Manovra, rompicapo risorse: il deficit non basta
EconomiaResta un rebus trovare tutti i soldi necessari alla manovra, nonostante il maggior indebitamento per il 2024. Alcune risorse appaiono difficili da reperire. E - fra taglio del cuneo fiscale, stipendi più alti per il pubblico impiego e aiuti ai redditi più bassi - resterebbero pochi denari per altri interventi
Si parte dai quattordici miliardi di deficit in più. E’ questo il tesoretto che il governo ha creato per la prossima manovra: soldi che in cassa non ci sono e che si dovranno trovare vendendo titoli di Stato, su cui si pagheranno interessi più cari che in passato, visto il rialzo dei tassi. Ma l’indebitamento, che l’Esecutivo vuole destinare interamente agli aiuti a chi ha redditi medio-bassi, non basta a coprire una legge di Bilancio che viaggia sui 20-25 miliardi.
Tasse sulle banche, il condizionale è d'obbligo
Sul tavolo c’è il contributo chiesto alle banche con la tassa sugli extraprofitti che hanno realizzato grazie all’aumento del costo del denaro. Dovrebbe portare un paio di miliardi ma il condizionale è d’obbligo perché gli istituti hanno gli strumenti (legali e contabili) per alleggerire o aggirare il prelievo. Da vedere anche l’efficacia della Global Minimum Tax sulle multinazionali al 15 per cento, che entrerà in vigore l’anno prossimo e da cui ci si aspettano circa due miliardi.
Spending review, forbici sui ministeri
Della stessa entità il taglio alla spesa dei ministeri, ma bisognerà confrontarsi con le esigenze dei singoli dicasteri. Una mano dovrebbe poi darla l’Assegno Unico per i figli, che costerebbe meno del previsto, e il gettito superiore alle attese delle tasse sui carburanti, che rincarando generano più Iva e accise.
Incognita privatizzazioni e condoni
Incertezza sulle privatizzazioni (non si sa quando e come) e non è chiaro se ci saranno condoni (dai risultati in ogni caso dubbi). Tirando le somme, quindi, si arriva a poco più di ventina di miliardi.
Le misure sul tavolo
Quasi la metà servirà per confermare il taglio del cuneo fiscale, cioè lo sgravio sui contributi ai dipendenti con redditi fino a 35mila euro lordi l’anno. Almeno altri tre miliardi sono destinati ad alzare gli stipendi del pubblico impiego (a partire dalla Sanità), ai quali aggiungere le risorse per ridurre l’Irpef (la tassa sui redditi) a chi guadagna meno (servirebbero 4-5 miliardi). Considerate anche le spese necessarie a mandare avanti la macchina dello Stato, per gli incentivi alla natalità, le pensioni e ogni altro intervento non rimarrebbe molto.