Manovra 2024, lo sgravio fiscale per le mamme con due figli durerà un anno
Lo prevede un’errata corrige inviata il 3 novembre dal governo in Senato. Se questa versione della norma fosse confermata, la decontribuzione al 100% fino a 3mila euro (fino al decimo anno di età del figlio più piccolo) per le madri con due figli arriverebbe fino al 31 dicembre 2024. Il Mef: "La norma originaria approvata ha sempre previsto un anno di copertura di decontribuzione"
- Durerà un anno il periodo di decontribuzione per le mamme lavoratrici con due figli previsto in Manovra. Le modifiche arrivano da un’errata corrige inviata il 3 novembre dal governo in Senato che però, spiega il Mef, "ha lo scopo di rendere coerente il testo trasmesso al Senato con la relazione tecnica e (soprattutto) con il testo approvato in Cdm lo scorso 16 ottobre come comunicato con nota del Mef. La norma originaria approvata ha sempre previsto un anno di copertura di decontribuzione"
- Si prevede che lo sgravio contributivo - al 100% fino a 3mila euro e fino al decimo anno di età del figlio più piccolo - per le mamme con due figli arrivi quindi fino al 31 dicembre 2024 e non al 2026 come invece sembrava da alcune indiscrezioni
- Resta invece triennale lo sgravio previsto per le mamme dipendenti a tempo indeterminato con tre figli, fino al 18esimo anno di età del figlio
- Sono diverse le misure inserite nella Legge di Bilancio con l’obiettivo di supportare la natalità in Italia. Il problema del crollo demografico è sempre più grande: secondo dati Istat, nel 2022 i nuovi nati sono stati 393mila. È la prima volta che si scende sotto soglia 400mila. Il calo rispetto al 2021 è dell’1,7%
- “Le donne vorrebbero avere due figli, ma non li fanno perché non ci sono le condizioni”, ha detto poche settimane fa la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Maria Roccella. Adesso, ha aggiunto, "guardando alla Manovra, le misure per aiutarle a farlo “ci sono”
- Tornando allo sgravio, in sostanza si prevede che le madri lavoratrici non debbano versare i contributi previdenziali che sono sempre stati a loro carico: Ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti) per il privato e Fap per il pubblico. Si parla di circa il 9,19%, che verrà coperto dallo Stato. A questo si aggiunge il 33% circa dei contributi da versare, di cui oltre un terzo è a carico di chi lavora, che le mamme lavoratrici che hanno più di due figli non vedranno decurtata dalla loro busta paga
- Dentro la Legge di Bilancio trova spazio anche l’aumento del bonus per pagare le rette degli asili nido (pubblici e privati), destinato però solamente ai secondi figli nati dal 2024 in poi e ai nuclei con già un minore al di sotto dei 10 anni e un tetto Isee di 40mila euro. Quando la premier Meloni parlò per la prima volta della misura disse: “Gli asili nido dal secondo figlio diventano gratis”. Sul punto è tornata Roccella
- Roccella ha sottolineato come in effetti in questi casi l’asilo nido “sostanzialmente” diventi gratis: “Non lo abbiamo potuto scrivere nella norma perché non si parla soltanto di pubblico. È evidente che se si fosse scritto gratuito, anche se voglio mandare mio figlio a un asilo costosissimo, in teoria poi lo Stato me lo deve pagare"
- Per il 2024 viene poi introdotta una deduzione per i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato, pari al 120%. Per le aziende che stabilizzano donne lavoratrici con almeno due figli minori (oltre che giovani sotto i 30 anni; persone con disabilità ed ex percettori del reddito di cittadinanza) la deduzione sale al 130%
- E ancora, tra le misure a supporto della genitorialità c'è anche l'aumento all’80% della retribuzione di uno dei nove mesi di congedo parentale
- Ulteriore fronte su cui si interviene è quello dei fringe benefit. La soglia di esenzione fiscale viene portata a mille euro per tutti i lavoratori dipendenti, ma per quelli con figli fiscalmente a carico si arriva a 2mila euro