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Fisco, in arrivo un nuovo "redditometro", ma è scontro nel cdx. Come funziona la misura

Economia
©IPA/Fotogramma

Sospeso nel 2018, il decreto che lo ripropone in modalità rivista è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e firmato da viceministro all'Economia, Maurizio Leo. "Non c'è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti. Il centrodestra conferma l'impegno per combattere i grandi evasori fiscali", ha sottolineato lo stesso Leo. Ma la misura lascia perplesso il partito di Matteo Salvini, mentre Forza Italia si dice "contraria da sempre" a provvedimenti come questo

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Dalle spese per l'auto a quelle per la casa, dal costo delle utenze a quelle per il possesso di barche. Il fisco italiano ha deciso di tornare ad indagare le capacità di spesa dei contribuenti per risalire ai loro redditi. Sarà infatti possibile un nuovo utilizzo del redditometro, strumento di cui il fisco si era servito per risalire al reddito presunto dei contribuenti-persone fisiche e che era stato sospeso nel 2018. Il decreto che lo ripropone, in modalità rivista, a partire dai redditi 2016 (in generale, il 2018, tenendo conto delle decadenze maturate nel frattempo come segnala Il Sole 24 Ore), è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e firmato dal viceministro all'Economia, Maurizio Leo.  Ma da Lega e Forza Italia si leva il "no" a un ritorno alla vecchia misura del redditometro.

Leo: "Limiti al potere discrezionale dell'amministrazione finanziaria" 

"Il centrodestra è sempre stato contrario al meccanismo del 'redditometro' introdotto nel 2015 dal governo Renzi. Il decreto ministeriale pubblicato in questi giorni in Gazzetta mette finalmente dei limiti al potere discrezionale dell'amministrazione finanziaria di attuare l'accertamento sintetico, ovvero la possibilità del fisco di contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Potere previsto dall'ordinamento tributario fin dal 1973". Così lo stesso Leo, in una nota. "Nel dettaglio, con il nostro decreto, siamo intervenuti per correggere una stortura che si è creata nel 2018, quando il governo Conte 1 ha abolito il D.M. 16 settembre 2015, il cosiddetto "redditometro", del governo Renzi e aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente, in modo da limitare al minimo il contenuto induttivo dell'accertamento, e privilegiando sempre il dato puntuale a garanzia del contribuente. Purtroppo, quel decreto non è mai stato emanato e, invece di favorire il contribuente, si è creato un vuoto nei limiti all'azione dell'amministrazione finanziaria nell'applicazione dell'accertamento sintetico, introducendo di fatto un meccanismo di redditometro permanente e senza alcuna limitazione", ha riferito ancora Leo. "Dopo sei anni, il governo di centrodestra è finalmente intervenuto e ha emanato un decreto, preventivamente condiviso con le associazioni dei consumatori, l'Istat e il garante della privacy, che fissa dei paletti precisi a garanzia del contribuente e introduce, tra le altre cose, anche un doppio contraddittorio obbligatorio. Dunque, non c'è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti. In più, il centrodestra conferma l'impegno per combattere i grandi evasori fiscali, in un contesto di totale rispetto dei diritti dei contribuenti", ha sottolineato. Leo, come si apprende da fonti di Palazzo Chigi, ha concordato con la Presidenza del Consiglio di relazionare durante il prossimo Consiglio dei ministri in merito al contenuto del decreto ministeriale.

Le verifiche sui redditi

Come avverranno le verifiche? I redditi dei contribuenti verranno esaminati secondo diverse tipologie. In particolare, il decreto indica undici diverse tipologie per i nuclei familiari e cinque diverse aree del Paese. Vengono inoltre presi in considerazione le quote di risparmio che si sono accumulate negli anni e le spese effettivamente sostenute così come riportato dall'anagrafe tributaria. "Le spese, distinte per gruppi e categorie di consumi del nucleo familiare  di appartenenza del contribuente sono desunte dall'indagine annuale sulle spese delle famiglie compresa nel Programma statistico nazionale, effettuata su campioni  significativi di contribuenti appartenenti a undici tipologie di nuclei  familiari, distribuite nelle cinque aree territoriali in cui è suddiviso il  territorio nazionale", viene spiegato. Verranno valutate "sostenute dal contribuente, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico". di contro, però,  "non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono  relativi esclusivamente  ed effettivamente all'attività di impresa".

Cosa possono dimostrare i contribuenti

I contribuenti, è emerso ancora dal decreto, avranno la facoltà di dimostrare alcune specifiche. Ad esempio, che il finanziamento  delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d'imposta, ovvero con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla  fonte a  titolo  di imposta, o comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile, ovvero da parte di soggetti diversi dal contribuente. Si potrà, inoltre, segnalare che le spese attribuite hanno un diverso ammontare e che la quota del risparmio  utilizzata per consumi ed investimenti si è formata nel corso di anni precedenti. 

 

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