Introduzione
Cresce la pressione sul ministero dell'Economia affinché venga concessa una chance supplementare ai lavoratori autonomi che hanno lasciato scadere il termine fissato al 31 ottobre senza aderire al concordato biennale preventivo. L’accordo prevede un “patto” tra Stato e partite Iva con l'obiettivo di portare risorse alla Manovra.
Una proroga sembra improbabile, mentre potrebbe essere più realistico pensare a una nuova finestra, con un proprio iter e un proprio gettito, magari spostata al 31 dicembre. Per la decisione, comunque, dovranno prima arrivare i dati sull'adesione al patto
Quello che devi sapere
Le adesioni al concordato
- I dati delle adesioni al concordato, come ha fatto sapere nei giorni scorsi il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, verranno resi noti tra circa 10 giorni. Ma, secondo quanto filtra, le adesioni, su una platea potenziale di circa 4,5 milioni di soggetti, non sarebbero andare oltre 400mila. E gli incassi sarebbero dunque molto lontani dai 2 miliardi ipotizzati dal governo
Per approfondire:
Concordato preventivo biennale, scaduti i termini per aderire. Quali sono le stime
La prudenza del governo
- Il ministro Giorgetti, però, ha fatto sapere sui risultati: “Siccome noi siamo prudenti abbiamo messo zero. Quindi tutto quello che arriva più di zero è benvenuto”. Un dato indicativo, nel frattempo, è arrivato da Confartigianato che ha fatto sapere di aver sondato 46 mila imprese registrando, una settimana fa, una adesione al 18% destinata a crescere fino al 23%
Per approfondire:
La rubrica di Carlo Cottarelli su Insider: Come è cambiato il rapporto tra le agenzie di rating e l'Italia
Il pressing
- Su una eventuale proroga il governo deve fronteggiare il pressing di buona parte della maggioranza, così come anche la protesta dei commercialisti che hanno proclamato uno sciopero fino al 7 novembre, chiedendo una proroga “per far fronte all'inadeguatezza del termine del 31 ottobre”
La posizione dei commercialisti
- “Sicuramente la proroga rappresenterebbe un'opportunità per chi non ha avuto il tempo materiale per fare le dovute riflessioni sulla possibilità, per le partite Iva, di trovare un'intesa con il Fisco e di versare la somma concordata. Così come costituirebbe una chance per ragionarci su per quanti hanno aderito frettolosamente”, ha detto nei giorni scorsi il presidente del consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio
L'ipotesi di una nuova finestra
- Secondo quanto trapela, la partita potrebbe sì riaprirsi, ma non sotto forma di proroga dei termini scaduti, bensì come nuova finestra per per imprese e partite Iva che chiedevano più tempo per decidere se accettare la proposta del Fisco o no. Non ci sarebbe una proroga del termine chiuso e, dunque, i conteggi degli incassi si farebbero su quella data, ma si aprirebbe una finestra nuova, con un proprio iter e un proprio gettito
Le tempistiche
- La nuova finestra potrebbe essere aperta fino al 31 dicembre 2024. Con altri due mesi per le adesioni andrebbe anche avanti la campagna ’Fisco amico’ voluta da Palazzo Chigi per far emergere l’evasione con l’alternativa soft degli adeguamenti spontanei. Un "impegno imprescindibile" per Forza Italia che più di tutti, fra gli alleati di centrodestra, chiede che nella Manovra ci sia un taglio dell’Irpef oltre 40 mila euro lordi annui (fino a 50 o 60mila risorse permettendo)
Cosa prevede il concordato
- Ma cosa prevede il concordato? Si tratta di una proposta che il Fisco fa al contribuente: in cambio di una determinata percentuale di reddito da versare in tasse, se si accetta, si avrà il vantaggio di avere meno controlli e anche vantaggi fiscali
- Si tratta di un vantaggio che può interessare soprattutto i professionisti certi di guadagnare più di quanto previsto dal Fisco negli anni successivi e le partite Iva che vogliono far emergere legalmente i redditi non dichiarati tra il 2018 e il 2022
A cosa serve il concrodato
- Il concordato servirebbe, nei piani del governo, anche ad abbassare le tasse al ceto medio, cioè per ridurre l'Irpef, l’imposta che pesa per lo più su dipendenti e pensionati. E questo taglio promesso da Palazzo Chigi dipende proprio dai frutti del concordato: servono due miliardi e mezzo per alleggerire il carico a chi guadagna fino a 50mila euro lordi l’anno e quattro per estenderlo a chi arriva a 60mila
Per approfondire: