Bonus mobili e elettrodomestici, detrazione confermata nel 2024: cosa cambia e cosa sapere
Salvo novità, il prossimo sarà l'ultimo anno in cui si potrà usufruire della detrazione Irpef al 50% sulle spese sostenute per l'arredamento nell'ambito di lavori di ristrutturazione su un immobile. Nel 2023 l'agevolazione si poteva applicare fino a 8mila euro, nel 2024 la cifra scende a 5mila euro
- Bonus mobili, si cambia. Ci sono ancora poche settimane per usufruire della detrazione Irpef al 50% su una spesa massima di 8mila euro. Dal 2024 il tetto scende infatti a 5mila euro. Questo è solo l’ultimo taglio: basti pensare che nel 2021 si arrivava fino a 16mila euro. E il prossimo sarà l'ultimo anno per poter utilizzare il bonus, che - salvo novità - scomparirà il 31 dicembre 2024
- A parte il massimo di spese detraibili, tutto il resto rimarrà uguale anche nel 2024. Le spese agevolabili saranno quindi le stesse di adesso, cioè quelle sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici per arredare un immobile su cui però vanno svolti anche interventi di ristrutturazione (o di recupero del patrimonio edilizio)
- A specificare i mobili che rientrano nell’ambito del bonus è stata l’Agenzia delle Entrate. Tra questi: armadi, librerie, cassettiere, letti, materassi, sedie, poltrone, divani, tavoli, scrivanie, credenze e anche apparecchi illuminanti
- Ci sono poi gli elettrodomestici. In questo caso bisogna stare attenti alle classi energetiche. I frigoriferi e i congelatori non devono scendere sotto la F; le lavatrici, le asciugatrici e le lavastoviglie non devono scendere sotto la E. I forni elettrici vanno bene solo se non inferiori alla classe A
- La detrazione è fruibile in dichiarazione dei redditi e va ripartita in 10 quote annuali, tutte dello stesso importo
- Altro elemento da tenere bene a mente: si può usufruire dell’agevolazione solo se la data di inizio dei lavori sull'immobile è precedente a quella in cui sono sostenute le spese per l’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici
- L'Agenzia delle Entrate ricorda di conservare sempre l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente) e le fatture di acquisto dei beni che riportano la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti. Lo scontrino con il codice fiscale dell’acquirente (insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati) è equivalente alla fattura