Manovra 2025, ipotesi fringe benefit esentasse fino a 2mila euro per tutti i lavoratori

Economia
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Introduzione

Il governo starebbe pensando a fissare lo stesso tetto di importo non sottoposto a tassazione per tutti i dipendenti: adesso è di 2mila euro per quelli con figli a carico e di mille euro per tutti gli altri. Per definire quello che entrerà davvero nel testo di legge bisognerà comunque aspettare di avere quadro più certo sulle risorse a disposizione (servono circa 25 miliardi di euro). Qualche elemento in più si avrà quando il Mef avrà chiuso il lavoro sul Piano strutturale di bilancio (Psb), da inviare a Bruxelles entro il 20 settembre 

Quello che devi sapere

Manovra 2025, ipotesi tetto unico fringe benefit a 1500-2000 euro

  • Sembra che nella prossima Legge di Bilancio entrerà anche una rimodulazione dell’attuale sistema dei fringe benefit, componenti addizionali della retribuzione corrisposte sotto forma di beni e servizi, come auto o cellulari aziendali, dai datori di lavoro a parte del proprio personale dipendente. Secondo fonti parlamentari, la maggioranza starebbe pensando a uniformare le regole vigenti, puntando su un tetto unico di esenzione dalle tasse tra i 1500 e i 2000 euro.

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Come funzionano i fringe benefit oggi

  • L’esecutivo della premier Giorgia Meloni intenderebbe quindi proseguire con la strada già tracciata con la scorsa Manovra, considerando il buon andamento di questa forma di premialità. L’ultima Finanziaria aveva portato la soglia di esenzione dei fringe benefit a 2mila euro per i lavoratori con figli a carico e a mille euro per tutti gli altri

Le ultime modifiche alla normativa

  • Ogni anno la misura viene rimodulata in qualche modo. Prima della Legge di Bilancio 2024, la soglia esentasse per i lavoratori dipendenti senza figli a carico era infatti stabilita a 258,23 euro. Quella per chi aveva figli a carico era invece passata da 3mila a 2mila. Nel primo caso la si era quindi aumentata, nel secondo caso diminuita

I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

  • Come precisato anche dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con la circolare n.5/E dello scorso 7 marzo 2024, all’interno dei bonus non sottoposti a tassazione rientrano tra l’altro anche le somme corrisposte dai datori di lavoro per aiutare i dipendenti a sostenere i costi delle utenze domestiche. Non solo: così è anche per quelle per i canoni di locazione oppure per i costi degli interessi sui mutui stipulati per l’acquisto delle prime case (anche se il contratto è intestato al coniuge o a un altro familiare del dipendente)

Gli obiettivi principali della Legge di Bilancio 2025

  • Intanto, al rientro dalle vacanze estive, i leader dei partiti di maggioranza si sono riuniti per un vertice in cui fissare le priorità della prossima Legge di Bilancio. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno individuato gli obiettivi principali nella riduzione delle tasse, nel sostegno ai giovani, alle famiglie e alla natalità e negli interventi per le imprese che assumono. Assente, nel testo congiunto diffuso al termine del vertice, il riferimento al dossier delle pensioni, che rischia di portare a uno scontro interno a Palazzo Chigi: la Lega insiste su Quota 41, Forza Italia punta a fare un altro step per l'innalzamento delle minime

Manovra 2025, il rebus dei fondi disponibili

  • I fondi necessari per la prossima Manovra dovrebbero ammontare a 25 miliardi di euro circa, come ha stimato il sottosegretario all'Economia Federico Freni. Per definire quello che entrerà davvero nel testo di legge si aspetta quindi di avere un quadro più certo sulle risorse a disposizione. Qualche elemento in più si avrà quando il Mef avrà chiuso il lavoro sul Piano strutturale di bilancio (Psb), che prenderà il posto della Nadef e che definirà la cornice finanziaria della Manovra. Oltre agli obiettivi programmatici pluriennali per mantenere la traiettoria di spesa netta, che per 5 anni non potranno essere rivisti se non in casi particolari. Andrà inviato a Bruxelles entro il 20 settembre e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti vuole portarlo in Cdm entro metà settembre, per permettere poi alle Camere di esaminarlo senza rush dell'ultimo secondo

Cosa sarà nel testo della Manovra: taglio del cuneo fiscale e Irpef

  • Stando a quanto trapelato negli scorsi giorni, al suo interno ci sarà sicuramente la riproposizione del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti. Sembra sicura l'estensione alle autonome dello sgravio per le lavoratrici madri e la maxi-deduzione al 120% per le aziende che assumono a tempo indeterminato. Nel testo dovrebbe entrare anche un nuovo intervento sull’Irpef. Il team della premier Meloni per il prossimo anno sta valutando una riduzione delle tasse per il ceto medio, tramite l’abbassamento dell'aliquota intermedia, dal 35% al 33%, e ampliando la fascia di reddito del secondo scaglione (da 50mila a 60mila euro). Con la scorsa Manovra i contribuenti erano stati suddivisi in tre scaglioni (prima ancora erano quattro): fino a 28mila euro di reddito si applica un’aliquota al 23%, tra i 28mila e i 50mila si arriva a 35% e oltre i 50mila euro al 43%

L’assegno unico

  • Sempre in tema di aiuti, ma guardando nello specifico a quelli mirate alle famiglie, il governo ha smentito le indiscrezioni della stampa che parlavano dell’imminente rimodulazione al ribasso dell’Assegno unico, supporto mensile per chi ha figli a carico. Era stata La Repubblica a scrivere che l’idea sarebbe stata quella di tagliare l'assegno base da 57 euro a figlio (che oggi va alle famiglie che non presentano l'Isee o ne hanno uno troppo alto, sopra i 45mila euro) e di cambiare il nome all’aiuto (che quindi non sarebbe più stato Assegno unico). Niente di vero, ha poi precisato Meloni: “Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una Manovra ancora da scrivere”

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