Pnrr, quinta rata più magra: taglio ai progetti

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Il governo chiederà modifiche all'Europa per la prossima tranche del Piano Nazionale di Ripresa. Palazzo Chigi vuole ridurre da 69 a 51 gli obiettivi da centrare entro dicembre. Fra i progetti depennati, e che potranno essere coperti con altre fonti di finanziamento, quelli relativi al contrasto al dissesto idrogeologico

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La quinta rata del Piano Nazionale di Ripresa potrebbe essere più magra. Per accelerare l’attuazione del programma anti-crisi da 191,5 miliardi di fondi europei, elargiti in tranche e solo se si rispettano le scadenze (l’ultima a giugno 2026), il governo chiede a Bruxelles di cancellare sei dei 69 obiettivi da centrare entro dicembre. Altri 13, invece, vengono rinviati.

Impegno meno pesante

In questo modo, si alleggerirebbe l’impegno che Roma ha preso entro fine anno: i traguardi si ridurrebbero a 51 (uno è stato aggiunto), con la conseguenza che potrebbe scendere l’entità del finanziamento, in origine fissato a 18 miliardi.

I progetti che saltano

La revisione, che ha bisogno della promozione europea, riduce gli investimenti pianificati. Verrebbero cancellati dal Pnrr interventi per arginare i danni causati da alluvioni e inondazioni, ma anche i fondi per lo sviluppo dell’energia eolica e il biometano e - ancora - una serie di piccole opere dei Comuni per mettere in ordine le aree urbane.

Revisione in corso

Insomma, di fronte ai ritardi accumulati nell’impiego dei denari comunitari, il governo prosegue nell’intento di rimodulare il Piano che ha ereditato. A fine luglio l’Esecutivo aveva reso noto di voler depennare progetti per un valore di 16 miliardi, fermi ai blocchi di partenza o a rilento, con l’intento di rifinanziarli con altri tipi di fondi.

Terza e quarta rata, l'attesa continua

Intanto, ancora si aspetta di incassare la terza rata da 18,5 miliardi (attesa i primi di ottobre ma relativa agli obiettivi di fine 2022) e il via libera europeo alla quarta, da 16 miliardi e mezzo.  

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