Extraprofitti delle banche, cosa sono e qual è la posizione del Governo sulle tasse

Economia

Introduzione

Il governo sta cercando le risorse necessarie alla manovra di almeno 25 miliardi di euro che vede al centro le famiglie e le imprese, e in questa direzione proseguono le prove di dialogo con banche sull'ipotesi di un contributo ai conti pubblici. Tema caldo questo, che agita il centrodestra con FI che si oppone a nuove imposte e al 'prelievo di solidarietà. Alla vigilia della settimana decisiva per mettere a punto il piano strutturale di bilancio, è ancora una volta il tentativo di far contribuire allo sforzo chi più in questi anni ha generato profitti: in primis le banche, ma anche il mondo delle assicurazioni e il settore energetico, percorrendo la strada del dialogo con i soggetti coinvolti

Quello che devi sapere

L’ipotesi

  • L'ultima ipotesi allo studio, secondo le indiscrezioni, sarebbe quella di un 'prelievo solidale' dell'1-2% sugli utili degli ultimi 12-24 mesi, per contribuire al finanziamento di misure come il taglio del cuneo fiscale, gli sgravi Irpef o il Bonus tredicesima. Un contributo di solidarietà una tantum e "da costruire insieme" alle aziende interessate
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Il dialogo con le banche

  • Per questo, dopo il fallito blitz del governo che lo scorso anno fece infuriare le banche, questa volta sarebbero stati avviati fin dall'inizio dell'estate contatti informali con il mondo del credito. Questo per valutare insieme il da farsi senza rischiare uno scontro. Ma a mettersi di traverso contro ogni tentativo di tassazione o imposizione dall'alto è ancora una volta Forza Italia
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Il sottosegretario all'Economia Freni

  • "Credo serva rispetto per il settore bancario" e "dialogo con il settore bancario e assicurativo". Lo ha detto il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, a margine della VI Giornata dell'investitore internazionale organizzata da Febaf, nel rispondere a una domanda sull'ipotesi di una tassa sugli extraprofitti delle banche. "In un Paese civile ogni cosa che si fa è frutto di collaborazione concordata nell’interesse generale e questo il governo sta facendo", ha concluso Freni
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La posizione di Forza Italia /1

  • Il vicepremier Antonio Tajani non usa giri di parole e chiede al massimo l'apertura di un confronto con le banche alla ricerca di soluzioni condivise. Di tassa o prelievi sugli extraprofitti gli azzurri non ne vogliono nemmeno sentir parlare: "Siamo contrari, si danneggerebbero le banche di prossimità e si creerebbe incertezza sui mercati a danno dell'Italia", avverte Tajani, per il quale altra cosa è sedersi attorno a un tavolo con le banche per vedere se queste in qualche modo possano contribuire alla casse dello Stato e alle finanze pubbliche
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La posizione di Forza Italia /2

  • Del resto per il vicepremier una tassa generalizzata finirebbe per colpire soprattutto le banche popolari e di credito cooperativo che svolgono un ruolo più che fondamentale per l'economia, erogando un gran numero di prestiti a cittadini e aziende. Per questo vanno assolutamente difese
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La posizione di Fratelli d’Italia /1

  • Da Fratelli d'Italia però la carta del prelievo non viene affatto esclusa, anche se il capogruppo alla Camera Tommaso Foti cerca di spegnere sul nascere ogni possibile principio di incendio nella maggioranza. Sulla delicata questione, assicura, nel centrodestra c'è una "piena sintonia". Il suo ragionamento è questo: nulla è ancora deciso e molto dipenderà dai dati macro. Diffusi stamattina dall’Istat nella revisione generale dei Conti economici nazionali, i dati evidenziano un miglioramento delle stime sul debito italiano nel 2023: il rapporto con il Pil è al 134,6%, mentre nel Def e nell'ultimo comunicato di aprile era al 137,3%. Migliora rispetto alla stima di aprile anche il deficit italiano in rapporto al Pil nel 2023: allora indicava -7,4%, mentre ora è pari al 7,2%. Infine, il tasso di variazione del Pil in volume è pari a 0,7%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alla stima di marzo
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La posizione di Fratelli d’Italia /2

  • Secondo Foti, attraverso questi dati il governo avrà il quadro più preciso delle risorse a disposizione. Solo allora, spiega, si valuterà "se è necessario chiedere un contributo di solidarietà ad alcuni settori che sono nelle condizioni di versarlo perché hanno realizzato utili molto rilevanti in questi anni". Il tutto comunque "senza intenti punitivi" verso alcuno, ma richiamando tutti "ad un autentico spirito di solidarietà a sostegno del sistema Paese"

La Lega

  • "Il governo ha già detto che non ci saranno misure di questo genere. Sicuramente chiederemo anche alle banche di dare una mano per aiutare tutta l’economia italiana, però non c’è intenzione di mettere tasse sugli extraprofitti in questo momento". Così il sottosegretario della Lega Claudio Durigon, risponde su Il tempo dell’ipotesi di introdurre una qualche forma di prelievo sugli extra-profitti di banche. Possono stare tutti tranquilli, quindi? "È un momento molto particolare, c’è una grande crescita e non dobbiamo frenarla con le tasse - precisa - ma cercare di aiutarla con azioni che possono dare più sostegno all’economia del Paese. Le banche su questo possono sicuramente attivarsi senza immolarsi sull’altare di norme che possono soltanto imbrigliare l’economia"

Le banche

  • Un richiamo dunque che sembra rivolto anche alle grandi compagnie di assicurazione o ai grandi gruppi energetici del Paese, a partire dall'Eni. All'Abi comunque al momento le bocche restano cucite, la linea resta sempre quella di non commentare le indiscrezioni. Ma se da parte dei banchieri c'è disponibilità al dialogo, non è certo un segreto la contrarietà non solo verso ogni forma di tassazione, ma anche verso un qualsivoglia prelievo o contributo. L'associazione presieduta da Antonio Patuelli ha più volte sottolineato come sul reddito prodotto dalle banche si sommano varie e maggiori imposte rispetto alle imprese degli altri settori economici: l'Ires al 24%, l'addizionale Ires per le banche al 3,5%, l'Irap al 5,45% e la cedolare secca sui dividendi al 26%. Insomma, niente a che vedere con quello che versano i settori non finanziari

I sindacati

  • Per i sindacati però non intervenire decisamente sugli extraprofitti per sostenere di più le famiglie resta un grande errore da parte del governo, visto che - sottolineano - solo nei primi sei mesi del 2024 le banche avrebbero generato utili già per oltre 12 miliardi di euro. Uno studio di Unimpresa, quindi, quantifica in 8,1 miliardi le tasse pagate dalle banche nel 2023 su 40,6 miliardi di utili, con un tax rate (il rapporto tra tasse versate nelle casse dello Stato e profitti) pari al 20,1%. Una percentuale, si sottolinea, "nettamente inferiore" alla media italiana per aziende e lavoratori stabilmente superiore al 42%