Domanda Assegno unico, cosa deve fare chi lo percepiva insieme al Reddito di cittadinanza?
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L'Inps precisa che non basta la sola richiesta di Assegno di inclusione, misura che ha sostituito il Reddito, per continuare a ottenere anche il supporto dedicato alle famiglie. Bisogna presentarne una nuova, insieme all'Isee aggiornato
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- Adesso che è scattato l’Assegno di inclusione, cosa cambia per le famiglie che percepivano l’Assegno unico come quota integrativa del Reddito di cittadinanza? A spiegarlo è l’Inps, nel messaggio n.258 del 19 gennaio 2024
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- Prima che il governo Meloni abolisse il Reddito, l’importo dell’Assegno unico veniva corrisposto direttamente sulla carta Rdc. Sarà così fino alla mensilità di febbraio 2024, tenuto comunque conto che l’Isee già in possesso degli uffici pubblici ha perso in realtà validità lo scorso 31 dicembre 2023
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- Il quadro cambierà quindi da marzo 2024. Se non è già stata inviata, sarà necessario presentare una nuova domanda per l’Assegno unico
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- La sola domanda per l’Assegno di inclusione non va infatti a sostituire “in alcun modo” quella per l'Assegno unico “che, pertanto, deve essere sempre presentata per poter beneficiare della prestazione familiare”
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- L’Inps sottolinea inoltre che – “ai fini di una puntuale erogazione degli importi dell’Assegno unico universale per i figli a carico” – è necessario, per gli utenti che abbiano presentato la relativa domanda, “verificare la correttezza dei dati di pagamento indicati. In particolare, è necessario controllare l’esattezza del codice IBAN del conto corrente o della carta prepagata, che deve essere intestato/cointestato al richiedente la prestazione”
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- La precisazione è importante: implica che, da marzo in poi, l’Assegno unico non sarà più accreditato sulla card Rdc, come invece succederà fino alla fine del mese di febbraio
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- L'Assegno unico spetta alle famiglie con figli a carico fino al compimento dei 21 anni (dai 18 ai 21 anni valgono però alcune limitazioni). Non esistono invece limiti di età per figli disabili a carico. È rivolto a lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati