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Mes, opposizioni chiedono dimissioni di Giorgetti. Salvini: “Bocciatura scelta coerente”

Economia
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Continua a far discutere la mancata ratifica dell'Italia. Le opposizioni chiedono le dimissioni di Giorgetti e un’audizione "urgente e necessaria". “Decido io”, risponde il ministro dell’Economia sul passo indietro. “Era mio interesse che fosse approvato, ma mi è sembrato evidente che non c'era aria”, aggiunge. Interverrà in Commissione il 27, ma solo sulla Manovra. Salvini: posizione Giorgetti non risulta indebolita, era “uno strumento inutile”. Gentiloni: “Parlamento sovrano, ma accordi si rispettano”

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Continua a far discutere la mancata ratifica del Mes da parte dell'Italia. “Era mio interesse che fosse approvato, ma mi è sembrato evidente che non c'era aria”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Intanto, le opposizioni - Partito democratico, M5S, Iv e Azione - hanno chiesto un'audizione "urgente e necessaria" del ministro sul patto di Stabilità e sul Mes. Giorgetti ha dato la propria disponibilità a intervenire in commissione Bilancio della Camera mercoledì 27 dicembre ma la sua partecipazione, è stato precisato, sarà concentrata sulla Legge di bilancio e non sul Patto di Stabilità o sul Mes. Su questi temi, comunque, ci sarebbe l'apertura a riferire in altre sedute. “La bocciatura del Mes è una scelta coerente”, ha commentato Matteo Salvini, secondo cui la posizione di Giorgetti non è indebolita. Da Bruxelles, poi, sono emersi sorpresa, disappunto e rammarico per il “no” espresso dalla Camera. Un commento è arrivato anche da Paolo Gentiloni, ex premier e ora commissario Ue per gli Affari economici e monetari. "Condivido il rammarico delle istituzioni dell'area euro. Certo il Parlamento è sovrano, ma è consuetudine che gli accordi sui trattati internazionali contratti dai governi vengano rispettati", ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.

Giorgetti sul Mes: “Non c'era aria per l'approvazione”

Nelle scorse, sulla mancata ratifica del Mes è tornato il ministro dell’Economia Giorgetti. "Il ministro dell'Economia e delle finanze – ha detto, riferendosi al proprio ruolo di governo – aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivazioni di tipo economico e finanziario ma, per come si è sviluppato il dibattito negli ultimi giorni, fra Giurì d'onore e cose di questo tipo, mi è sembrato evidente che non c'era aria per l'approvazione. Per motivazioni anche e non solo economiche". Dichiarazioni che hanno dato nuova linfa alle richieste di dimissioni delle opposizioni. "I consigli delle opposizioni sono sempre utili però permettetemi che poi decido io", ha commentato Giorgetti. Le sue parole, comunque, secondo gli esperti lasciano intendere che la mossa di Giuseppe Conte - che ha richiesto il Giurì d'onore su Giorgia Meloni per le accuse sul via libera al trattato dato dal leader M5S tre anni fa "con il favore delle tenebre" e su cui è attesa la decisione del presidente della Camera Lorenzo Fontana - abbia in qualche modo influito sulla decisione della presidente del Consiglio di chiudere la partita del Mes all'indomani dell'intesa sul Patto di stabilità. Insieme, secondo altre ricostruzioni accreditate da fonti parlamentari di centrodestra, alla necessità di contenere le spinte di Matteo Salvini.

Salvini: "Bocciatura scelta coerente"

In riferimento alle parole di Giorgetti, che ha detto di avere "interesse che il Mes fosse approvato", il vicepremier ha dichiarato: "Come merce di scambio su altro probabilmente è vero", ma la bocciatura "è stata una scelta coerente. La Lega ha sempre avuto la stessa idea da dieci anni a questa parte". Sulla possibilità che ci sia un “caso Italia” in Europa sul Mes, il leader della Lega ha detto: "No, assolutamente". "L'economia italiana è solida – ha aggiunto –, cresciamo di più dei francesi e dei tedeschi. Il Mes era uno strumento inutile, non utilizzato, superato, dannoso. Un pensionato o un operaio italiano avrebbero dovuto pagare per salvare una banca tedesca, quindi il Parlamento ha esercitato il suo diritto democratico di bocciare uno strumento inutile e dannoso e lo spread è sceso. Abbiamo fatto quello che era nostro dovere fare per difendere il lavoro e i risparmi degli italiani". Salvini ha anche sottolineato che "è stato un voto concreto, non abbiamo fatto un voto ideologico, ma pragmatico. Penso che i popoli europei ci dovrebbero ringraziare per aver bloccato uno strumento inutile come il Mes". Riguardo alle richieste di dimissioni di Giorgetti, ha dichiarato che la posizione del ministro non risulta indebolita dopo la bocciatura del Mes e ha negato che ci sia stato un litigio. "Abbiamo condiviso, scelto e fatto tutto per il bene degli italiani, ne sono e ne siamo orgogliosi, ero con lui ieri. Lascio che i giornali scrivano quello che desiderano, abbiamo fatto una grande cosa per l'Italia".

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Il 15 gennaio il primo Eurogruppo del 2024

Per sei mesi almeno, confermano comunque nel governo, del Mes non se ne riparlerà. E a giugno ci sono le elezioni europee. Palazzo Chigi ha fatto sapere che "può essere l'occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato". Il processo non sarebbe breve. "Tutto si può migliorare, anche il Mes", ha spiegato il ministro dell'Economia, assicurando che la bocciatura "no", non è uno strappo con l'Europa. Intanto il 15 gennaio, al primo Eurogruppo del 2024, gli occhi saranno tutti su di lui: Giorgetti si presenterà in rappresentanza dell'unico dei venti Paesi ad aver bocciato la modifica del Meccanismo europeo di stabilità, in una posizione decisamente più scomoda di quella che avrebbe sperato.

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Gentiloni su Mes e Patto di stabilità

Tornando a Gentiloni, nell'intervista al Corriere ha spiegato come "è consuetudine che gli accordi sui trattati internazionali contratti dai governi vengano rispettati". "Tutti gli altri Paesi l'hanno fatto – ha aggiunto riguardo alla ratifica –. I legami tra Mes e patto di Stabilità ci possono essere nel dibattito italiano e nelle dinamiche politiche o parlamentari. Ma a Bruxelles non li ho visti". In merito al Patto di Stabilità e al fatto che possa essere stato per l'Italia un accordo negativo, il commissario Ue ha precisato che "il compromesso trovato non è il mio ideale, ma resta un passo avanti. È certamente diverso dalla proposta originaria della Commissione. Ma penso che l'Italia abbia fatto bene a sostenerlo: tornare alle vecchie regole sarebbe stata una sconfitta per l'Unione europea e per l'Italia". La Germania, ha aggiunto, nella trattativa "ha giocato in modo chiaro, in una prima fase rifiutando la proposta della Commissione in sé ma poi accettando di negoziare, anche in modo molto esigente. L'aggiungersi di vincoli, parametri, controlli, che è anche il riflesso di una mancanza di fiducia tra i Paesi e verso la Commissione, ha modificato la nostra proposta. Ma anche questo sovraccarico non cancella la parte più innovativa del nuovo Patto. Molto dipenderà dall'attuazione. Ma se qualcuno pensava che l'Ue potesse andare avanti senza regole comuni di bilancio, si illudeva". "Ciascuno in Europa fa i propri interessi. Lo sforzo è sempre quello di comporli grazie a compromessi che ci portino il più avanti possibile. Sul patto di Stabilità lo si è fatto e io spero lo si faccia anche su altri terreni", ha concluso Gentiloni.

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