Scontrini elettronici, tra pochi giorni scade la sanatoria: come funziona e a chi spetta
Il prossimo 15 dicembre scadono i termini per accedere al ravvedimento operoso, che varrà su tutte le violazioni commesse in merito alla trasmissione dei dati tra il 1° gennaio 2022 e il 31 ottobre 2023 e grazie al quale si potrà accedere a una riduzione delle sanzioni. Lo scontrino elettronico serve soprattutto a far emergere una possibile evasione fiscale da parte delle piccole partite IVA che aprono attività commerciali
- È stata ufficialmente confermata la sanatoria sugli scontrini elettronici. I contribuenti hanno la possibilità di optare per il ravvedimento operoso anche per le irregolarità che risultano essere oggetto di contestazione
- Questa operazione può essere ancora effettuata solo per alcuni giorni: la scadenza prevista è infatti il 15 dicembre 2023. Nel momento in cui si ricorre al ravvedimento operoso non vanno calcolate le sanzioni accessorie e soprattutto non è prevista la sospensione della licenza o dell’attività
- La sanatoria è contenuta nell’articolo 4 del Decreto-legge n. 131/2023, con il quale è stato disciplinato il ravvedimento operoso sulle violazioni commesse in questo ambito, che risulta essere applicabile anche davanti a operazioni contestate entro il 31 ottobre 2023 e che si riferiscono al periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2023
- Lo strumento da utilizzare per regolarizzare omissioni ed errori è il ravvedimento operoso. Ma cosa significa? Il provvedimento dispone che quanti abbiano commesso errori tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2023 potranno sanare la propria posizione usufruendo di una riduzione delle sanzioni. Le violazioni che possono essere sanate sono quelle relative alla certificazione dei corrispettivi
- La riduzione della sanzione avviene sulla base del tempismo attraverso il quale si è provveduto a regolarizzare la propria posizione, anche per quelle già contestate entro il 31 ottobre 2023
- Se il contribuente ha commesso violazioni relative alla memorizzazione o alla trasmissione telematica dei dati relativi ai corrispettivi giornalieri, le sanzioni potranno essere diverse: una è una multa pari al 90% dell’imposta, se c’è mancata o tardiva memorizzazione o trasmissione dei dati. Possibile una sanzione pari a 100 euro per ogni trasmissione, se le violazioni non incidono sulla corretta liquidazione del tributo. Possibile anche la sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività
- Se il contribuente si sia reso già colpevole di quattro violazioni, non verrà applicata la sanzione accessoria della sospensione dell’attività a patto che lo stesso decida di regolarizzare la propria posizione accedendo alla sanatoria sugli scontrini elettronici
- Lo scontrino elettronico, introdotto nel 2021, ha una sua specifica utilità: obbliga a memorizzare e trasmettere i corrispettivi da parte dei titolari di partita Iva che esercitano un’attività di commercio al minuto. L’idea è quella di contrastare l’evasione fiscale, un obiettivo raggiunto parallelamente anche dall’obbligo di fatturazione elettronica
- Per assolvere a questo obbligo, gli esercenti sono tenuti a dotarsi di un registratore di cassa telematico o avvalersi della procedura gratuita di invio dell’Agenzia delle Entrate, valida però solo per una mole limitata di dati
- L’obbligo dello scontrino elettronico non riguarda tutti: infatti, come prevede un decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 10 maggio 2019, sono esonerati tabaccai, tassisti, giornalai e attività marginali