Pensioni, via dal lavoro dopo i 70 anni: ecco quando è già così
EconomiaChi ha versato pochi contributi non può lasciare il lavoro prima di 71 anni. E se al momento si tratta di situazioni particolari, in futuro per incassare l'assegno dell'Inps bisognerà aspettare molto di più dei 67 anni previsti adesso. Intanto il governo pensa a incentivi per rinviare le uscite
Lavorare oltre i 70 anni non è un’ipotesi lontana. Esiste già il caso in cui bisogna aspettare più della norma per prendere l’assegno dell’Inps. Chi ha avuto una carriera molto precaria o chi ha avuto paghe basse o – ancora – chi per la maggior parte della sua carriera è stato in nero, già con le norme attuali deve aspettare di compiere almeno 71 anni per godersi la pensione.
Carriere precarie, lavoro in nero e pochi contributi
E’ questa infatti la soglia per chi ha almeno cinque anni di versamenti ma non riesce ad arrivare a 20. E se gli anni di contributi sono meno di cinque dovrà attendere ancora. Per chi si trova in queste situazioni il traguardo si taglia, dunque, oltre lo standard oggi fissato per avere l’assegno di vecchiaia, che è di 67 anni.
L'età standard di 67 anni destinata ad aumentare
Questa soglia è, comunque, destinata ad allungarsi, perché la legge prevede che si esca dal lavoro sempre più tardi man mano che aumenta la speranza di vita. Si tratta, in pratica, di un automatismo: se l’aspettativa di campare oltre i 65, statisticamente, aumenta, ogni due anni per lasciare il posto serviranno tre mesi in più. Così, dal 2027 bisognerà avere 67 anni e tre mesi, quasi 68 dal 2031 e 70 anni dal 2055.
Incentivi a restare più a lungo al lavoro
Tutto questo riguarda chi è nato dopo il 1960 e, ovviamente, interessa soprattutto chi è più giovane. Ma la sostenibilità del sistema pensionistico è un problema attualissimo, tanto che il governo sta studiando incentivi per trattenere chi già può andare in pensione.
I sistemi che avvicinano al traguardo della pensione
C’è da dire che l’età effettiva in cui si lascia il lavoro in Italia è, attualmente, di poco superiore ai 64 anni, perché esistono diversi sistemi di anticipo. Da quello che tiene conto solo dei contributi versati (42 anni e 10 mesi per gli uomini; un anno in meno per le donne) alle varie agevolazioni (temporanee) come Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, che comportano però consistenti penalizzazioni economiche.