Settimana corta in Commissione, scontro governo-opposizioni su riduzione orario di lavoro
EconomiaIntroduzione
La proposta di legge unitaria del centro sinistra per una riforma far scendere le ore di lavoro da 40 a 32 alla settimana arriva all'esame della commissione Lavoro alla Camera: si inizia domani, mercoledì 23 ottobre.
Al testo sono stati presentati una ventina di emendamenti, tutti per la sua soppressione. I partiti di minoranza chiedono invece un confronto "di merito", attaccando la maggioranza
Quello che devi sapere
Settimana corta al voto, battaglia tra maggioranza e opposizioni
- La proposta di legge del centrosinistra per introdurre in via sperimentale in Italia la settimana lavorativa corta, che ha unito i leader di Pd, M5S, Si e Verdi, va verso uno stop. La riduzione dell’orario di lavoro non piace al centrodestra: una ventina di emendamenti è stato depositato in commissione Lavoro alla Camera e tutti vanno nel senso di sopprimere interamente o parzialmente il testo. L'esame del testo inizia domani, mercoledì 23 ottobre. Le opposizioni assicurano che sul punto sarà battaglia.
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Lavoro, dalla settimana corta al diritto allo smart working: le norme allo studio in Uk
Cosa prevede la proposta di legge sulla settimana corta
- I partiti di minoranza sono partiti da tre diverse proposte di legge, per poi confluire in un testo unitario da sottoporre alla maggioranza (come successo in passato sul salario minimo). La versione finale punta a incentivare l’adozione di contratti collettivi che arrivino a ridurre l’orario di lavoro a 32 ore settimanali, invece delle canoniche 40, anche attraverso una rimodulazione dei turni di lavoro (da 5 a 4). Il tutto non dovrebbe però avere alcun impatto sullo stipendio dei lavoratori. Inizialmente sarebbe una sperimentazione, quindi senza alcun obbligo per le aziende, della durata di 3 anni, al termine dei quali si chiede al governo di valutare l’impatto della misura ed eventualmente muoversi verso una sua istituzionalizzazione attraverso apposito Dpcm
Gli incentivi per le aziende
- Come convincere i datori di lavoro a partecipare all’esperimento? La proposta pensa a un alleggerimento dei contributi fiscali, in misura proporzionale all’effettiva riduzione dell’orario, fino al 30% di quelli attuali (e in casi specifici, come per le piccole e medie imprese e per le realtà aziendali con lavori considerati più pesanti, si arriverebbe anche al 50-60%). Si prevede una spesa di 600 milioni di euro, di cui 50 per il 2024 e la parte restante per gli altri due anni della sperimentazione, 2025 e 2026
L'esame della proposta
- Come detto, alla maggioranza di governo la proposta di legge delle opposizioni non convince: uno degli emendamenti più contrari, che quindi va verso la soppressione totale del testo, è stato depositato proprio dal partito capofila dell’esecutivo, Fratelli d’Italia (a nome del deputato Marcello Coppo). Ci si aspetta che le opposizioni si iscrivano in massa a parlare all’esame del testo, per cercare di bloccare l’affossamento della proposta
Le opposizioni all'attacco
- Nel MoVimento Cinque Stelle si parla di un “atteggiamento non accettabile della maggioranza”, che invece che aprirsi al dialogo e discutere “emendamenti di merito” punta alla soppressione tout court dell’iniziativa. “Chiederemo il ritiro dell'emendamento e un confronto nella dialettica parlamentare", ha annunciato nei giorni scorsi la deputata Valentina Barzotti. Anche Avs va all'attacco: "Speravamo di riuscire ad aprire una interlocuzione", sottolinea Franco Mari (alla Camera per Sinistra italiana)
Verso lo stop alla proposta di legge
- Le prospettive per il testo non sono rosee. Il governo dovrebbe procedere allo stop prima in commissione e poi ratificarlo in Aula, come già fatto lo scorso anno sulla proposta di legge sul salario minimo a 9 euro sulla quale, però, il centrodestra elaborò una propria controproposta utilizzando lo strumento della legge delega (ferma in commissione a Palazzo Madama). Il capogruppo del Pd in commissione Lavoro a Montecitorio, Arturo Scotto, che insieme a Mari e Barzotto ha lanciato un appello diretto al governo, accusa il centrodestra: “Ogni volta che devono affrontare un tema che incide sull'opinione pubblica fanno questa scelta ma noi daremo battaglia"
Sondaggio: l’80% degli italiani vuole la settimana corta
- Secondo una recente indagine condotta dalla società NielsenIQ per Pulsee luce & gas, agli italiani l’idea della settimana corta piace: l’80% degli intervistati si è detto favorevole. La rivoluzione, dicono, sarebbe un supporto nella gestione dei figli e nella cura degli anziani e andrebbe a migliorare l’equilibrio tra vita privata e professionale. Ci si aprirebbe anche ad alcuni compromessi pur di arrivare alla settimana corta, come una maggiore flessibilità sull’orario di lavoro durante la settimana lavorativa (52%), un aumento della produttività (47%) e un minor numero di pause (45%). Solo il 10%, però, sarebbe disposto a una leggera riduzione dello stipendio
La settimana corta all’estero
- Chi appoggia la settimana corta lo fa sottolineando come siano diversi i Paesi stranieri, anche in Europa, che si sono già mossi in tal senso. Per fare qualche esempio, l'Islanda è stata una delle prime nazioni, tra il 2015 e il 2019, a testare la settimana di quattro giorni per 35-36 ore di lavoro. Le imprese hanno registrato una maggior produttività e l’86% dei dipendenti ha scelto i quattro giorni all’insegna del meno stress. In Nuova Zelanda le sperimentazioni sono iniziate nel 2018, introdotte da società come Unilever e poi rilanciate dal governo. Il Belgio ha introdotto questa misura nel 2022, senza ma tagliare le ore di lavoro ma concentrandole – dietro accordo tra datore e dipendente – in quattro giorni invece che 5, con un periodo di prova di sei mesi. Ma anche Francia e Spagna stanno discutendo su proposte simili
Il Regno Unito e la settimana corta
- Nel Regno Unito è stato condotto il più grande test sulla riduzione dell’orario di lavoro. Tra giugno e dicembre 2022, 61 imprese (dalla ristorazione al no profit) hanno partecipato a una sperimentazione che ha coinvolto circa 3mila dipendenti: 38 hanno poi esteso la sperimentazione e 18 hanno deciso di adottarla per sempre. Adesso il governo laburista di Steir Karmer sta lavorando a una riforma che, insieme a smart working e diritto alla disconnessione, prevede anche la settimana corta
Le aziende italiane che hanno già scelto la settimana corta
- Anche in Italia il mondo dei privati si è già mosso in qualche mosso verso la settimana corta, in via sperimentale e in forme diverse. Si possono citare a titolo di esempio Luxottica, Lamborghini, Intesa San Paolo e Lavazza.
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in questa scheda
- Settimana corta al voto, battaglia tra maggioranza e opposizioni
- Cosa prevede la proposta di legge sulla settimana corta
- Gli incentivi per le aziende
- L'esame della proposta
- Le opposizioni all'attacco
- Verso lo stop alla proposta di legge
- Sondaggio: l’80% degli italiani vuole la settimana corta
- La settimana corta all’estero
- Il Regno Unito e la settimana corta
- Le aziende italiane che hanno già scelto la settimana corta
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