere percepito, con un’aliquota agevolata che oscilla tra il 15% e il 9%. Da cosa dipende? Dal numero di anni di partecipazione al fondo: è prevista una riduzione dello 0,30% per ogni di anno di adesione oltre il 15esimo anno, senza però poter scendere sotto il 9%

Quanto sono utilizzati i fondi complementari?

  • La tassazione agevolata negli ultimi anni ha spinto verso l’alto i fondi integrativi. Alla fine dello scorso anno l’importo totale che avevano in gestione superava i 220 miliardi di euro, in aumento di circa il 9% sul 2022.

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