Fisco, per il concordato potrebbe esserci un secondo round

Economia
Simone Spina

Simone Spina

La sanatoria per le Partite Iva è scaduta il 31 ottobre. Ma spunta l'ipotesi di una riapertura dei termini entro fine anno. Più soldi arriveranno dalla misura, maggiore il taglio delle tasse per lavoratori e pensionati

ascolta articolo

La porta del concordato per le Partite Iva potrebbe riaprirsi. Archiviato il termine del 31 ottobre, si starebbe ragionando su una nuova edizione del patto con lo Stato che evita a commercianti, professionisti e altri autonomi controlli fiscali in cambio di un pagamento forfettario. A questa possibilità si aggiunge il cosiddetto ravvedimento, cioé una sanatoria per i lavoratori autonomi che non hanno versato tutte le tasse fra il 2018 e il 2022.

Nessuna proroga ma forse una nuova finestra

Il tempo per firmare l'accordo è scaduto e il governo ha sempre detto che non ci sarebbero state proroghe. In ambienti parlamentari circola però l’ipotesi di una nuova finestra e uno dei motivi potrebbe essere che i soldi che si sperava di incassare non soddisferebbero le aspettative.

Adesioni e soldi incassati, conteggi in corso

Quanto sia finora arrivato all’Erario non si sa. I conteggi sono in corso e l’esito è atteso entro la prima decade di novembe. Si stima che abbiano firmato il concordato 150-200 mila Partite Iva, mentre i commercialisti, che avevano chiesto di allungare la scadenza e sono sciopero, parlano di adesioni non superiori al 15 per cento.

Pochissimi controlli sulle Partite Iva

In teoria gli interessati al concordato sarebbero 4,7 milioni di italiani sui quali, tradizionalmente, i controlli - come ha sottolineato la Corte dei Conti - sono molto scarsi. Il governo non ha mai messo nero su bianco quanti denari si aspettava di racimolare.

Meno tasse solo coi soldi del concordato

Sappiamo però, in linea di massima,  quante risorse servirebbero per abbassare le tasse al ceto medio, cioè per ridurre l’Irpef, l’imposta che pesa per lo più su dipendenti e pensionati. Questo taglio promesso da Palazzo Chigi dipende proprio dai frutti del concordato: servono due miliardi e mezzo per alleggerire il carico a chi guadagna fino a 50mila euro lordi l’anno e quattro per estenderlo a chi arriva a 60mila.  

 

Economia: I più letti