Nell'aggiornamento del World Economic Outlook, l'Fmi ha confermato il dato per quest'anno e ritoccato leggermente al rialzo dello 0,1% la previsione di crescita per il 2025. Con il suo più 0,7% l'Italia nel 2024 cresce più del Regno Unito (più 0,6%) e della Germania (più 0,5%)
Il Fondo Monetario Internazionale prevede per l'Italia una crescita del pil dello 0,7% nel 2024 e dell'1,1% nel 2025. Nell'aggiornamento del World Economic Outlook, l'Fmi ha infatti confermato il dato dello 0,7% per quest'anno e ritoccato leggermente al rialzo dello 0,1% la previsione di crescita per il 2025. Con il suo più 0,7% l'Italia cresce più del Regno Unito (più 0,6%) e della Germania (più 0,5%) nel 2024. L'Fmi ha invece ritoccato al ribasso le stime per Eurolandia. Dopo il più 0,5% del 2023, il pil dell'area euro crescerà quest'anno dello 0,9% (meno 0,3 punti rispetto alla previsioni precedente) e nel 2025 dell'1,7% (meno 0,1). La crescita di Eurolandia dovrebbe infatti "recuperare dal più 0,5% del 2023, che rifletteva l'esposizione relativamente alta alla guerra in Ucraina, al più 0,9% del 2024 e l'1,7% del 2025". Rispetto alle stime dello scorso ottobre però "la crescita è stata rivista al ribasso soprattutto per gli effetti di un 2023" che in termini di crescita si è rivelato "più debole del previsto".
La resilienza dell'economia mondiale
In generale, secondo l'Fmi l'economia mondiale si conferma resiliente agli shock e sembra avviata verso un atterraggio morbido. I rischi all'outlook sarebbero infatti bilanciati e ci sarebbe spazio per ulteriori sorprese al rialzo in termini di crescita. La crescita del pil mondiale nel 2024 viene stimata al più 3,1%, ovvero 0,2 punti percentuali in più rispetto alle precedenti stime. Per il 2025 invece la crescita è attesa ad accelerare al 3,2%.
L'inflazione
Per quanto riguarda il capitolo inflazione, secondo le stime dell'Fmi quest'ultima è destinata a calare a livello globale dal 6,8% del 2023 al 5,8% nel 2024 e al 4,4% nel 2025, con le economie avanzate che dovrebbero assistere a una disinflazione più rapida. Viene anche sottolineato che le banche centrali "devono evitare un prematuro allentamento" della politica monetaria che metterebbe a rischio la credibilità guadagnata e potrebbe tradursi in una ripresa dell'inflazione. "Con l'inflazione che cala verso il target, la priorità di breve termine per le banche centrali è un atterraggio morbido, né abbassando i tassi in modo prematuro né ritardando troppo i tagli", ha messo in evidenza l'Fmi.
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Le stime al rialzo per Stati Uniti, Cina e Russia
Il Fondo Monetario ha rivisto al rialzo le stime di crescita per gli Stati Uniti dove il pil crescerà quest'anno del 2,1%, ovvero 0,6% in più rispetto alle previsioni precedenti, per poi rallentare al più 1,7% nel 2025 (meno 0,1 punti percentuali). L'Fmi ha rivisto al rialzo anche le stime di crescita dell'economia cinese per il 2024. Dopo il più 5,2% del 2023, la Cina crescerà quest'anno del 4,6%, ovvero 0,4 punti percentuali in più rispetto alle stime precedenti. Per il 2025 la crescita è confermata al 4,1%. Riviste al rialzo anche le stime per la Russia: il pil russo è atteso crescere quest'anno del più 2,6%, ovvero 1,5 punti percentuali in più rispetto alle previsioni precedenti. Nel 2025 la crescita dovrebbe attestarsi al più 1,1% (+0,1 punti). La revisione per la Russia nel 2024 riflette la crescita più forte delle attese nel 2023 con le spese militari e i consumi privati.
La sfida
Per l'Fmi la maggiore sfida "davanti a noi" è quella di affrontare gli "elevati rischi di bilancio", ha spiegato il capo economista del Fondo Monetario Internazionale Pierre-Olivier Gourinchas, sottolineando che alcuni paesi rischiano di "fare troppo poco" sul fronte del bilancio mentre altri rischiano di fare "troppo e troppo presto nella speranza di convincere i mercati". Al di là di adottare una politica di costante consolidamento di bilancio, "l'attenzione deve tornare alla crescita di medio termine. Prevediamo una crescita del 3,2% il prossimo anno, sotto la media storica - ha osservato Gourinchas -. Una velocità maggiore è necessaria per affrontare le molte sfide strutturali del mondo, quali la transizione climatica, lo sviluppo sostenibile e l'aumento degli standard di vita".