Nuovo Patto di Stabilità, intesa dei ministri dell’Economia Ue. “Italia ha ottenuto molto”

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I ministri dell'Economia dell'Ue hanno raggiunto l'intesa sul nuovo Patto di stabilità. Via libera anche dell'Italia. Gentiloni dice che entrerà in vigore nella primavera 2024 se le tappe finali per l’approvazione si concluderanno positivamente. "Non c'è tempo da perdere", aggiunge Dombrovskis. Meloni parla di un "compromesso di buonsenso" che "risulta per l'Italia migliorativo rispetto alle condizioni del passato". Il nuovo Patto "farà molto male" al nostro Paese, sostiene invece la Schlein

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I ministri dell'Economia dell'Ue hanno raggiunto l'intesa sul nuovo Patto di stabilità. I principi cardine restano quelli fissati nel Trattato di Maastricht: mantenere il deficit al di sotto del 3% del Pil e il debito al di sotto del 60%. Ma nelle nuove regole sono stati introdotti margini di flessibilità per evitare che il risanamento dei conti si trasformi in austerità, blocco degli investimenti e rallentamento della crescita. L'Italia ha concordato con le nuove regole: "Abbiamo partecipato all'accordo politico per il nuovo Patto di stabilità e crescita con lo spirito del compromesso inevitabile in un'Europa che richiede il consenso di 27 Paesi", ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti. "Ci sono alcune cose positive e altre meno. L'Italia ha ottenuto però molto", ha aggiunto. L'Ecofin ha quindi dato il via libera alla riforma. Il nuovo Patto di stabilità prevede nuove regole "realistiche, equilibrate, adatte alle sfide presenti e future", ha scritto su X la presidenza di turno dell'Ue, detenuta dalla Spagna. Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari Economici, ha spiegato che entrerà in vigore nella primavera del 2024 se le tappe finali per la sua approvazione si concluderanno positivamente. Per finalizzare l'intesa "non c'è tempo da perdere", ha aggiunto in conferenza stampa il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. “Patto migliorativo per l'Italia”, ha commentato Giorgia Meloni.

Meloni: “Patto migliorativo per Italia”

Una nota di Palazzo Chigi ha reso nota la posizione della presidente del Consiglio italiana. “Meloni considera importante che sia stato trovato tra i 27 Stati membri della Ue un compromesso di buonsenso per un accordo politico sul nuovo Patto di stabilità e crescita. Nonostante posizioni di partenza ed esigenze molto distanti tra gli Stati, il nuovo Patto risulta per l'Italia migliorativo rispetto alle condizioni del passato". Sono "regole meno rigide e più realistiche di quelle attualmente in vigore, che scongiurano il rischio del ritorno automatico ai precedenti parametri, che sarebbero stati insostenibili per molti Stati membri", prosegue la nota. E ancora: "Sebbene il nuovo Patto contempli dei meccanismi innovativi volti a tener conto degli effetti di eventi esterni e straordinari nel computo dei parametri numerici da rispettare, rimane il rammarico per la mancata automatica esclusione delle spese in investimenti strategici dall'equilibrio di deficit e debito da rispettare. Una battaglia che l'Italia intende comunque continuare a portare avanti in futuro".

Giorgetti: "L'Italia ha ottenuto molto"

Nel nuovo Patto di stabilità "ci sono alcune cose positive e altre meno", ha commentato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. E ha aggiunto: "L'Italia però ha ottenuto molto e, soprattutto, quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese, volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito mentre dall'altra guarda agli investimenti specialmente del Pnrr con spirito costruttivo". Parlando della riforma, Giorgetti ha spiegato: "Ci sono regole più realistiche di quelle attualmente in vigore. Le nuove regole naturalmente dovranno sottostare alla prova degli eventi dei prossimi anni, che diranno se il sistema funziona realmente come ci aspettiamo". "Consideriamo positiva - ha aggiunto il ministro italiano - il recepimento delle nostre iniziali richieste di estensione automatica del piano connessa agli investimenti del Pnrr, l'aver considerato un fattore rilevante la difesa, lo scomputo della spesa per interessi dal deficit strutturale fino al 2027". "Sono contento che sia stata recepita la posizione italiana e che gli investimenti per la Difesa siano stati considerati fattore rilevante per l'esclusione dal calcolo degli obiettivi di bilancio", ha commentato invece il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Bene l'accordo all'Ecofin. Accolte molte proposte italiane. Finalmente il Patto di stabilità diventa il Patto di stabilità e crescita. Si conclude la stagione del rigore", ha scritto poi su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Gentiloni: "L'Italia ha contribuito in modo rilevante"

Dopo l'Ecofin ha parlato anche Paolo Gentiloni, commissario Ue per l'Economia. "Una buona notizia. In un momento difficile non solo dal punto di vista economico, è un’Unione europea che dà un segnale di unità. Ora ci sarà un periodo di lavoro intenso con il Parlamento per raggiungere i testi legislativi finali", ha detto. "L'Italia ha contribuito in modo rilevante, direi decisivo, soprattutto nell'ultimissima fase, insieme alla Francia e alla Germania, a raggiungere questa intesa" sul Patto di stabilità, ha aggiunto. "Penso che per l'Italia siano molto importanti alcuni aspetti che riguardano il percorso di correzione del deficit che tenga conto dei maggiori costi per i tassi di interesse, il riconoscimento dell'importanza degli investimenti nel Pnrr per ottenere un periodo più lungo dell'aggiustamento e il riconoscimento dell'importanza delle spese della difesa", ha sottolineato. "L'Europa ha bisogno di regole comuni, non di nostalgie dell'austerity e penso che questo compromesso, nel quale il contributo dei diversi Paesi è stato molto costruttivo, ci aiuterà in questa direzione", ha detto ancora Gentiloni. Poi ha osservato che il testo concordato dai ministri Ue è "diverso dalla proposta" originaria "della Commissione europea". "La proposta della Commissione è stata appesantita da diversi parametri numerici di salvaguardia, ma ne restano alcuni pilastri fondamentali: l'equilibrio tra stabilità nella finanza pubblica e riforme e investimenti; l'importanza di una maggiore autonomia dei diversi Paesi in dialogo con la Commissione" sul "modello che abbiamo seguito nel Pnrr; e anche un'ottica di medio termine che consente di programmare riforme, investimenti e stabilizzazione finanziaria nel corso di diversi anni", ha precisato.

Le altre reazioni

"L'accordo sulle nuove regole fiscali è una notizia importante e positiva. Darà certezza ai mercati finanziari e rafforzerà la fiducia nelle economie europee. È un accordo che arriva al momento giusto e dà chiarezza e fiducia anche ai cittadini", ha detto la vicepremier e ministra dell'Economia Nadia Calvino in conferenza stampa. Reazione positiva anche della Francia: "Dopo due anni di negoziati abbiamo raggiunto un accordo storico a 27 sulle nuove regole del Patto di stabilità e crescita. È un'ottima notizia per la Francia e per l'Europa perché garantirà la stabilità finanziaria e il buon andamento dei conti pubblici in tutta Europa negli anni a venire", ha detto il ministro dell'Economia Bruno Le Maire. "Per la prima volta in 30 anni questo Patto di stabilità riconosce l'importanza degli investimenti e delle riforme strutturali" che saranno "essenziali nei prossimi decenni", ha sottolineato. Un commento è arrivato anche dalla Germania: "Le nuove regole di bilancio per i Paesi membri dell'Ue sono più realistiche ed efficaci allo stesso tempo. Combinano cifre chiare per deficit inferiori e rapporti debito/Pil in calo con incentivi per investimenti e riforme strutturali. La politica di stabilità è stata rafforzata", ha scritto su X il ministro delle Finanze Christian Lindner. Soddisfatti anche i Paesi Bassi: "Sono felice che, dopo una lunga discussione e negoziati difficili, abbiamo raggiunto un buon accordo sulle regole di bilancio Ue. È importante che diano una base solida per i bilanci nazionali e che tutti le rispettino", ha detto Sigrid Kaag, ministra delle Finanze. "Per i Paesi Bassi è fondamentale che con questo accordo si proceda verso una riduzione del debito ambiziosa e sostenibile", ha aggiunto, evidenziando che le nuove norme "incoraggiano le riforme, con spazio per gli investimenti, sono adattate alla situazione specifica dello Stato membro in questione" e "funzionano in modo anticiclico in modo che la potenziale crescita economica non venga interrotta". "Occorre anche rispettare meglio le regole, cosa che troppo spesso è stata un problema in passato", ha ammonito Kaag.

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Le reazioni in Italia

Dopo il via libera, diverse le reazioni anche in Italia. "La Lega esprime soddisfazione per il compromesso sul Patto di stabilità annunciato dal ministro Giorgetti. Niente più austerity: la riduzione del debito sarà realistica e graduale. Tutelati gli investimenti, soprattutto quelli del Pnrr, per continuare a far crescere il Paese", hanno detto fonti della Lega. "Dopo anni in cui l'Italia è andata a Bruxelles col cappello in mano, costretta a subire le decisioni altrui, questa nuova fase vede il nostro Paese finalmente protagonista. La riforma del Psc accoglie molte delle nostre richieste e apre una stagione in cui l'Ue torna a puntare sulla crescita, che a sua volta è un elemento di stabilità, mentre quest'ultima viene perseguita in maniera graduale, evitando lo shock della vecchia austerità", ha dichiarato Marco Osnato, deputato di Fratelli d'Italia. Di tenore diverso le dichiarazioni di Elly Schlein. "Meloni mette una grande ipoteca sul futuro: quello sul Patto di stabilità è un cattivo compromesso per l'Italia. Perchè l'Italia è stata assente nel negoziato: l'Italia ha accettato a testa bassa l'accordo di Francia e Germania. Noi dovevamo batterci di più. Se torniamo ai rigidi parametri quantitavi è come se non avessimo imparato niente dalla pandemia. Avrebbero dovuto lottare molto più prima e io penso che questo è un accordo che farà molto male all'Italia", ha detto la segretaria del Pd a Tg2 post. Critico anche Giuseppe Conte. "Ho sempre combattuto, quando ero al governo, per contrastare le vecchie logiche di austerità e trasformare il 'Patto di stabilità e crescita' in un 'Patto di crescita nella stabilità'. Purtroppo da un anno se ne occupa Giorgia Meloni e il suo patriottismo a chiacchiere sta rifilando all'Italia un 'Pacco di stabilità' che si tradurrà in un cappio al collo per il Paese", ha scritto su X il leader del M5S. "Bene il via libera al nuovo Patto di stabilità dopo l'accelerazione franco-tedesca. Vedremo i dettagli. L'Italia di Meloni, che si era inventata una strategia a pacchetto, che è ancora incartata sul Mes, che aveva avuto l'idea geniale di attaccare il commissario Gentiloni, infine minacciato e poi tolto il veto, non ha brillato per strategia e lungimiranza", ha detto invece il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova. "'Escluse le spese per la difesa!'. 'Esclusi gli interessi sul debito!'. Tra poco girerà voce che abbiamo vinto 21-0 e che ha segnato pure Zoff di testa su calcio d'angolo. L'operazione mediatica è chiara: far passare il messaggio che è stata una Grande Vittoria Italiana, in modo che quando tra due giorni leggeremo le carte (e ci accorgeremo che la realtà è un'altra) il messaggio sarà già passato. Perché così si fa in pubblicità", ha scritto ancora su X Luigi Marattin, deputato di Italia Viva.

I prossimi passi

L'intesa raggiunta all'unanimità dall'Ecofin conclude il lungo negoziato tra i 27 sul Patto di stabilità, ma dà il via a una nuova fase non meno complessa. Il prossimo anno, già a gennaio, si attende che l'Eurocamera dia il via libera alla sua posizione negoziale sulle nuove regole fiscali. Da lì in poi inizieranno i triloghi tra Consiglio Ue e Parlamento europeo, con la mediazione della Commissione. In questo contesto le posizioni negoziali del Consiglio e del Pe saranno confrontate per arrivare a un testo unico. A quel punto la palla passerà nuovamente al Pe, chiamato a ratificare il testo finale. L'ultima Plenaria disponibile prima della campagna per le Europee è quella di aprile.

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