Fisco, addio code e 320mila controlli in un anno: i piani dell’Agenzia delle Entrate
Come spiega il Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2024-26 dell'Agenzia delle Entrate, si delinea un Fisco sempre più telematico, che prenota gli appuntamenti e favorisce gli “sportelli digitali”. Spinta sull'assistenza per la precompilata, con le file del passato che andranno a sparire. I controlli saranno realizzati anche attraverso le verifiche informatiche, meno invasive, o con la selezione di 65-75mila posizioni da sottoporre ad analisi insieme alla Guardia di Finanza
- Il Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2024-26 dell'Agenzia delle Entrate delinea il nuovo profilo del Fisco. Sempre più telematico, che prenota gli appuntamenti, favorisce gli “sportelli digitali” e spinge sull'assistenza per la precompilata, utilizzata dai contribuenti ma anche da Caf e professionisti
- Il quadro tracciato è quello di un fisco che di fatto consente di dire addio alle code del passato. Ma che non dimentica la propria missione di far pagare le tasse a chi non vuole. Con il confronto ed anche con i controlli: 320mila in un anno, realizzati anche attraverso le verifiche informatiche, meno invasive, o con la selezione di 65-75mila posizioni da sottoporre ad analisi insieme alla Guardia di Finanza
- Il cambiamento, già in corso da anni, prende forma nei numeri. Partendo dai servizi, che evidenziano due aspetti. Il 90% dei servizi saranno resi quest'anno su appuntamento. Quindi niente file interminabili per prendere il proprio numero e affrontare una pratica fiscale
- A questo si aggiunge una eredità del lockdown, rappresentata dai servizi telematici, che vede anche l'attivazione dello “sportello digitale”, che quest'anno assorbiranno l'87% del totale, per arrivare a sfiorare il 90% nel 2026. Del resto oramai la registrazione di 1,7 milioni di contratti di affitto è avvenuta per via telematica (92% del totale). Sempre dal web si registrano i comodati (62% del totale) e i contratti preliminari di compravendita immobiliare (55% del totale). Lo stesso vale per le successioni (93%) e gli atti dei notai (98%)
- L'adozione di nuova nuova procedura “guidata” con domande semplici darà nuovo impulso. L'agenzia stima che quest'anno sarà utilizzata da 24,5 milioni di contribuenti, che diventeranno 25,1 milioni nel 2026. Cresce la quota di coloro fanno da soli: 4,7 milioni nel 2024, 4,9 nel 2025 e 5,1 nel 2026. Ad utilizzare il modulo già compilato ci sono anche 19,8 milioni di intermediari quest'anno e 20 milioni a partire dal prossimo anno. Ora la dichiarazione contiene in media l'87-90% dei dati che poi vengono rispediti al fisco con la compilazione finale
- A fotografare l'impegno a migliorare i rapporti con i cittadini e le imprese è anche l'erogazione dei rimborsi Iva entro 75 giorni o l'impegno a diffondere il 95% dei documenti interpretativi (circolari e risoluzioni) almeno 60 giorni prima dell'applicazione
- I controlli sono solo uno dei quattro settori operativi dell'agenzia, dai quali si guarda con attenzione ai possibili ricavi - 11,1 miliardi nel 2024, 11,2 miliardi nel 2025 e 11,3 miliardi nel 2026 - ma non solo. Non c'è solo il target numerico dei 320mila controlli l'anno (quelli più approfonditi fatti su un'analisi di rischio) che si aggiunge al fatto che ogni anno, grazie all'intelligenza artificiale, vengono analizzate tutte le dichiarazioni presentate
- C’è infatti l'obiettivo di fare controlli qualitativi in grado di reggere i ricorsi davanti alle commissioni tributarie e portare, alla fine del percorso, al successo l'attività di accertamento nel 70% dei casi e per il 74% degli importi. Anche lo scambio informativo con gli altri Paesi viene considerato importante: tanto che il 93-95% delle posizioni segnalate sarà passato al setaccio
- Poi ci sono meccanismi di compliance, si direbbe di confronto costruttivo e preventivo. Ecco che le Entrate stimano di inviare poco più di 3 milioni di comunicazioni per favorire i versamenti spontanei, soprattutto dei contribuenti partite Iva. E di ricevere adesioni e risposte positive nel 61% dei casi già quest'anno, per arrivare al 65% del 2026
- C'è poi una parte di rilievo dedicata alle imprese medio grandi, con attività anche estere. Di fatto un'attività di prevenzione dalla quale si punta ad incassare 3,1 miliardi di euro con i cosiddetti 'accordi preventivi' e con l'identificazione di tempi definiti per le istanze di patent box, in pratica per le valutazioni economiche legate all'utilizzo di beni immateriali come i marchi