Gettoni telefonici, alcuni possono valere fino a 1.300 euro: cosa sapere
In passato si usavano per telefonare, oggi potrebbero valere una fortuna: chi ha i primi coniati, come gli STIPEL, i TIMO e i TELVE, potrebbe guadagnare migliaia di euro se conservati in perfette condizioni. I canali più usati per la vendita sono eBay oppure i negozi di antiquariato e le fiere
- Anche se in molti non lo sanno, c’è un piccolo tesoro che tanti potrebbero custodire in vecchie giacche o in cassetti dimenticati: si tratta dei gettoni telefonici, usati per i telefoni pubblici
- I gettoni telefonici sono stati l’unica moneta facente parte della storia d’Italia che non è stata emessa dalla Zecca di Stato ma che è stata comunque accettata da tutti come se fosse denaro, soprattutto dai bar e dai negozi. Cominciata nel 1927, quasi cento anni fa, dalla STIPEL alla Fiera di Milano, la storia dei gettoni si è chiusa definitivamente il 31 dicembre 2001, quando sono stati definitivamente mandati in pensione
- Ma cosa bisogna sapere sui gettoni? Innanzitutto, è importante capire a quale anno risale. Questi piccoli oggetti metallici hanno impressa una serie numerica composta da quattro cifre. Si tratta del mese e dell’anno in cui il gettone è stato coniato ed emesso. L’anno è rappresentato dalle prime due cifre della serie numerica
- Allo stesso modo, un gettone di valore è stato generalmente emesso in piccole quantità: più è raro, più è ricercato. Per questo, come per le monete, eventuali errori di conio renderanno l’oggetto maggiormente prezioso
- Tra i pezzi più ricercati, c’è certamente il primo gettone telefonico mai coniato nel nostro Paese: si tratta dello STIPEL 1927. Per i pezzi non usurati, i collezionisti sono disposti a pagare fino a 990 euro ma si possono vendere anche quelli non in perfette condizioni, con importi che vanno dai 60 ai 100 euro
- Tra i gettoni più rari che valgono una fortuna abbiamo anche quello TIMO del 1928 e quello TELVE del 1932. Il primo ha un valore che può arrivare a 1.300 euro, quando è in condizioni perfette, o intorno ai 200 euro se usurato. Il gettone emesso dalla società telefonica TELVE, invece, può raggiungere un valore di 350 euro
- Da ricercare anche i gettoni SET del 1934 (per un valore che si aggira tra i 70 ed i 150 euro) e TETI del 1935 (che, a seconda dello stato, può valere dai 30 ai 200 euro)
- I gettoni successivi invece, quelli coniati tra il 1959 e il 1982, non sono considerati di valore. Eppure, ci sono dei casi particolari
- L’eccezione, infatti, è data da alcuni gettoni ESM coniati in quegli anni, che risultano privi di logo: in quel caso si parla di valutazioni dai 50 ai 300 euro, a seconda del numero di serie
- Tra le piattaforme utilizzate per la vendita viene spesso usato eBay, ma è possibile rivenderli anche in luoghi fisici, come negozi d’antiquariato o di numismatica. L’alternativa sono le fiere d’antiquariato