Alluvione nelle Marche, pioggia record e fiumi ingrossati: le cause spiegate dal CNR

Cronaca

Dopo la violenta ondata di maltempo che ha causato diverse vittime nelle Marche, ci si interroga sulle cause e sulla portata del fenomeno che ha sconvolto le zone colpite. A fornire una lettura scientifica basata sui dati è l'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche: a Cantiano la pioggia più intensa degli ultimi 10 anni. Non è la prima volta che le alluvioni fanno vittime in quelle zone: rischia tre volte di più chi resta all'aperto o viaggia in auto

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Dopo la violenta alluvione che ha colpito le Marche causando vittime e dispersi, ci si interroga in queste ore su come sia stata possibile una tragedia simile e cosa sia successo in quelle ore di maltempo sulla regione. A fornire una lettura scientifica dell'alluvione nelle Marche basata sui dati è l'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche: "La perturbazione che nelle ultime ore si è concentrata nelle aree dell’Appennino marchigiano ha causato numerosi e gravi effetti al suolo quali frane e esondazioni dei torrenti - spiega Paola Salvati del Cnr-Irpi - I dati registrati dai sistemi di monitoraggio delle precipitazioni della rete pluviometrica nazionale che Cnr-Irpi importa con cadenza oraria evidenziano che nel pomeriggio-sera di giovedì 15 settembre l’intensità della pioggia registrata al pluviometro di Cantiano (PU) è risultata essere la più intensa degli ultimi 10 anni". 

La pioggia record e le esondazioni nel corso degli anni

Una quantità di pioggia da record caduta in pochissime ore che ha aumentato in modo consistente la portata di torrenti e fiumi. "In particolare - spiega ancora Salvati riferendosi ai dati raccolti a Cantiano - per quel pluviometro la cumulata delle precipitazioni registrata nell’intervallo orario 17:00-21:00 è stata di 265 mm. Le intensità orarie più violente si sono avute tra le 19:00 e le 20:00 con 76mm/h, che arrivano al picco di 90 mm/h tra le 20:00 e le 21:00. Tali misure di pioggia hanno incrementato le portate di torrenti e fiumi che hanno causato ingenti danni e vittime nella provincia di Ancona". Secondo il Catalogo degli eventi di frana e inondazione con danni alle persone, realizzato da Cnr-Irpi, se si guarda a un periodo di tempo più lungo "nelle aree interessate dalla perturbazione del 15 settembre si sono in più occasioni registrate vittime a causa delle esondazioni dei fiumi, come già avvenuto ad esempio nel 2014, quando nei territori di Senigallia e Ostra Vetere (AN) si registrarono 3 vittime. In generale, analizzando i dati del Catalogo per un periodo temporale più ampio e a scala nazionale, nei 22 anni tra il 2000 ed il 2021 le regioni con il più alto numero di vittime per fenomeni di inondazione sono state la Toscana (27), la Sicilia (25), la Sardegna (24) e la Liguria (24). Durante lo stesso periodo la regione Marche ha subito vari eventi alluvionali che hanno in totale causato 7 vittime", commenta Salvati.

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Alluvioni, all'aperto si rischia tre volte di più

Le analisi sul lungo periodo mostrano anche come i rischi in caso di alluvione siano maggiori per chi resta all'aperto o per chi viaggia in auto: sono tre volte più alti rispetto a chi trova velocemente riparo in un edificio chiuso. Lo spiega ancora Salvati: "La banca dati contiene, quando note, anche le informazioni sull’orario e sulle modalità con cui uomini e donne perdono la vita a causa degli eventi geo-idrologici. In generale, analizzando i dati degli ultimi 50 anni si riscontra che a perdere la vita a causa delle inondazioni sono in maggioranza gli uomini (61% uomini, 39% donne) e che le persone decedute all’aperto risultano essere tre volte quelle al chiuso - continua Salvati - Viaggiare in auto lungo le strade allagate costituisce una condizione di pericolo. In questo caso i dati dimostrano che sono gli uomini giovani e adulti a rimanerne vittime. Per quanto riguarda le persone che rimangono bloccate nei locali posti al pianterreno e nei seminterrati, queste sono in maggioranza donne adulte ed anziane. I dati analizzati anche per fasce di orario dimostrano che le condizioni di scarsa luminosità, quindi le ore serali e notturne, sono quelle durante le quali si è registrato il maggior numero di vittime. Le analisi effettuate - conclude l'esperta del Cnr-Irpi - attestano quanto la conoscenza e la diffusione di informazioni circa le modalità e le circostanze con cui i processi geo-idrologici interagiscono con le persone può aumentare la consapevolezza della popolazione circa questi rischi".

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