Gas, +50% con guerra in Israele sul mercato di Amsterdam. Ma cifre ancora lontane da 2022
EconomiaQuando si parla di Medio Oriente viene subito in mente il petrolio. Per ora non si è però ancora registrato un aumento sensibile nel prezzo del greggio: la variazione rispetto ai giorni precedenti all’attacco dei terroristi di Hamas contro Israele è del 3%. È invece aumentato il gas, per diversi motivi. Anche di questo si è parlato nella puntata del 12 ottobre di "Numeri", programma di approfondimento di Sky TG24
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La crisi dovuta alla guerra tra Israele e Hamas si sta facendo sentire sui mercati energetici. E anche se quando si parla di Medio Oriente viene subito in mente il petrolio, per ora non si è ancora registrato un aumento sensibile nel prezzo del greggio: la variazione rispetto al periodo precedente all’attacco dei terroristi di Hamas è del 3%. È invece aumentato il gas, per diversi motivi. Da un lato c’è lo stop di Israele al giacimento offshore Tamar, al largo di Gaza. Dall’altro c’è un altro evento, geograficamente lontano dal Medioriente: è il danneggiamento del gasdotto Baltic Connector, che collega Estonia e Finlandia. Le cause di quanto successo sono ancora da chiarire, ma già da giorni Helsinki parla di sabotaggio. Anche di questo si è parlato nella puntata del 12 ottobre di Numeri, programma di approfondimento di Sky TG24 (GUERRA HAMAS-ISRAELE, LO SPECIALE DI SKY TG24)
Gas a +50% in tre giorni, ma cifre ancora lontane da 2022
Negli ultimi giorni il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam è quindi salito del 50%. L’aumento si registra però su valori che recentemente erano già scesi di molto, non soltanto rispetto ai picchi della scorsa estate - quando l’inizio della guerra in Ucraina aveva fatto schizzare il costo del gas – ma anche rispetto agli scorsi mesi.
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La questione nucleare per la sicurezza energetica
È però vero che il tema della sicurezza energetica è al centro dell’agenda di tutti i governi, dentro e fuori Europa, in vista dell’imminente inverno. Proprio di sicurezza – e di autonomia – energetica ha parlato ai microfoni di Sky TG24 il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso: "Dobbiamo avere un approccio di neutralità tecnologica" e quindi "utilizzare tutto quello che la scienza, la tecnologia, l'impresa ci fornisce", tenendo a mente che uno degli obiettivi è "rispettare sempre di più l'ambiente". Il ministro si riferiva alla possibilità che l’Italia produca energia nucleare di quarta generazione. Su questo il dibattito è sempre aperto: molte le opinioni diverse a riguardo, sia in Italia che all’estero. Ma cosa stanno facendo gli altri Paesi? Basta guardare a Francia e Germania per capire quanto la questione sia divisiva. Nei mesi scorsi, Berlino ha completamente azzerato la produzione di energia elettrica attraverso centrali nucleari: ad aprile ha chiuso le ultime tre e il governo di Olaf Scholz non intende tornare sui suoi passi. Parigi va invece nella direzione opposta. L’energia elettrica francese è per il 60% prodotta dagli impianti nucleari. Non solo: in progetto c’è la costruzione di nuove centrali (e la sostituzione di quelle vecchie).