Bonus barriere architettoniche, al via la stretta: cosa cambia nel 2024
Con la Manovra è stato ridefinito l'elenco degli interventi edilizi che possono beneficiare dell'agevolazione: sì ai lavori su scale, rampe e ascensori; no per infissi, tapparelle o servizi igienici. E ci sono novità anche su sconto in fattura e cessione del credito
- Con la legge di Bilancio appena approvata, il governo ha deciso di rimodulare il bonus barriere architettoniche, limitando l'elenco degli interventi edilizi che possono beneficiare dell'agevolazione. Non solo: sono stati ridefiniti in senso restrittivo i casi in cui è permesso lo sconto in fattura e la cessione del credito
- Come si può facilmente evincere dal nome, l'agevolazione è destinata ai contribuenti che effettuano interventi per superare ed eliminare le barriere architettoniche. Il bonus è pari al 75% delle spese sostenute fino a un importo massimo variabile, da 30mila a 50mila euro, a seconda dell'edificio su cui sono eseguiti i lavori
- Le modifiche al beneficio inserite e approvate in Manovra hanno l'intento di circoscrivere meglio l'ambito di applicazione del bonus per tutelare ancora di più le persone con disabilità. Restringendo il campo degli interventi possibili, si garantisce che il bonus sia effettivamente utilizzato per il reale abbattimento delle barriere architettoniche
- Ma cosa prevedeva la vecchia versione del bonus? Fino al 31 dicembre 2023 la dicitura era sostanzialmente generica, a tal punto che comprendeva anche la sostituzione di infissi o il rifacimento dei servizi igienici, sempre nel rispetto dei requisiti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche
- Dal 2024, invece, il bonus barriere architettoniche è applicabile esclusivamente alla realizzazione - in edifici già esistenti - di interventi che riguardano scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. L'agevolazione, quindi, incentiva l'eliminazione degli ostacoli verticali
- Dal nuovo bonus vengono quindi esclusi gli interventi riguardanti l'automazione di specifici tipi di impianto (cioè porte automatiche, saracinesche motorizzate, tapparelle, imposte e persiane automatiche)
- Come anticipato, è stata anche limitata la possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, che restano solo per i lavori condominiali effettuati su parti comuni
- La cessione del credito o lo sconto in fattura restano anche per le persone con reddito fino a 15mila euro per interventi su edifici unifamiliari o plurifamiliari di cui sono proprietari. Restano, infine, nel caso in cui siano presenti in famiglia persone con disabilità. In tutti gli altri casi, serve l'indicazione in dichiarazione dei redditi
- È stato inoltre aggiunto l'obbligo di "apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti" e di tracciabilità dei pagamenti, che dovrà essere effettuato con il "bonifico parlante", che permette di specificare il motivo del pagamento e rendere più facile l'identificazione del destinatario
- Non vengono interessati dalla stretta i lavori che sono già iniziati o quelli per cui è già stata presentata la richiesta del titolo abilitativo, così come quelli per cui è stato stipulato un accordo vincolante e versato un acconto prima dell'entrata in vigore del decreto-legge