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Manovra 2025, il governo studia una flat tax al 15% sugli straordinari: cosa sapere

Economia
©IPA/Fotogramma

L'esecutivo sta valutando la possibilità di detassare gli straordinari di tutti i lavoratori nella prossima Legge di Bilancio: in questo modo le aziende avrebbero manodopera più disponibile e ne beneficerebbe la produttività. Secondo i dati dell’Inapp, il 60% dei lavoratori italiani effettua lavoro straordinario entro il tetto annuo di 250 ore. "Stiamo valutando le risorse disponibili ma è una strada che si può seguire", ha dichiarato Marco Osnato di Fratelli d’Italia  

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Parola d’ordine: produttività. A Palazzo Chigi hanno cominciato ad assemblare la prossima Manovra che sarà ampiamente riassunta già nel Piano strutturale di bilancio, documento che Roma dovrà presentare a Bruxelles il prossimo 20 settembre e dove annuncerà le spese imminenti e il piano settennale di rientro di spesa. Nel mirino dell'esecutivo ci sono gli straordinari, una questione scottante per milioni di lavoratori che si trovano a dover fare i conti poi con il Fisco.

La proposta

Il governo sta valutando l'ipotesi di una tassazione ridotta degli straordinari per garantire così più soldi in busta paga al ceto medio. L’esperimento, già testato con successo nei settori sanitario e turistico con una flat tax del 15%, è pronto a essere ampliato a tutti i settori produttivi, e vuole rendere più semplice per i lavoratori accettare ore extra senza l'ansia del Fisco. I dati più recenti dell’Inapp (l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) certificano che in Italia il 60% dei dipendenti, cioè oltre 15 milioni di addetti, effettua lavoro straordinario. La legge impone un tetto annuo di 250 ore, con l’entità dell’emolumento che varia da contratto a contratto in base al numero di ore in più: nel settore del commercio è previsto un surplus tra il 15 e il 30% rispetto alla paga base; in quello del turismo le maggiorazioni possono raggiungere anche il 60% e in quello metalmeccanico possono oscillare tra il 25 e il 30%. Ad oggi, dal punto di vista fiscale, lo straordinario viene tassato su base Irpef come il reddito ordinario. Non è quindi previsto nessuno sconto con il risultato che i lavoratori spesso si rifiutano di farli, per evitare di rientrare in uno scaglione superiore a quello di appartenenza e pagare più tasse.

emanuele orsini e adolfo urso

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Cosa potrebbe cambiare

In questo modo il governo vuole portare i lavoratori ad avere un motivo valido per non dire di "no" a eventuali ore extra. Una mossa che punta a rilanciare la produttività, non toccando le finanze personali e dando la possibilità alle aziende di contare su una forza lavoro più motivata e disponibile. La proposta era stata applicata anche nel decreto liste d’attesa per medici e infermieri, con una flat tax, cioè un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali, che ha portato al 15% il prelievo tributario per le ore più necessarie per tagliare i tempi nell’erogazione delle cure. Un’aliquota simile anche nei primi 6 mesi dell’anno era stata garantita ai lavoratori del turismo con reddito massimo entro i 40mila euro, applicabile però soltanto nei giorni festivi e nei turni notturni. La volontà della maggioranza sembra essere chiara: "Il principio di questa misura è stato già approvato nella delega fiscale. Ora si stanno valutando le risorse disponibili, ma nell'ottica di aumentare il potere d'acquisto dei lavoratori vogliamo seguire anche la strada di una detassazione più generalizzata degli straordinari. Dico di più: si vuole anche accrescere la produttività delle nostre imprese e per questo ci si sta muovendo con la stessa logica che lo scorso anno ha spinto il governo a garantire per i premi aziendali una tassazione del 5 per cento", ha dichiarato a Il Messaggero Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera e responsabile Economia di Fratelli d'Italia.

Camera dei Deputati commemorazione di David Sassoli nella foto l' aula durante il minuto di silenzio (ROMA - 2022-01-11, Stefano Carofei) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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