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L'Fmi non cambia le stime: l'Italia quest'anno crescerà dello 0,7%

Economia

Simone Spina

Il Fondo Monetario Internazionale migliora le previsioni sul Prodotto Interno Lordo mondiale. L'inflazione è vista in calo ma suggerisce di evitare un prematuro taglio dei tassi d'interesse. Per il nostro Paese si aspetta una crescita nel 2024 allo 0,7%, stesso livello raggiunto nel 2023

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Non ha certo brillato, ma si è difesa, l’economia italiana nel 2023. La spinta arrivata dopo la straordinaria caduta nel primo anno di pandemia si è esaurita, l’inflazione – seppure in calo - ha continuato a mordere, la guerra in Ucraina e il conflitto in Medioriente minacciano i prezzi dell’energia e i commerci mondiali.

Istat: nel 2023 Pil +0,7%

Così il prodotto interno lordo l’anno scorso ha segnato una crescita dello 0,7 per cento annuo, ci dice l’Istat nella sua stima preliminare, che tiene conto del piccolo aumento (+0,2) registrato nell’ultimo scorcio del 2023.

Meglio di noi Spagna e Francia, Germania in recessione

Se guardiamo al di là dei nostri confini le cose non sono andate molto meglio: la Spagna ha avuto un rialzo inaspettato, la Francia non ci ha superato di molto, mentre la Germania, la locomotiva d’Europa, è caduta in recessione. Risultiamo al di sopra della media europea (+0,5) ma un gradino più in basso di quanto si aspettava il governo, che prevedeva che il Pil aumentasse dello 0,8, anche se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva paventato un rallentamento.

L'Fmi migliora le stime a livello globale

Per l’anno in corso lo scenario non dovrebbe cambiare di molto. Il Fondo Monetario Internazionale non si aspetta alcun balzo anche se, a livello globale vede un miglioramento rispetto a quanto ha formulato a ottobre (dal 2,9 al 3,1%) .

Le variabili che pesano

La pressione degli alti tassi d’interesse per combattere l’inflazione, la stretta sugli aiuti pubblici e la bassa produttività portano l’Istituto di Washington a maggior ottimismo per Stati Uniti e Cina, non per l’Europa però, mentre la Russia, nonostante le sanzioni, dovrebbe risalire del 2,6 per cento.

I rischi di una crescita meno robusta 

Per l’Italia nessuna differenza rispetto a quanto registrato nel 2023, con previsioni – dunque - in linea con quelle degli altri maggiori osservatori e più pessimistici rispetto a quanto si aspetta il governo. Che, con un Pil che correrà meno, rischia di dover tagliare la spesa o aumentare le tasse per poter mantenere le promesse.