Banche, rispunta l'ipotesi di una tassa sugli extraprofitti: cosa sappiamo

Economia
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Introduzione

Il governo starebbe pensando a una tassazione sugli extraprofitti. Secondo fonti politiche, ci sarebbero infatti delle proposte al vaglio alla stregua di quanto accaduto nell'agosto 2023, quando l'idea prese forma in un Consiglio dei ministri, ma poi non se ne fece più nulla. La norma, secondo quanto emerse, potrebbe riguardere non solo le banche ma anche altre realtà, come assicurazioni e aziende.

 

Forza Italia però è contraria. "Poco importa se è una tassa sugli extraprofitti o una misura una tantum: colpire le banche significa affondare le imprese. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di tassazione", ha detto Raffaele Nevi, portavoce azzurro. E mentre dal governo smentiscono un provvedimento in tal senso, le opposizioni vanno all'attacco, parlando di un esecutivo "diviso dopo il voto europeo". Eppure il Pd non chiude le porte a un'eventuale norma: "Se le risorse verranno destinate a sanità e altre priorità, siamo pronti a discuterne".

Quello che devi sapere

Rispunta l'ipotesi di una tassa sugli extraprofitti

  • Torna a circolare l’ipotesi di una misura sugli extraprofitti. Secondo fonti politiche, ci sarebbero delle proposte al vaglio alla stregua di quanto accaduto nell’agosto del 2023, quando l’idea prese forma in un Consiglio dei ministri. Quell’abbozzo di norma riguardava le banche e avrebbe dovuto portare due miliardi nelle casse dello Stato. Ma poi non se ne fece più nulla. In queste ore, il governo starebbe pensando a un intervento analogo, che potrebbe però guardare anche ad altre realtà come le assicurazioni

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I nodi sul tavolo

  • La strada, va detto, è però in salita. Qualora il governo volesse imporre in maniera unilaterale una tassa sulle banche (o altro, come aziende e assicurazioni) per colpirne i maggiori utili, dovrebbe fare i conti con quegli ostacoli e paletti che lo scorso anno costrinsero l'esecutivo a rivedere il decreto in maniera sostanziale portando a zero il gettito per lo Stato. I nodi sono diversi: la vigilanza Bce in primis, dotata dopo la crisi finanziaria di ampi poteri, seguita dalle norme Ue sulla concorrenza e, da non sottovalutare, il mercato e la fiducia dei risparmiatori

La smentita da fonti di governo

  • Nel caso di un ipotetico provvedimento, gli istituti di credito hanno fatto sapere di aspettarsi che vengano coinvolti anche altri tipi di realtà, come i gruppi energetici. Ma secondo ambienti di governo, le banche non devono preoccuparsi perché una tassa sugli extraprofitti non sarebbe, al momento, al vaglio. "Sono prive di ogni fondamento le ricostruzioni giornalistiche secondo le quali sarebbe attualmente allo studio una norma sugli extraprofitti in alcuni settori dell'economia", filtra dall’esecutivo

Lo stop preventivo di Forza Italia

  • Forza Italia, in ogni caso, tira il freno a mano, esattamente come un anno fa. Si tratta di "notizie false su tasse che non ci saranno mai", ha tagliato corto il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri. Del resto, l'anno scorso, a provvedimento annunciato, i forzisti non nascosero i loro dubbi. "Poco importa se è una tassa sugli extraprofitti o una misura una tantum: colpire le banche significa affondare le imprese. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di tassazione", ha detto Raffaele Nevi, deputato e portavoce di Forza Italia, in un'intervista a Repubblica. "Alzare le tasse non è mai una buona soluzione e non lo è a maggior ragione oggi che le piccole e medie imprese fanno fatica ad accedere al credito - ha proseguito -. Le banche sono parte essenziale del sistema produttivo: bisogna dialogare con loro, non andare allo scontro". E poi ancora: "Ho sentito alcuni colleghi di Fratelli d'Italia e della Lega. Mi pare che tutti si rendono conto che è una tassa sbagliata perché crea un problema che si ribalta sulle imprese, soprattutto su quelle piccole e medie. Non credo che qualcuno sia d'accordo nel procedere con una tassa"

I dettagli dell'ipotetica norma

  • Gli analisti intanto lanciano un alert: i rumors preoccupano gli investitori, perché secondo loro l'imposta avrebbe un effetto negativo sulle banche e sull'immagine dell'Italia. Ma cosa prevederebbe, nello specifico, la norma? Anzitutto non è chiaro il parametro da utilizzare come base imponibile e su cosa calcolare il presunto extraprofitto. La scelta di tenere in conto il margine di interesse, nella versione dell’anno scorso, era stata adottata per colpire chi aveva "speculato" sui tassi, e fu molto criticata dalla Bce nella memoria al governo e dall’Abi in audizione al parlamento. Secondo fonti politiche, le ipotetiche misure che sarebbero state valutate riguarderebbero, tra l'altro, interventi sulla progressività delle aliquote in base alle risultanze del bilancio netto o su alcuni tipi di profitti, sui margini di intermediazione bancaria o sulle variazioni dei tassi di interesse

La posizione delle banche

  • Un altro aspetto da tenere in considerazione è la posizione dell'Abi. L'associazione, nella sua memoria tecnico-giuridica aveva già paventato l'incostituzionalità della norma rispetto all'articolo 42 della Carta (quello sulla proprietà) di norma dal "carattere espropriativo" della ricchezza prodotta. Con meno profitti e meno utili distribuiti e accantonati, era stata poi la critica quasi unanime dell'istituto centrale e del mondo bancario, si poteva innescare un circolo negativo che avrebbe portato meno credito erogato in una fase dove i finanziamenti, anche per il calo della domanda da famiglie e imprese, erano già in ribasso

Opposizioni all'attacco /1

  • Fra le opposizioni, l'ipotesi di una norma sugli extraprofitti trova invece spazi. Il M5s spinge in questa direzione: Fratelli d'Italia "ha aumentato le tasse su pannolini e assorbenti - ha scritto il presidente pentastellato Giuseppe Conte - ma non ha tassato gli extraprofitti delle banche". Il Pd è meno entusiasta, ma valuterebbe nel merito un eventuale provvedimento. Secondo Elly Schlein, nel centrodestra dopo le elezioni europee le liti "sono più evidenti. Continuano a litigare e si dimenticano di governare: l'ultima questione è sugli extraprofitti che dividono Fratelli d'Italia da Forza Italia. Il governo ora nega che sia all'esame una misura per ottenere un contributo volontario da banche, assicurazioni, società energetiche. Posso dire che se si tratta di un contributo di solidarietà finalizzato alla sanità o al sociale noi saremmo pronti a valutarlo, ma questo governo non è credibile"

Opposizioni all'attacco /2

  • "Se il governo presenterà una proposta seria, destinando le risorse al finanziamento di priorità vere come la sanità o il cuneo fiscale, noi siamo pronti a discuterne - ha detto il senatore e responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani -. L'anno scorso annunciarono in pompa magna la tassa sugli extraprofitti delle banche, salvo fare rapidamente retromarcia facendo finire tutto a tarallucci e vino, con gettito zero per le casse dello Stato. Ci risparmino l'ennesima pagliacciata". Per il portavoce dei Verdi e deputato di Avs Angelo Bonelli, quello di Meloni "è un governo ipocrita, che sino ad oggi non solo non ha tassato gli extraprofitti ma, con le sue politiche, ha fatto aumentare i profitti a banche, società energetiche e del lusso". Contraria Italia Viva: "L'idea che ci sia un livello di profitto giudicato giusto o sbagliato dallo Stato è roba da Unione Sovietica," ha detto il deputato Luigi Marattin

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