Manovra, marcia indietro su taglio pensioni pubbliche

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Nella legge di Bilancio è prevista una consistente riduzione dell'assegno Inps a medici, infermieri e altri dipendenti della Pubblica Amministrazione che lasceranno il posto l'anno prossimo. Il sottosegretario al Lavoro Durigon promette che ci saranno cambiamenti. Modificato, intanto, lo sgravio in busta paga per le mamme assunte a tempo indeterminato: per quelle che hanno due figli varrà solo per l'anno prossimo e non fino al 2026 

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La stretta sulle pensioni dei medici è destinata a cambiare e la marcia indietro riguarderà anche gli altri dipendenti pubblici che dall'anno prossimo avrebbero subito un taglio consistente dell’assegno una volta usciti dal lavoro.

Rischio esodo da ospedali ed enti locali

Le modifiche sono state confermate a Sky Tg24 dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che non ha precisato cosa ha in mente il governo, aggiungendo però che si deve evitare che, per scansare le nuove regole, ci sia una corsa ai pensionamenti che svuoterebbero gli uffici.

Quanto si perderebbe

Senza correzioni alla manovra, chi - tra medici, infermieri, maestri e dipendenti di Comuni e Regioni - ha iniziato a lavorare a metà degli Anni ’80 avrebbe visto un taglio all’assegno che nei casi peggiori poteva arrivare a un quarto della pensione, con tuttavia  un risparmio per le casse dello Stato piuttosto esiguo nei primi anni  (11,5 milioni nel 2024).

Mamme con due figli che lavorano: aiuti solo nel 2024

Di ritocchi alla legge di Bilancio se ne aspettano altri. Uno di questi, è già nero su bianco e riguarda le mamme che lavorano. Le dipendenti a tempo indeterminato con due figli non pagheranno i contributi, e quindi avranno una busta paga un po’ più pesante, per un solo anno e non per tre come inizialmente annunciato.

Sgravi alle madri e taglio contributi per tutti

Lo sgravio sarà in buona parte assorbito dal taglio dei contributi per tutti i dipendenti che guadagnano fino a 35mila euro. Varrà fino al 2026 solo per chi ha almeno tre figli (e non ci sarà per chi ne ha solo uno). A conti fatti, le madri che avranno il sostegno vedranno solo pochi euro al mese in più rispetto a quello di tutti gli altri lavoratori.

Tetto a 3mila euro, vantaggi per chi guadagna di più

Ma lo sgravio, seppur con un tetto di 3mila euro l’anno, finirà per avvantaggiare in misura maggiore chi ha stipendi più alti, visto che, altrimenti, non avrebbe goduto di alcun taglio del cuneo. Il tutto, in un quadro di bassa occupazione femminile nel nostro Paese, con poche donne con tanti figli che hanno un impiego, contrariamente a quanto accade nel resto d’Europa.

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