Manovra 2025, ipotesi taglio assegno unico. Ira opposizioni, Meloni: "Non lo aboliremo"

Economia
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Introduzione

Il quotidiano Repubblica sostiene che nella prossima Finanziaria l’esecutivo potrebbe rivedere pesantemente l’assegno unico, misura che oggi vale 20 miliardi e riguarda ogni anno oltre sei milioni di famiglie e 10 milioni di figli. L’idea sarebbe quella di tagliare l'assegno base da 57 euro a figlio che oggi va alle famiglie che non presentano l'Isee o ne hanno uno troppo alto, sopra i 45mila euro, per spostare più risorse sulle famiglie molto numerose, con disabili, e una storia di lavoro radicata in Italia.
 

Una delle ragioni di tale cambiamento sarebbe la procedura di infrazione attualmente aperta dall’Unione europea nei confronti di Roma a causa del requisito di 2 anni di residenza chiesto agli stranieri, che potrebbe presto finire davanti alla Corte di Giustizia Ue. Sul caso sono arrivate le smentite della maggioranza, con il capogruppo di Forza Italia alla Camera Barelli che parla di "fake news", mentre dall’opposizione si attacca il governo su questa possibile scelta.
 

La premier Giorgia Meloni è intervenuta sul caso, assicurando che “no, il Governo Meloni non abolirà l'assegno unico nella prossima legge di bilancio. Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una Manovra ancora da scrivere. Noi continuiamo a lavorare per un'Italia migliore e più giusta, dopo anni di disastri della sinistra”, ha scritto su X postando un video insieme al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. La premier ha poi aggiunto che dare "l’assegno unico a lavoratori immigrati vuol dire ucciderlo”.

Quello che devi sapere

Governo al lavoro sulla prossima Finanziaria

  • Il governo Meloni continua a lavorare sulla prossima Manovra, il piano previsto per la spesa pubblica per i prossimi cinque anni che andrà inviato a Bruxelles entro il 20 settembre. Le risorse da cercare sono tantissime, una cifra tra i 25 e i 27 miliardi

Per approfondire:

Manovra 2025, ipotesi nuovo taglio Irpef per i redditi fino a 60mila euro: cosa sappiamo

Il tema dell’assegno unico

  • Una delle ipotesi allo studio, riporta Repubblica, sarebbe quella di rivedere l’assegno unico per i figli, introdotto dal governo Draghi nel 2021. La misura vale 20 miliardi e riguarda ogni anno oltre sei milioni di famiglie e 10 milioni di figli. Il piano per modificarla sarebbe al momento affidato alla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella che poi dovrebbe passare il dossier al ministero dell'Economia

Cosa potrebbe cambiare

  • Ma cosa dovrebbe cambiare esattamente? Secondo il quotidiano, l'idea è quella di tagliare l'assegno base da 57 euro a figlio che oggi va alle famiglie che non presentano l'Isee o ne hanno uno troppo alto, sopra i 45mila euro. Questo per spostare più risorse sulle famiglie molto numerose, con disabili, con una storia di lavoro radicata in Italia. E, come accaduto col reddito di cittadinanza, dovrebbe cambiare anche il nome, non più assegno unico dunque

Meloni su X: “Non aboliremo assegno unico”

  • La premier Giorgia Meloni è intervenuta sul caso, assicurando che “no, il Governo Meloni non abolirà l'assegno unico nella prossima legge di bilancio. Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una Manovra ancora da scrivere. Noi continuiamo a lavorare per un'Italia migliore e più giusta, dopo anni di disastri della sinistra”, ha scritto su X postando un video insieme al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.

Meloni: “Assegno unico a lavoratori immigrati è ucciderlo”

  • "Oggi l'ultima notizia sarebbe che saremmo in procinto di abolire l'assegno unico, quell'assegno unico che noi abbiamo aumentato e sul quale stiamo dando battaglia in Europa proprio perché non si creino problemi visto che la Commissione ci dice che dovremmo darlo anche ai lavoratori immigrati che ci sono in Italia e che di fatto vuol dire uccidere l'assegno unico. Volevamo dire che siccome la legge ancora la dobbiamo scrivere diffidate delle ricostruzioni”, ha aggiunto la premier Giorgia Meloni.

Quanto vale l’assegno

  • Tra cancellazione di assegni familiari, detrazioni e vecchi bonus per 14 miliardi e l'aggiunta di 6 miliardi freschi - sottolinea ancora il quotidiano - l'assegno pesa sul bilancio dello Stato 20 miliardi strutturali e si rivaluta in base all'inflazione. Quest'anno vale il 5,4% in più dell'anno scorso, da un minimo di 57 euro a un massimo di 200 euro al mese per un minore, con maggiorazioni a figli non autosufficienti e disabili, mamme lavoratrici, figli oltre il secondo. Come sappiamo l’assegno spetta anche per i figli tra i 18 e i 21 anni, seppur dimezzato nell'importo

Il peso sui conti pubblici

  • Nel 2022, primo anno di erogazione, la spesa è stata di 13 miliardi, mentre l'anno scorso è salita a 18 miliardi. Quest'anno dovrebbe aggirarsi sui 20 miliardi, con l'Inps che nei primi sei mesi segna già 10 miliardi

Il deferimento

  • Una parte dei motivi legati a tale cambiamento è connessa alla procedura di infrazione aperta nei confronti dell’Italia dall’Unione europea nel novembre 2023 a causa del requisito di 2 anni di residenza chiesto agli stranieri. Quest’infrazione è diventata un vero e proprio deferimento davanti alla Corte di Giustizia Ue un mese fa e ad oggi resta ancora aperto

Bordignon: "Gli avanzi vengano investiti nella famiglia"

  • Dalle pagine dello stesso quotidiano, Massimo Bordignon, presidente del Forum per le famiglie, ha commentato l'indiscrezione: "Non è vero che l'assegno unico non funziona. E se ci sono avanzi, chiediamo siano investiti nella famiglia, per spingere l'autonomia dei figli maggiorenni". "È il primo strumento strutturale che il nostro Paese adotta nella sua storia. Non va assolutamente abbandonato - ha aggiunto - Ricordo poi che nel 2021 fu votato da tutto l'arco parlamentare. Le risorse non distribuite possono essere un'occasione, se ci sono idee valide per spenderle. Noi proponiamo di dare l'assegno nella sua totalità anche ai figli tra 18 e 21 anni, perché oggi è dimezzato. E di proseguirlo fino ai 26 anni, se i figli sono a carico e in formazione accademica o professionale"

Mef: "Senza fondamento ipotesi di tagli"

  • La smentita del Ministero dell'Economia e delle Finanze è arrivata tramite una nota: "Fantasiosa e senza alcun fondamento l'ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima Manovra"

Osnato: "Toni apocalittici, possibile una revisione della norma"

  • "Mi sembra che i toni di Repubblica siano come sempre apocalittici. Sicuramente è una misura importante sulla quale negli anni il governo Meloni ha anche aumentato fino a 20 miliardi di euro lo stanziamento. Detto questo, c'è una procedura di infrazione sulla quale la Commissione europea deciderà, se non ricordo male, entro il 2025. Sicuramente c'è una premialità ridotta su natalità e per le famiglie numerose, sulla cumulabilità con ISEE e quindi anche su questo bisogna ragionare. Mi sembra che si possa ipotizzare una valutazione sulla revisione della norma", ha dichiarato anche Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera

Barelli: "Cancellazione assegno unico totale fake news"

  • "Solo da domani con il primo confronto tra i leader della maggioranza di governo si inizierà a parlare della Legge di Bilancio per il 2025 in senso generale e degli impegni nei confronti della Commissione europea. Questa della cancellazione dell'assegno unico appare come una totale fake news, smentita anche dal ministro Giorgetti", ha dichiarato poi Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera

Le opposizioni all’attacco

  • Sul tema si sono esposte anche le opposizioni. "Altro che attenzione alla famiglia, come ripete il mantra sovranista. Il governo si prepara a smontare l'assegno unico per i figli dimostrando, ancora una volta, di essere interessato solo a fare propaganda", ha detto il presidente dei deputati di Italia Viva Davide Faraone. "Oggi Repubblica ci racconta che la prossima mossa di questa destra potrebbe essere quella di tagliare il bonus famiglie e cancellare l'assegno unico, misura votata in Parlamento da tutte le forze politiche tre anni fa. Complimenti! - ha dichiarato anche il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia - Vediamo che sta accadendo quello che temevamo: Giorgia Meloni e il ministro Giorgetti, dopo aver permesso condoni e concordati, non sanno dove reperire le risorse per la manovra di bilancio e cercano di fare cassa sulla pelle dei cittadini del Sud e delle famiglie. Ora leggiamo che nella maggioranza dicono che l'assegno unico non si tocca. Ennesima divisione nel governo? Aspettiamo da Giorgetti, con urgenza, un chiarimento"

 

Per approfondire:

Manovra 2025, allo studio riforma delle detrazioni fiscali: quali sono quelle a rischio