Assegno unico Inps, come correggere la dichiarazione Isee errata ed entro quando
L’Istituto di previdenza ha fissato al 31 dicembre il termine entro il quale regolarizzare la propria posizione ed evitare il taglio dell’Assegno universale per i nuclei con figli a carico. La presentazione incorretta della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) genera un “indicatore difforme” e porta all’erogazione delle somme minime riservate a chi ha un Isee superiore a 43mila euro annuo o non lo ha presentato. Dei 6,2 milioni di beneficiari, Inps calcola che sono 66mila le famiglie che devono mettersi in regola
Due mesi in più per regolarizzare la documentazione valida per l’Assegno unico universale. L’Inps ha comunicato alle famiglie beneficiare che il 31 dicembre 2023 è il termine per correggere l’Isee, l’indicatore che misura la situazione economica. Ecco cosa fare per le dichiarazioni errate
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L’Assegno unico universale è un contributo che lo Stato eroga alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni. L’importo varia in base a parametri come l’età anagrafica, la presenza di figli disabili e la situazione economica del nucleo nel suo complesso certificata dall’Isee aggiornato
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Tenendo conto delle difficoltà generate dal periodo estivo, l’Istituto di previdenza ha spostato le lancette a inizio novembre rideterminando le rate dell’assegno con importo al minimo. In questo modo, spiega l'Inps, le famiglie avranno più tempo per regolarizzare l’Isee
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Secondo i calcoli dell’Inps, su una platea di 6,2 milioni di beneficiari sono circa 66mila le famiglie che hanno inoltrato istanze Isee errate, pari a circa l’1%, e sono tenute a mettersi in regola
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Tra gli errori più comuni che producono distorsioni nell’Isee rientrano le intestazioni del conto corrente condiviso con un parente o dimenticato, un investimento dato per chiuso ma ancora attivo oppure un dato incorretto fornito dal datore di lavoro o dal Centro di assistenza fiscale
Entro il 31 dicembre di quest’anno l’Assegno unico universale necessita di dati corretti, pena l’erogazione delle somme minime previste per gli “indicatori difformi”
Al pari dei nuclei con Isee maggiore a 43mila euro o a quelli che non hanno fatto domanda, le famiglie con “indicatori difformi” che non si mettono in regola riceveranno le somme minime: 54 euro al mese per ogni figlio minorenne, 27 euro per quelli tra i 18 e i 21 anni che risultino studenti o disoccupati. Gli importi variano in caso di figli con disabilità
Attualmente il criterio principale applicato si basa sulla dichiarazione con contributi che in caso di figli minorenni possono raggiungere i 189 euro al mese
L’Inps avvisa che le famiglie raggiunte da una comunicazione di difformità dovranno mettersi in regola presentando una nuova Dichiarazione unica sostitutiva (Dsu) senza anomalie
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Nel caso di un errore generato dall’intermediario i beneficiari potranno chiedere al Caf di rettificare la dichiarazione oppure presentare all’Inps la documentazione che attesta la veridicità dei dati. Se le correzioni andranno a buon fine le famiglie riceveranno il livello di assegno corretto tenendo conto di eventuali arretrati
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