
Pnrr, 70 miliardi alla tutela dell’ambiente: dal dissesto idrogeologico alle rinnovabili
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene anche un capitolo riguardante la salvaguardia del territorio. Le risorse sono divise in quattro componenti, che definiscono i diversi ambiti di intervento

Nel Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, quasi 70 miliardi di euro, 69,8 per l'esattezza, sono destinati alla tutela ambientale. Di questi, 8,49 miliardi vanno alle opere di contrasto al dissesto idrogeologico, un capitolo cruciale per il nostro Paese come dimostrato da quanto avvenuto nelle Marche
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Dei 70 miliardi complessivi: 59,3 miliardi provengono dal Recovery Fund di Next Generation Eu; 1,3 miliardi dal React Eu e 9,3 miliardi dal fondo complementare governativo che affiancherà i fondi europei. Le risorse sono divise in quattro componenti, che definiscono i diversi ambiti di intervento: agricoltura sostenibile ed economia circolare; energia rinnovabile; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; tutela del territorio e della risorsa idrica
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Nello specifico all’agricoltura sostenibile ed economia circolare sono destinati 7 miliardi di euro; all’energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile vanno 18,22 miliardi di euro; all’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, la voce che prevede il maggior intervento, 29,55 miliardi di euro; alla tutela del territorio e della risorsa idrica sono diretti 15,03 miliardi di euro
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Quest'ultima voce è quella di più stretta attualità dopo i fatti delle Marche. L'aspetto maggiormente finanziato è proprio quello che si occupa del contrasto al dissesto idrogeologico, con gli 8,49 miliardi di cui si è detto che dovranno servire ad aiutare i singoli comuni nella messa in sicurezza del territorio. Circa 4,38 miliardi poi saranno spesi per risparmiare acqua, per esempio riducendo le perdite dalla rete idrica del 15% con il rinnovo delle tubazioni e la digitalizzazione della loro gestione
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In dettaglio gli obiettivi individuati per questa componente sono anzitutto la prevenzione e il contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici sui fenomeni di instabilità idrogeologica e sulla vulnerabilità del territorio nelle aree urbane. In questo ambito sono previsti interventi strutturali e non strutturali per la gestione del rischio di alluvioni e la riduzione del rischio idrogeologico (comprese l'innovazione e la digitalizzazione delle reti di monitoraggio territoriale)
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Si intendono inoltre realizzare foreste urbane, e interventi per la resilienza, il miglioramento del territorio e l'efficienza energetica dei comuni. Capitolo a parte quello della sicurezza dell’approvvigionamento idrico per il consumo di acqua potabile, l'irrigazione e l'industria e la gestione sostenibile delle risorse idriche. Il primo ambito di intervento contro il dissesto idrogeologico è quello che si propone di rafforzare la capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico

Si prevede un investimento di 500 milioni di euro per la realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione che consenta di individuare e prevedere i rischi sul territorio, come conseguenza dei cambiamenti climatici e di inadeguata pianificazione territoriale. I dati costituiranno la base per lo sviluppo di piani di prevenzione dei rischi, anche per le infrastrutture esistenti, e di adattamento ai cambiamenti climatici

Il secondo ambito di intervento è mirato a prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio. Qui si prevede un investimento di 2,49 miliardi di euro per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, con un capillare programma di interventi strutturali e non strutturali

A interventi rivolti a mettere in sicurezza da frane o ridurre il rischio di allagamento nelle aree metropolitane, si affiancano misure non strutturali previste dai piani di gestione del rischio idrico e di alluvione, focalizzati sul mantenimento del territorio, sulla riqualificazione, sul monitoraggio e sulla prevenzione. L'obiettivo è portare in sicurezza 1,5 milioni di persone oggi a rischio

Nelle aree colpite da calamità saranno effettuati interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate, nonché interventi di riduzione del rischio residuo. Infine l'investimento 2.1.b della Componente 4 - Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico - prevede un investimento da 1,2 miliardi di euro a favore delle aree colpite da fenomeni meteorologici estremi, nonché il ripristino delle infrastrutture danneggiate e la mitigazione del rischio idrogeologico residuo