
Taglio cuneo fiscale, a chi spetta e a quanto ammonta l’aumento in busta paga
Porterà quasi 200 euro in più nelle tasche degli italiani la sforbiciata parziale ai contributi decisa nel Decreto Lavoro. L'esonero varrà il 7% per coloro che hanno una retribuzione non superiore a 25mila euro annui comprensivi di tredicesima, mentre per i redditi sino a 35mila euro il taglio sarà al 6%

Novità per i lavoratori: nei prossimi mesi la loro busta paga sarà più pesante grazie al taglio parziale del cuneo fiscale, che porterà sino a 200 euro in più totali nei prossimi mesi nelle tasche degli italiani
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Per cuneo fiscale si intende la somma delle imposte che impattano sul costo del lavoro. In sostanza è la differenza tra quanto un dipendente costa all’azienda che lo assume e quanto lo stesso dipendente incassa, al netto delle tasse, in busta paga. In Italia questo valore è da sempre molto alto con effetti sul potere d'acquisto
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Il taglio del cuneo fiscale, previsto dal Decreto Lavoro, inciderà sulla quota di contributi a carico dei lavoratori dipendenti, aumentando così l’importo che si troveranno in busta paga. L’esonero sarà sino al 7% per coloro i quali abbiano una retribuzione non superiore a circa 25mila euro annui comprensivi di tredicesima, mentre per i redditi sino ai 35mila euro, invece, il taglio sarà pari al 6%
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A comunicarlo è stato l’Inps, con il messaggio numero 1932 del 24 maggio scorso, dove si sostiene che “per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l'esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, determinato ai sensi dall'articolo 1, comma 281, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima. Resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”
Decreto lavoro, dal taglio del cuneo allo smart working. Le misure
I soggetti beneficiari del bonus previsto dalla Legge di Bilancio 2023 e successivamente modificato dal Decreto Lavoro sono coloro i quali abbiano rapporti di lavoro dipendente e quelli in stato di apprendistato
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Sono invece esclusi i cosiddetti lavoratori domestici, che non sono considerati tra i beneficiari del taglio del cuneo fiscale

Il taglio del cuneo era già stato previsto nella Legge di Bilancio 2023, con possibile sforbiciata di 2 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non vada oltre i 2.692 euro; o di 3 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l'importo mensile di 1.923 euro

Difatti, per i dipendenti che abbiano un reddito fino a 1.500 euro, il bonus in busta paga dovrebbe permettere di risparmiare, e quindi trovarsi in più, circa 60 euro mensili. Come ricorda il messaggio dell’Inps, l’esonero non riguarderà la tredicesima

Dal 1° luglio scatta inoltre la detassazione sui fringe benefit fino a 3mila euro con una serie di bonus "in natura" dalla benzina alle bollette che le imprese possono erogare ma solo ai dipendenti con figli

Il taglio del cuneo fiscale ha valenza fino al 31 dicembre 2023 e il governo che ha definito la misura “prioritaria” nella sua agenda economica si è impegnato a trovare ulteriori coperture nel bilancio per una proroga a tempo o strutturale della misura
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